La telenovela Adriano volge al termine, o almeno così sembra, nonostante alcuni dettagli che continuano a rendere la vicenda ancora più misteriosa e complicata. Dopo le numerose marachelle del giocatore (ritardi, assenze, bella vita e gossip) si è aperta la strada della separazione consensuale tra il club di Trigoria e il centravanti che, una manciata di mesi fa, aveva firmato un contratto triennale da 5 milioni di euro lordi annui (3 netti). Pochi minuti in campo, zero gol, tanti infortuni ma anche troppi episodi di dubbia profesionalità che hanno fatto aumentare la sfiducia dell’ambiente intorno all’Imperatore. Ecco allora che è pronta la separazione, possibilmente poco dolorosa. Ci sta lavorando il direttore operativo Gian Paolo Montali di concerto con il procuratore italiano di Adriano, Roberto Calenda. La situazione non è però così semplice: se da una parte erano state previste delle clausole di rescissione in caso di comportamenti indisciplinati del giocatore, è pur vero che al momento nulla di tutto cio è stato fatto valere. Anzi, sembra che proprio Adriano possa chiedere ai giallorossi il rispetto degli accordi stipulati al momento della firma del contratto.
Secondo l’entourage del centravanti, il club sarebbe inadempiente dal punto di vista economico e perdipiù una regola Uefa prevede la possibilità del giocatore di appellarsi per giusta causa in caso di ritardi nel pagamento degli stipendi. Una serie di cavilli e regole che potrebbero innescare un batti e ribatti a livello legale. Eventualità che a Trigoria vogliono evitare ed è per questo che Montali è in contatto con i rappresentati di Adriano il quale, per parte sua, è disponibile ad una separazione anticipata con contestuale (e scontato) ritorno in Brasile. Là in Sudamerica dove l’Imperatore sembra respirare a pieni polmoni e dove riscuote ancora apprezzamenti e richieste da numerosi club nonostante il suo ruolino di marcia sia attualmente fermo a qualche minuto incolore sui campi della serie A.
(mar.fat.)