Il girone di ferro degli Europei: Olanda e Germania insieme, poi il Portogallo, e la Danimarca che non è certo un materasso. Difficilissimo prevedere qualcosa alla vigilia, difficilissimo capire come andrà a finire adesso: le prime quattro partite hanno detto che la Germania resta la squadra solidissima e spaventosamente concreta che avevamo già ammirato due anni fa in Sudafrica, mentre l’Olanda ha un piede e mezzo fuori dal torneo. Nel mezzo, Portogallo e Danimarca se la giocano, con i lusitani che avendo vinto lo scontro diretto hanno un minimo vantaggio. Attenzione però, perchè le ultime due gare non sono affatto scontate e può succedere di tutto. Diamo un occhio alla situazione, squadra per squadra.
Se una certezza c’era, alla vigilia del torneo, era quella che la Germania in un modo o nell’altro arriva sempre in fondo a queste manifestazioni. Ancora una volta, sembra essere così: Joachim Low un paio di anni fa ha costruito un gruppo di ragazzini terribili (quelli che allenava ai tempi dell’Under 21) che oggi sembrano assolutamente pronti, come se non fosse bastata la finale europea del 2008 e il terzo posto in Sudafrica. Le prime due partite ci hanno raccontato di una squadra solidissima e che fa paura quando parte in attacco con la velocità e l’inventiva di Ozil, la concretezza di Muller e le finalizzazioni di Mario Gomez, che non piace a nessuno ma poi butta sempre il pallone in porta (già 3 gol per lui: tutti quelli segnati dalla squadra). Sono caduti prima il Portogallo, poi l’Olanda, in una gara dai fortissimi sapori di rivalità. La qualificazione non è ancora cosa fatta, e Low dovrà lavorare su qualche campanello d’allarme suonato ieri sera, quando gli Orange, segnato il gol del 2-1, hanno pericolosamente preso campo. La difesa però sembra di ferro, con Hummels che è il centrale giusto per guidare un reparto fisico ma anche di qualità. I tedeschi sono matematicamente promossi con vittoria e pareggio; avanzano ai quarti anche in caso di sconfitta, se Portogallo e Olanda si annulleranno a vicenda, e la classifica avulsa potrebbe anche concedere la qualificazione con un arrivo a 6 punti di tre squadre. Insomma: a meno di un clamoroso harakiri, Low e i suoi sono in una botte di ferro.
La sensazione è che il gol di Varela a tre minuti dalla fine della partita contro la Danimarca abbia consegnato la qualificazione al Portogallo. Si sapeva che il girone non era facile e che un’eliminazione al primo turno sarebbe potuta arrivare, ma i lusitani nelle ultime edizioni degli Europei hanno sempre fatto bene e non avrebbero visto di buon occhio la cosa. All’esordio la formazione guidata da Paulo Bento non ha demeritato contro la Germania, ma è uscita sconfitta dall’incontro. Contro la Danimarca il Portogallo si è salvato all’ultimo: avanti di due gol, si è fatto riprendere in maniera inopinata ma poi ha trovato i tre punti forse decisivi per proseguire la corsa. Il prossimo turno sarà decisivo, ma i lusitani partono comunque favoriti: giocano contro l’Olanda, che avrà il sangue agli occhi e cercherà una qualificazione difficile nei numeri ma sostanzialmente raggiungibile per gli incroci del calendario. Dunque, il Portogallo per qualificarsi senza calcoli deve vincere e sperare che la Danimarca non faccia lo stesso contro la Germania: arriverebbe secondo (scontro diretto perso contro i tedeschi). Dovessero vincere anche gli scandinavi, il Portogallo entrerebbe nel complicato giro della classifica avulsa, e a quel punto entrerebbe in gioco la differenza reti negli scontri diretti (al momento Germania +1, Portogallo 0, Danimarca -1). Stessa cosa in caso di sconfitta lusitana e vittoria tedesca con la Danimarca: a quel punto il calcolo prevederebbe l’Olanda (Portogallo +1, Danimarca 0, Olanda -1 a oggi). Con il pareggio, il Portogallo deve sperare che la Danimarca non vinca: sarebbe secondo in virtù degli scontri diretti (vittoria proprio con gli scandinavi)
