Questa sera abbiamo assistito a una straordinaria finale dei 1500 stile libero di nuoto alle Olimpiadi di Londra 2012. La vittoria e la medaglia d’oro sono andate al cinese Sun Yang, autore di un incredibile tempo di 14’31”02, che ha disintegrato il precedente record del mondo, che già gli apparteneva (14’34”14). A molti secondi di distanza, il canadese Ryan Cochrane ha conquistato la medaglia d’argento facendo fermare i cronometri sul tempo di 14’39”63, mentre al terzo posto – medaglia di bronzo – si è classificato il tunisino Oussama Mellouli, che ha ottenuto un crono di 14’40”31. Quarto è arrivato il coreano Park, mentre il nostro Gregorio Paltrinieri ha chiuso la finale in quinta posizione, con il tempo di 14’51”92. Per l’Italia è così finita nel nulla anche l’ultima speranza di ottenere almeno una medaglia nel nuoto a questi Giochi Olimpici: ma di certo nessuna colpa si può imputare al giovanissimo nuotatore di Carpi, che si è ritrovato in una finale memorabile e ha fatto alla grande il suo compito. Si è confermato miglior europeo, dando ulteriore valore alla medaglia d’oro vinta a Debrecen nel mese di maggio, ma obiettivamente salire sul podio era impossibile. Senza il piccolo inconveniente accusato questa mattina in allenamento (un fastidio alla spalla sinistra) forse Paltrinieri avrebbe potuto superare Park, ma insidiare i primi tre era assolutamente impossibile. ‘Greg’ ha ancora molto tempo per crescere, la sua Olimpiade potrebbe essere Rio de Janeiro 2016 e nessuno può rimproverargli il fatto di non aver salvato un’Italia che era già affondata nell’Aquatics Center. Certo, tutto avrebbe potuto cambiare se in partenza si fosse concretizzata la sorpresa più clamorosa: Sun Yang crolla in acqua e tutti pensano alla falsa partenza. Sarebbe davvero incredibile, anche perchè ovviamente nei 1500 non c’è nessun bisogno di ‘bruciare’ lo start per guadagnare qualche centesimo, come se fossero i 50. Per qualche secondo tutto il mondo si chiede se finirà così la finale del grande favorito: invece, tutto viene ricondotto a un problema tecnico dei cronometristi, Sun può gareggiare e ci regalerà una finale memorabile. Certo, il tarlo del dubbio ronzerà nella testa di Ryan Cochrane, che avrebbe vinto l’oro senza Sun; va anche detto però che si è beccato un ritardo nell’ordine dei nove secondi e mezzo.
Nelle altre tre finali di questa serata – le ultime del nuoto a questi Giochi – abbiamo assistito alla vittoria dell’olandese Ranomi Kromowidjojo nei 50 stile libero donne, con la velocista dei Paesi Bassi che fa la doppietta 50-100 e diventa di diritto uno dei grandi personaggi di questa Olimpiade, alla vittoria con record del mondo (3’52”05) degli Stati Uniti nella staffetta 4×100 mista donne – che era di fatto inevitabile per una squadra che può schierare Franklin, Soni, Vollmer e Schmitt – e alla vittoria ancora degli Stati Uniti nella staffetta mista maschile, che porta Michael Phelps a quota 22 medaglie e 18 ori ai Giochi, mentre per gli States è l’oro numero 16 nel nuoto qui a Londra. Di fatto, una dittatura.