Si avvicinano i Giochi Olimpici di Londra 2012, e Michael Phelps torna a lanciare segnali forti ai suoi rivali, a partire da Ryan Lochte, e all’intero mondo dello sport. Il nuotatore di Baltimora, già grande leggenda dello sport mondiale in virtù delle sedici medaglie olimpiche, equamente ripartite tra Atene 2004 (sei ori e due bronzi) e Pechino 2008, dove addirittura completò un leggendario en-plein con otto ori nelle altrettante gare disputate – per tacere degli innumerevoli titoli e record mondiali (su questo ci limitiamo ad indicare che ha vinto almeno un oro in tutti i Campionati del Mondo disputati dal 2001 al 2011) – e celebrato con la fermata più importante della metropolitana londinese (quella in corrispondenza del nuovo stadio Olimpico) nelle nuove denominazioni che ogni fermata avrà nel periodo delle Olimpiadi, non ha certo bisogno di presentazioni, ma c’è chi lo ritiene ormai in declino. Una considerazione in effetti va fatta: l’impresa leggendaria Phelps, 26 anni, l’ha già compiuta a Pechino, e a Londra non inseguirà più la quantità di successi. Si concentrerà solo su “poche” gare (con un programma definitivo ancora da decidere, ma certamente non scarno, considerando pure le staffette), ma si può stare certi che quando scenderà in acqua lo farà sempre per vincere. Un messaggio chiaro l’ha mandato ieri ad Indianapolis, dominando la gara dei 200 misti, che era stato uno dei suoi cavalli di battaglia dal 2003 al 2008 (ori olimpici ad Atene e Pechino e mondiali a Barcellona, Montreal e Melbourne), ma nella quale nell’ultimo quadriennio il dominatore era stato Ryan Lochte, campione iridato a Roma 2009 e Shanghai 2011. Ora però si avvicina l’appuntamento più importante, e il “Kid” di Baltimora sembra seriamente intenzionato a ristabilire le antiche gerarchie. Il quattordici volte campione olimpico (livello che molte nazioni non hanno ancora raggiunto nell’intera storia delle Olimpiadi) ha vinto la gara in 1’56”32, e sono stati la ciliegina sulla torta di un evento nel quale ha impressionato anche nei 400 misti, nei 100 farfalla e nei 100 stile libero – come si può notare, tutte gare piuttosto diverse fra loro. A Phelps brucia ancora la sconfitta nei Mondiali dell’anno scorso, e di sicuro a Londra cercherà la rivincita.
Le dichiarazioni del campione fanno trapelare una buona soddisfazione: “Sono più avanti di mezzo secondo rispetto a un anno fa. Lochte è uno di quegli avversari che tirano fuori il meglio di me”. Lochte invece qualche problema lo ha, dal momento che ha chiuso in ottava posizione, con un deludente 1’59”37.
(Mauro Mantegazza)