Nove, cinque, due. I numeri magici di Rafa Nadal sono questi: il maiorchino batte John Isner in due set (), vince per la prima volta in carriera il torneo di Cincinnati e conquista così il nono titolo (su undici finali giocate) del 2013. Impressionante, se pensiamo che da giugno 2012 a febbraio 2013 non ha giocato, rimanendo fermo per un infortunio al ginocchio. Ora Rafa domina anche sulle superfici dure: una settimana dopo la vittoria di Montreal, ecco anche quella in Ohio, che rappresenta per altro la quinta affermazione consecutiva in un Master 1000 dopo Indian Wells, Madrid, Roma e appunto la Rogers Cup. A Miami non aveva giocato, quindi il record è salvo e va a pareggiare quello che Novak Djokovic aveva realizzato due stagioni fa. Il terzo numero magico, il due, è presto spiegato: con questa vittoria, Nadal torna nuovamente, da domani, al secondo posto della classifica ATP, e ora attenta anche alla vetta tenuta sempre dal serbo. La partita di oggi è stata “strana”, per gli standard di oggi: non ci sono stati break nei 24 turni di battuta. Addirittura Isner, che ha chiuso con 11 ace, non ha concesso nemmeno una possibilità a Rafa, che invece ne ha lasciate per strada tre ma le ha cancellate. Una volta arrivati ai due tie break, la maggiore classe, esperienza e freddezza dello spagnolo ha fatto il resto: il primo è stato una battaglia che si è chiusa solo sul 10-8, il secondo invece è scivolato via più velocemente. E’ il titolo numero 59 di Nadal in carriera: adesso arrivano gli Us Open, che potrebbero rappresentare il tredicesimo titolo dello Slam, andando ancora di più ad avvicinare Roger Federer e, soprattutto Pete Sampras che è fermo a 14 al secondo posto. Gli altri big, tutti eliminati ai quarti di finale qui, inizino a pensare a un modo per fermare Rafa, che da quando è rientrato nel circuito ha un impressionante record di 52 vittorie e 3 sconfitte.
Dopo aver spedito a casa il colosso svizzero, anche il ceco Tomas Berdych si è dovuto arrendere sotto i colpi di un Rafael Nadal assolutamente in palla sull’asfalto di Cincinnati. Lo spagnolo ha saputo sfruttare tutti i momenti chiave del match contro il ceco, dimostrando non solo un’ottima condizione fisica ma anche una buona condizione mentale. Due ore di gioco sono bastate per infliggere un pesanteal ceco, che dopo un buon avvio di gioco risente della pressione del maiorchino. Con questo 14° successo sul cemento, per Nadal si tratta della prima volta in carriera alla finale del Atp di Cincinnati, dopo le due semifinali perse contro Novak Djokovic nel 2008 e nel 2009. Dovesse vincere questa sera, sarebbe per lui il quinto successo consecutivo in un Master 1000 (dopo Indian Wells, Madrid, Roma e Montreal (a Miami non aveva giocato). Ultimo ostacolo davanti all’atteso trofeo l’americano John Isner, numero 22 del ranking mondiale. Per Isner invece l’accesso alla finale è stata più complicata rispetto a quella dello spagnolo. L’argentino Juan Martin Del Potro è stato un osso duro per lo statunitense, che lo ha sconfitto per la prima volta in tre break (6-7; 7-6; 6-3) vendicando in questo modo la scorsa finale di Washington. Dopo un primo set insapore e vinto da Del Potro, il secondo set è stato decisamente più movimentato: Del Potro si porta avanti di un break e sembra finita, ma Isner reagisce e si riprende il break – aiutato anche dall’argentino che commette un sanguinosissimo doppio fallo. Si arriva al tie break decisivo, e qui Del Potro ha le possibilità di chiudere ma a farlo è invece l’amiercano, per 11-9. Nel terzo set Del Potro è scomparso da subito: trovatosi sotto 3-0 ha sofferto il caldo e ha ceduto, non riuscendo così a raggiungere la finale del Master 1000 americano che aveva invece centrato a Indian Wells (e anche allora, dall’altra parte c’era Nadal). La finalissima sarà trasmessa su Sky Sport 2 a partire dalle ore (ora italiana) mentre per gli abbonati al servizio SkyGo la finale sarà visibile anche su smartphone, PC e tablet.