La vittoria in casa contro l’Atalanta ha ridato all’ambiente romanista un pò di tranqullità. La squadra è ancora scossa da un avvio di campionato deludente, che ha lasciato strascichi polemici (vedi dichiarazioni De Rossi dopo Juve-Roma) e più strettamente tecnici (l’esclusione dall’undici titolare dello stesso De Rossi oltrechè di Burdisso e Osvaldo, rei di svagatezza durante gli allenamenti). Chi fa ancora fatica a sbloccarsi è Mattia Destro, tormentone del calciomercato estivo approdato infine a Roma in pompa magna. L’ex attaccante del Siena deve ancora trovare il primo gol ufficiale con la nuova casacca: inizialmente protagonista di un dilemma tattico riguardo la compatibilità con Osvaldo, sta comunque trovando continuità di impiego e fiducia da parte di Zeman. Per capire cosa può servire a Mattia Destro per sbloccarsi abbiamo intervistato in esclusiva Giuseppe Sannino, ex allenatore del Siena e del Palermo artefice della sua esplosione nella scorsa stagione. Ecco le impressioni del mister:
Lo scorso anno Destro si affermò nel suo 4-4-2, con Calaiò al fianco: è questo l’assetto migliore per esaltarne le doti, piuttosto che il 4-3-3? Un giocatore deve saper giocare con tutti gli allenatori e con qualsiasi sistema. Anzi, per lui che è un ragazzo giovane credo che il nuovo modulo in cui sta giocando sia un motivo per arricchirsi e diventare il giocatore che tutti si aspettano.
Zeman lo ha preferito a Osvaldo, questo è significativo… Da fuori mi ha fatto piacere vedere giocare Mattia da titolare, perchè significa che c’è gente che pensa che lui possa far bene anche in squadre d’elite. Un conto è giocare in una squadra che deve salvarsi, un altro è farlo in una piazza come Roma, dove sicuramente gli chiederanno sempre di più. Il campione si distingue in questo: sapere che gli oneri sono sempre più difficili per avere gli onori.
A livello caratteriale crede che abbia già le spalle larghe per reggere le pressioni di Roma? Quando ha scelto Roma Mattia sapeva a cosa andava incontro, e che sarebbe stato molto più nell’occhio della critica. Ma questa situazione gli farà bene perchè farà emergere le sue grandi doti. Lui ha già dimostrato sul campo di avere la personalità giusta per sopperire ai momenti difficili. Però non dobbiamo dimenticare dei fattori.
Quali? Che parliamo di un ragazzo che a 21 anni è già stato un uomo mercato. Significa che anche gli altri operatori, non solo quelli della Roma, hanno visto in lui un avvenire importante. Quello che sta facendo adesso va bene.
L’anno scorso esplose nel girone di ritorno: è un giocatore “diesel”?
In questo caso è meglio non parlare di forma fisica, perchè penso che Zeman li tiri tutti a lucido. Non c’entra il prima o il dopo, non si tratta di momenti di forma. Stiamo parlando di campionati veri, dove ogni domenica trovi gente importante a marcarti: diverso rispetto al calcio giovanile in cui lui si è affermato, anche come capocannoniere.
Possiamo dire che gli serve il classico gol liberatorio? Non bisogna tornare indietro, a vedere se e quando è stato più prolifico in passato, per spiegarsi il fatto che non abbia ancora segnato. Bisogna guardare quello che Mattia fa in campo: si fa sempre trovare sotto porta, con l’Atalanta è stato anche sfortunato ma ha messo lo zampino sul secondo gol. Soprattutto sta lavorando molto per gli altri pur non essendo abituato: sicuramente farà grandi cose anche per i tifosi romanisti.
(Carlo Necchi)