Si tira dritto verso la conclusione. Questione di qualche giorno, con annessa ansia del popolo romanista, ma la cordata statunitense capitanata da Thomas diBenedetto sbarcherà presto a Trigoria per prendere le redini del club capitolino. La trattativa, vittima di un notevole rallentamento, ha bisogno di qualche giorno/settimana in più per la sua felice chiusura: in quest’ottica è stato prorogato il termine del periodo di esclusiva concesso agli americani che, per l’occasione, slitta 31 marzo. Da Oltreoceano sono prontissimi: protocolli firmati, controlli e burocrazia assolti nel migliore dei modi.
E allora? Spetta ad Unicredit concludere l’operazione e dare l’ok definitivo attraverso le firme ed alcuni rilievi sui contratti oggetto di valutazione degli ultimi giorni. La trafila dovrebbe chiudersi entro la fine di marzo o forse anche prima, ma nella Capitale si aspetta e ci si mangia le unghie senza tregua. C’è chi dice che già dalla prossima settimana DiBenedetto potrebbe far visita a Roma. La certezza più grande, al momento, è che l’imprenditore italoamericano e i suoi tre soci non hanno cambiato idea e non hanno intenzione di fare dietrofront.
Gli americani hanno fatto una scelta e intendono portarla a conclusione con la firma dei contratti che, una volta per tutte, ufficializzerà il passaggio di proprietà dell’As Roma. Tutto bene dunque, anche se da diverse indiscrezioni di stampa filtra qualche mal di pancia degli statunitensi circa la mossa con cui Unicredit (e il suo factotum giallorosso Paolo Fiorentino) ha dato il via libera ai rinnovi di Perrotta e Cassetti. Non che DiBenedetto voglia cacciarli entrambi ma, fanno sapere da Oltreoceano, sarebbe più opportuno che a discutere le questioni contrattuali fossero i futuri proprietari. Ora però l’obiettivo è un altro, la vendita del club è alle porte. La palla passa ad Unicredit che comunque manterrà una partecipazione del 40% in As Roma per poi girarne una metà ad imprenditori italiani.
Nel frattempo il presidente di Unindustria Aurelio Regina si augura che “insieme agli americani ci siano imprenditori romani”. La girandola di nomi, da Parnasi a Malagò, passando per Angelini, è ancora in via di definizione. Al momento la priorità è concludere l’operazione di vendita con la cordata statunitense, magari accelerandone i tempi in questo rush finale. “Mi chiedo se Unicredit non sia scissa in varie correnti – ipotizza Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 Ore – se tutti siano d’accordo con questa operazione, visto che prevede la presenza di Unicredit nella gestione della Roma, continuando a contribuire e a pagare ancora per rivalorizzare la società”. Chissà, ormai però la banca ha aperto le porte agli americani: DiBenedetto è sull’uscio di Trigoria, quanto dovrà aspettare?
(mar.fat.)