La Roma batte il Pescara 1-0 e sale a quota 23 punti in classifica, avvicinando il quinto posto (la Fiorentina pareggia a Torino). Non è una bella Roma quella che gioca oggi, ma almeno ha il pregio, a differenza di altre volte, di dimostrarsi cinica e solida dietro; stavolta le disattenzioni difensive sono ridotte al lumicino – un paio nel secondo tempo – ma a scarseggiare sono precisione e concretezza in zona gol, un po’ per merito di un ottimo Perin, un po’ perchè il tridente proprio non si trova. Alla fine contava la vittoria, e quella è arrivata. Il Pescara esce con zero punti dalla gara ma Bergodi può dirsi soddisfatto di quanto visto: ci sarà tanto lavoro da fare, anche perchè la squadra torna all’ultimo posto in classifica.
Tra due squadre che fanno di giro palla rapido e verticalizzazioni improvvise (a Pescara c’è ancora l’eredità di Zeman, ma anche quella di Stroppa) viene fuori una partita a ritmi alti: nessuna delle due compagini sceglie mai di arretrare il raggio d’azione, non ci sono pause atte a rifiatare e si spinge sempre il piede sull’acceleratore. Peccato che davanti si combini poco e le occasioni da gol, specialmente nel primo tempo, non siano proprio da stropicciarsi gli occhi; ma possiamo accontentarci, perchè non sempre di questi tempi si assiste a novanta minuti così intensi. Sul piano tecnico invece polilce verso: tantissimi errori di disimpegno e rifinitura. L’unico problema è il seguente: si affrontavano penultima e terzultima difesa del torneo, ed è arrivato solo un gol.
Una media tra una squadra solida e capace di ripartire con costanza e una che lascia troppi buchi dietro e non è in grado di concretizzare davanti. Quello che viene fuori è un Pescara che ha tenuto bene il campo contro una squadra decisamente superiore e che a tratti sembrava poter fare quattro gol, ma che è troppo leggera davanti per battere squadre di questo tipo. infatti il problema degli abruzzesi è questo: non avere peso specifico offensivo che permetterebbe di essere ben più avanti in classifica, perchè il gioco e le qualità ci sono tutte.
Vince e si prende tre punti importanti: il bicchiere mezzo pieno parla di una squadra che rinuncia anche a praticare il fuorigioco a oltranza e ne guadagna in attenzione difensiva, quello mezzo vuoto è una pochezza offensiva a tratti imbarazzante, non solo come conclusioni. Spesso e volentieri i giallorossi sbagliano l’ultimo passaggio, e infatti in poche occasioni arrivano davanti a Perin. Alla fine però la prestazione non può essere del tutto negativa visto che è arrivata una vittoria senza subire gol.
Gara facile che lascia scorrere, o prova a lasciar scorrere; i contrasti a centrocampo sono tanti, così che deve intervenire più di quanto vorrebbe ma senza ricorrere al cartellino facile, cosa che permette di tenere i ritmi elevati. Alla fine mostra cinque gialli, ma sembrano starci tutti; arancione quello di Soddimo per entrataccia su Destro. Bene su una possibile polemica del Pescara: il tocco con la mano di Marquinhos è fortuito e con il braccio incollato al corpo.
Lascia lì una punizione velenosa di Totti e infatti il Pescara prende gol, ma poi para tutto: ancora a Totti, poi a Destro, quindi ancora a Destro. Si conferma in gran forma.
Attento e preciso, dalla sua parte prova a sfondare Florenzi che però non combina molto, merito anche della sua prestazione.
Comanda alla grande il reparto e raramente si lascia sfuggire avversari al centro dell’area. Merito anche suo se Osvaldo non la vede.
Spesso si deve arrangiare di mestiere, ma riesce sempre a spazzare. Dal suo lato però Destro entra un po’ troppo con frequenza.
Sicuro dietro dove vince il duello con Balzaretti, mette sempre pressione alla difesa della Roma con avanzate continue e cross precisi.
Nel primo tempo prova ad alzare il ritmo e a far girare la squadra, ma cala troppo presto.
Bravo nel primo tempo, quando ci prova costantemente e cuce i reparti. Anche lui si arrende alla fatica.
( ha talento, ma a 30 secondi dall’ingresso in campo è già ammonito, e sul secondo fallo gli va anche discretamente bene)
Bel centrocampista, l’islandese corre tantissimo, interdisce e si propone negli spazi. Sarebbe perfetto per il gioco di Zeman.
Sale tanto, si propone, cerca di appoggiare Quintero e Abbruscato, ma dietro spesso e volentieri sbanda. ()
E’ lui ad accendere la luce, o almeno a doverlo fare: Bergodi chiede che sia servito, lui si propone e detta i tempi, ma è spesso impreciso.
( in tre occasioni ha risolto con i suoi gol entrando dalla panchina. Stavolta no: solo ammonito ingenuamente)
Si sbatte tantissimo, cerca di trovare spazi, ha la palla buona ma se la fa murare: se la volontà facesse dei gol ne avrebbe segnati 5, ma purtroppo non va così.
All. BERGODI, 6: in una settimana non poteva certo fare miracoli. Il suo Pescara risente delle influenze di Stroppa e mette in difficoltà la Roma: con il tempo arriveranno anche i risultati, la strada è buona.
Non deve compiere grandi interventi: in due occasioni non si capisce con Marquinhos, un’altra volta sbuccia il rinvio ma rimedia con un taclke da difensore centrale.
L paraguayano sta crescendo. Oggi prova solida, fatta di tanta spinta sulla corsia e attenzione quasi massima dietro. I compagni non sfruttano un paio di ottimi cross.
Gran gara di un ragazzo che ha solo 18 anni. Strepitoso in ogni circostanza, solo un paio di indecisioni tra lui e Goicoechea.
Meno appariscente, anche perchè spesso ha solo bisogno del senso della posizione per fermare gli avversari. Non va mai in affanno.
Solito attaccante aggiunto, però stavolta troppo: soffre tantissimo le discese di Balzano, nove volte su dieci non c’è a coprire e davanti non è decisivo.
Il vero playmaker della Roma oggi è lui: si fa sempre trovare, alza la testa, cerca le verticalizzazioni. Non gli va bene sempre, però c’è.
Non è un regista e si capisce subito: non ha il tempo della giocata e la visione, però ci mette l’anima, sradica tutto quello che capita e ci mette volontà.
Solito peperino che non si ferma mai, un destro da fuori non trova l’angolino per poco. Stavolta meno lucido di altre occasioni, esce per un problema al quadricipite.
( in un paio di occasioni avrebbe la palla buona sul sinistro ma spreca malamente)
Meriterebbe mezzo punto in più per il gol e il tanto lavoro che svolge a destra: però manca qualche appoggio semplice e di reti se ne divora un’altra in avvio di ripresa. ()
Non ne becca mezza: gioca molto meglio con Lamela al suo fianco. Spaesato, per larghi tratti non vede nemmeno il pallone, quando lo ha tra i pedi sbaglia spesso. Giornata storta. ()
Corre sbuffa come quando aveva 20 anni. Da un suo bolide nasce il gol partita, anche lui impreciso e a volte testardo ma è l’anima della squadra.
All. ZEMAN, 6: non è la sua Roma, e lo capisce dopo soli tre minuti quando richiama i centrocampisti. Però porta a casa tre punti fuori casa, e si rilancia in classifica. Quando rienterà De Rossi vedremo che scelte opererà.
(Claudio Franceschini)