Mentre l’Iran maschile di Velasco ha concluso la sua avventura in World League al nono posto, la nazionale femminile è nel mezzo di un autentica bufera mediatica e non solo. La squadra, impegnata per la prima volta nei Mondiali di categoria, è attualmente in Sardegna per disputare le partite preliminari. L’origine del violento scontro tra i moderati e i sostenitori più conservatori dell’ayatollah riguarda la decisione dell’Irib (la televisione iraniana) di trasmettere in diretta le partite, visto i recenti successi ottenuti. Le partite, viste in diretta da milioni di iraniani, hanno scatenato le ire del settimanale ultraconservatore Ya Lessarat, che ha accusato la rete televisiva di aver diffuso immagini sconvenienti. Le immagini incriminate sarebbero quelle riguardanti il pubblico del palazzetto e la squadra avversaria, colpevoli di non rispettare le rigide regole islamiche riguardanti il decoro e l’abbigliamento femminile. Per legge infatti le donne devono coprire integralmente il corpo e i capelli, evitare make up evidenti e osservare rigidi precetti nella partecipazione ad eventi sportivi (permessi solo gli eventi a totale partecipazione – di pubblico e atleti – femminile). Mentre queste regole sono state scrupolosamente rispettate dalla nazionale iraniana, il pubblico e le avversarie sono state accusate di aver violato queste regole. La bufera si è concentrata sulla rete televisiva, colpevole di aver trasmesso queste immagini considerate offensive, verso cui sono state espresse parole dure: “Le regole sono chiare. La televisione deve tagliare le immagini di coloro che indossano vesti non islamiche e provocatrici, non mandarle in onda come se niente fosse. Questo modo di comportarsi deve finire al più presto”. La questione però non è semplice: la competizione si sta svolgendo sotto il caldo torrido mediterraneo, perciò il pubblico ha optato per un abbigliamento estivo. Teheran però non può imporre alle altre nazionali di modificare la propria divisa ufficiale in favore di un’altra conforme alla regole del Corano. Innegabile è comunque il supporto del grandissimo pubblico iraniano: i numeri parlano di milioni di tifosi letteralmente incollati al televisore. Ezzatollah Zarghami, direttore dell’Irib, è chiaro sulla proposta di trasmettere in differita e censurata i match: “Nelle trasmissioni in diretta, o con una differita minima, non possiamo fare nulla. L’unica soluzione è quella di non trasmettere del tutto le competizioni, ma in questo modo non faremo altro che spingere i telespettatori sui canali satellitari”. Problema serio il prossimo incontro contro la nazionale cubana, le cui atlete sono state spesso famose per le loro forme procaci. Una sola finora la soluzione ‘accettabile’, proposta dallo stesso Zarghami: “Se gli ayatollah lo desiderano posso cercare di negoziare con la controparte e chiedere loro di vestire atlete e spettatrici dal collo fino ai piedi per risolvere il problema”.