La Danimarca, delle quattro squadre del girone, era quella che partiva con meno favori del pronostico. Con Olanda, Germania e Portogallo non poteva che essere così. In realtà i danesi sono vicini ai quarti di finale: certo, hanno bisogno di qualche incrocio favorevole all’ultima giornata, ma la vittoria contro l’Olanda nella gara d’esordio ha avuto l’effetto di cancellare lo spauracchio di un arrivo in volata con tutte le squadre coinvolte e lanciato la formazione di Morten Olsen verso la partita contro il Portogallo. A tre minuti dalla fine la Danimarca era virtualmente qualificata: 2-2, il Portogallo sostanzialmente fuori dai giochi, tutto perfetto. Poi ci si è messo Varela, e gli scandinavi sono sprofondati in un incubo: hanno lo scontro diretto a sfavore, e all’ultima giornata affrontano la Germania che magari farà un po’ di turnover, ma non è ancora aritmeticamente qualificata. Tutto ancora in gioco, insomma. Anche qui, come nel caso del Portogallo, i calcoli si fanno complicati. I danesi passano il turno in caso di vittoria, e se contemporaneamente il Portogallo non vince: sarebbero addirittura primi nel girone, avendo lo scontro diretto a favore con gli uomini di Low. In caso di pareggio, la Danimarca avanza solo se il Portogallo perde (seconda nel girone). Il calcolo diventa lo stesso fatto sopra con il Portogallo in caso di vittoria di Danimarca e Portogallo, o sconfitta di entrambe.
Chi l’avrebbe detto? Dopo due giornate, l’Olanda è virtualmente fuori dagli Europei. La finalista dell’ultimo Mondiale è una delle squadre più ricche di talento del torneo, eppure ha perso entrambe le partite ed è a un passo dal baratro. Dal punto di vista dello spettacolo sarebbe un peccato, ma va detto che Van Marwijk in questa situazione ci si è messo da solo: giocare con due mediani di rottura quando devi fare la partita (contro la Danimarca) è un segnale di debolezza, e non ha convinto la scelta di schierare una sola prima punta con il supporto di tre uomini alle spalle. Vero, è il modulo con cui gli Orange sono arrivati in fondo in Sudafrica: ma anche allora avevano palesato difficoltà nel trovare la via della rete, cosa ripetutasi qui (l’Olanda ha segnato un solo gol, su iniziativa personale di Van Persie). Così, la sconfitta con la Danimarca ha scompaginato tutti i piani e ribaltato le sorti del girone. La sconfitta contro la Germania ci poteva anche stare, ma l’Olanda ci arrivava con la necessità di fare risultato: ora, sono guai. Non ci sono troppi calcoli da fare per gli Orange: devono vincere, altrimenti sono fuori, e potrebbero comunque esserlo anche battendo il Portogallo. Qualunque risultato diverso dai tre punti manderebbe a casa l’Olanda. In caso di vittoria con il Portogallo, invece, bisognerebbe coinvolgere anche la Danimarca: se i danesi non perdono, Van Marwijk torna a casa. Se invece la Germania batte gli scandinavi, l’Olanda ha bisogno di almeno due gol di scarto contro il Portogallo, per andare davanti nella classifica avulsa e passare come seconda del girone. Attenzione: può ben succedere.
Krohn-Dehli
Mario Gomez
Pepe (P), Helder Postiga (P), Bendtner (D), Bendtner (D), Varela (P)
Mario Gomez (G), Mario Gomez (G), Van Persie (O)
17 giugno 20:45
17 giugno 20:45