Le Olimpiadi di Londra sono sempre più vicine. La spedizione italiana sarà come sempre numerosa ed agguerrita, e il canottaggio sarà una delle discipline da seguire con maggiore attenzione, perchè gli armi azzurri sono sempre protagonisti. Pochi giorni fa è stata ufficializzata la squadra azzurra per Londra: saremo presenti in sette gare, sei maschili (quattro senior e due pesi leggeri) e una femminile, il due senza (clicca qui per leggere la composizione di tutti gli equipaggi). Per conoscere meglio la nostra Nazionale di uno sport reso leggendario dalle mitiche telecronache di Giampiero Galeazzi, abbiamo contattato due atleti che andranno a Londra, un veterano e un emergente. Il veterano è Simone Raineri, cremonese classe 1977 già oro a Sydney 2000 ed argento a Pechino 2008, e oggi membro del quattro di coppia bronzo nell’ultimo appuntamento di Coppa del Mondo. L’emergente è Daniele Danesin, anche lui lombardo (classe 1985), mkembro del quattro senza pesi leggeri argento mondiale in carica: esordiente ai Giochi, ma con legittime speranze di podio. Una intervista doppia in esclusiva per IlSussidiario.net.
Come procede la tua preparazione per Londra?
SR La preparazione sta procedendo bene grazie anche alle buone condizioni di tempo che stiamo trovando qui a Livigno, dove speriamo che l’effetto quota ci dia una marcia in più. In più, stiamo anche migliorando il nostro assieme in barca.
DD La preparazione sta andando bene. Ora scendiamo dal raduno in quota di Livigno a Gavirate per rifinire le ultime cose prima della partenza.
Quali saranno le principali difficoltà della gara?
SR Le difficoltà possono cambiare da gara a gara: dipende, ad esempio, se c’è vento o onda ed allora in tal caso possono esserci difficoltà di equilibrio ma se come si spera le condizioni del lago sono normali, a livello tecnico se ti sei preparato bene non dovresti avere problemi. Invece per quanto riguarda la difficoltà fisiche e tattiche, bisognerà cercare di non farsi condizionare troppo dagli avversari e gestire al meglio le proprie energie facendo la propria gara in maniera di giocare al meglio le proprie carte.
DD Le difficoltà sono sempre le solite: la tensione di un’Olimpiade. Sarà la prima per me, Martino Moretti ed Andrea Caianiello e la seconda per Marcello Miani: siamo comunque atleti esperti e sono sicuro che riusciremo a gestire tutto quanto come si deve.
Quali sono le possibilità di salire sul podio per la tua barca?
SR Di sicuro il terzo posto ottenuto all’ultima prova di Coppa del Mondo ci ha dato una bella carica per lavorare bene e sperare di essere competitivi, sapendo che non siamo cosi lontano dal nostro sogno. Sappiamo anche che dobbiamo lavorare molto bene per crescere ancora e di sicuro per conquistare una medaglia, come in tutte le cose, avremo bisogno anche un po’ di fortuna.
DD Le possibilità di podio non le sapremo finché non disputeremo le prime gare.
Cosa significa per te l’Olimpiade?
SR Per me l’Olimpiade significa il sogno della vita, è l’esperienza più bella che uno sportivo può vivere.
DD L’Olimpiade è il sogno di ogni sportivo: uno sportivo che si accontenta di disputare soltanto il Mondiale senza provare tutte le strade possibili per arrivare all’Olimpiade non è un vero sportivo e ne abbiamo incontrati molti durante questi anni.
Che ricordi hai di Pechino (anche extra-sportivi)?
SR A Pechino ricordo che avevamo una gran voglia di riscattarci dal brutto risultato di Atene ed è stata una grande gioia esserci riuscito giungendo secondo: inoltre, ricordo l’enorme albergo dove eravamo alloggiati.
Come ti immagini la tua prima Olimpiade?
DD La mia prima Olimpiade non me la immagino, voglio viverla al 100% gustando ogni secondo fino in fondo.
Che valore ha per te lo sport?
SR Per me lo sport ha un valore grandissimo perché mi ha aiutato tantissimo a superare le mie difficoltà a relazionarmi con gli altri, mi ha cresciuto come persona insegnandomi valori come il rispetto, la solidarietà, l’umiltà e soprattutto l’amicizia, che ritengo importantissima.
DD Lo sport per me significa molto: sacrificio, tenacia, caparbietà. Lo sport forma il fisico e il carattere, soprattutto per un bambino, insegna a non mollare mai anche durante le avversità della vita, se si ha un carattere combattivo nello sport si rispecchierà sicuramente anche nelle avversità della vita.
Perché hai scelto il canottaggio?
SR Ho scelto il canottaggio grazie a mio padre, che è anche stato il mio primo allenatore, e grazie anche alla Canottieri Eridanea dove ho trovato un ambiente familiare.
DD Ho scelto il canottaggio perché mio papà è stato il mio allenatore fino al 2008, quando sono entrato a far parte del Gruppo Sportivo Forestale. Non è stata assolutamente una scelta obbligata, lui mi ha consigliato di provare e da quel giorno non ho più smesso!
Cosa consiglieresti a un ragazzo che volesse praticarlo?
SR Quello che posso consigliare è di praticarlo sempre con grande passione e divertimento, perché è uno sport meraviglioso che ti mette a contatto con la natura e ti insegna a rispettarla.
DD Consiglierei di provarlo sapendo che è uno sport di fatica ma può dare molto, è uno sport pulito praticato in mezzo alla natura e in mezzo agli amici, crea legami forti tra membri della stessa squadra e anche tra squadre avversarie: noi per esempio non ci neghiamo mai una birretta dopo le gare in compagnia dei nostri avversari. Avversari si, ma soltanto in gara!
(Mauro Mantegazza)