Il Superbowl è football e molto altro. E’ Vince Lombardi Trophy, la coppa in palio per la squadra vincitrice, è Baltimore Ravens-San Francisco 49ers (34-31), è Joe Flacco (MVP della partita), è gloria, sudore, rabbia, botte, soldi, scatti, strappi ma anche hot dog, patatine, salsa ketchup, una birra di troppo o una mano di gomma con l’indice gigante. Il Superbowl tra campo e spalti: significa ovazioni, inno nazionale, urla e musica. Quella di Beyoncè Knowles, trentunenne di Houston famosa per le sue intuizioni tra il pop e il rhythm and Blues, e all’occorrenza per una sensualità oltre la media. La cantante si è esibita nella pausa tra il primo e il secondo tempo, da tradizione uno spettacolo nello spettacolo. Bissando la performance dello scorso 21 gennaio, quando aveva cantato in occasione del secondo insediamento di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Tra le hit proposte da Beyoncè anche la celebre “Halo“, brano di successo tratto dal suo terzo album solista, I Am…Sasha Fierce (2008). Ebbene, si dà il caso che tra gli spalti fosse presente anche Shaquille O’Neal, ex pivot dei Los Angeles Lakers (per farla breve, perché per spiegare bene chi è Shaquille O’Neal ci vorrebbe qualcosina in più). Shaq, che nella vita ha fatto anche l’attore e il pioliziotto, si è ripreso nell’imitazione di Beyoncè. Peccato solo che fosse seduto, poiché in passato O’Neal ha dimostrato più d0una volta di saper shekerare discretamente gli oltre 140 chili. Forse una leggera noia gli ha impedito di andare oltre l’imitazione canora, ma vale ugualmente la pena di dargli un’occhiata. Perché in fondo, il Superbowl è anche Shaq che imita Beyoncè.