23 Aprile 2011, 2 Dicembre 2012. Roma-Chievo 1-0, Siena-Roma 1-3: Simone Perrotta decisivo, oggi come allora, nella data del suo ultimo gol in campionato prima di ieri. La dimostrazione che il talento si compra, ma l’anima di una squadra si forma. Attualmente il centrocampista percepisce ancora oltre un milione di euro. Forse troppo in relazione all’importanza per la squadra, in cui oggi l’ex Chievo è una riserva. Giusto così: si è voltato pagina, sono arrivati giocatori nuovi, la Roma sta inseguendo nuove frontiere, societarie e tecniche. Sono arrivati gli americani, gli spagnoli, i boemi. Simone Perrotta è rimasto. Ha rifiutato il trasferimento, non ha voluto spalmare l’ingaggio, è finito fuori rosa, come Pizarro e Borriello. Ma non si è dato per vinto, o meglio per finito, come è capitato a molti eroi del Mondiale 2006, emigrati o in attesa di un ultimo treno. A Siena la Roma ha ritrovato un Perrotta spallettiano, quello si-grazie-prego-ok, tutto corsa e inserimenti. Quel grimaldello tattico che in fondo Perrotta è sempre stato, con picchi da fantacalcio (13 gol nel 2006-2007). Certo, il suo stipendio forse non è più all’altezza del ruolo in squadra, e questo ha contribuito all’accantonamento estivo. Ma a Siena, e negli spezzoni concessi da Zeman in questo campionato, Perrotta ha dimostrato di essere ancora tecnicamente utile alla Roma. Chissà che la terza vittoria consecutiva, su un campo ostico come il Franchi bianconero, non possa far scendere la Lupa dalle montagne russe, inaugurando una striscia di continuità. La risposta al campo, come sempre. Intanto, Perrotta la sua risposta l’ha già data: nella corsa sfrenata verso lo spicchio di tifosi romanisti c’è tutto il suo attaccamento ad una maglia che è ormai una seconda pelle. Perrotta veste Roma dal 2004, e ne ha viste tante: Voeller, Delneri, Spalletti, Ranieri, Montella, Luis Enrique. Fino a Zeman, che lo ha messo da parte e che oggi lo riscopre decisivo. Il gol di Siena (festeggiato anche dal boemo, con un composto battimani – udite udite!) non fa di Perrotta un fenomeno nè un caso: semplicemente restituisce alla Roma e al campionato un protagonista per quello che è. Un giocatore utile, che non chiede di fare…
…il regista ma giocherebbe anche in porta. Il buon vecchio Perrotta, che c’è sempre nel bene e nel male. Il contratto è in scadenza: si può dire che è pagato troppo, ma se non altro il suo lavoro continua a farlo bene.