Clamoroso in Coppa d’Africa: l’arbitro si pente, e rettifica la decisione presa sul campo. Va detto subito: è giusto così. L’episodio è accaduto nella semifinale Burkina Faso-Ghana, quella che ha dato a uno dei Paesi più poveri al mondo la prima, storica finale del torneo continentale. Il direttore di gara, il tunisino Slem Jedidi, nei 120 minuti di partita ne ha combinata una dietro l’altra, dando ragione a chi sosteneva che il Ghana fosse stato spinto a entrare nelle prime quattro grazie a favori “politici”: nel primo tempo Jedidi ha concesso un calcio di rigore alle Black Stars per un fallo di Panandetiguiri su Atsu, fallo in realtà mai commesso. Per il Ghana si è trattato del terzo rigore a favore, il secondo quantomeno dubbio. Ma le malefatte di Slem Jedidi non sono terminate: nella ripresa ha annullato un gol a Nakoulma, reo di essersi leggermente appoggiato su Asamoah che gli sbarrava la strada, poi a tre minuti dal termine dei supplementari il capolavoro in negativo. Jonathan Pitroipa, forse il giocatore più talentuoso dei burkinabè (ex Amburgo, oggi all’Hertha Berlino) è entrato in area, dove è stato nettamente atterrato da Boye. Rigore solare? No: l’arbitro ha incredibilmente ammonito Pitroipa per simulazione. Trattandosi del secondo giallo, il numero 11 del Burkina Faso è stato costretto ad abbandonare il campo espulso; peggio ancora, la Nazionale ha poi dovuto affrontare il fatto che il giocatore avrebbe dovuto saltare la finale. Nei giorni scorsi è nata anche una petizione per reintegrare Pitroipa; a sorpresa è stato invece lo stesso Slem Jedidi a tornare sui suoi passi, ammettendo nel referto – cioè il documento che fa fede in termini ufficiali – di aver preso un abbaglio. Che abbia ricevuto pressioni? Non si sa, ma certo la decisione è strana. Ad alimentare i sospetti di una decisione guidata arrivano le parole di un funzionario della Caf, la Federazione Africana: “C’è grande pressione affinchè Pitroipa possa giocare la finale per il bene della nostra credibilità; abbiamo la necessità di avere una finale competitiva, libera dalle accuse”. E ancora: “Non volevamo macchiare la competizione, che fin qui è andata benissimo, con un caso Pitroipa”. In realtà come detto non solo la simulazione poi rientrata è stata al centro delle polemiche: il Ghana è stato accusato da più parti di aver ricevuto troppi favori (dal punto di vista del gioco espresso non avrebbe mai meritato di vincere la Coppa d’Africa, ma questo è un problema diffuso: non sempre vince il più forte). Ad ogni modo, tutto è bene quel che finisce bene: domenica (alle 19 ora italiana) il Burkina Faso avrà Pitroipa regolarmente in campo nella finale contro la Nigeria. Tira un sospiro di sollievo soprattutto l’allenatore burkinabè Paul Put, che deve già fare a meno di Alain Traoré, infortunato e fuori dai giochi.
(Claudio Franceschini)