La sua esclusione a Bergamo ha fatto molto rumore. Ancor più perchè la Roma ha perso, e ha perso male. Il giorno dopo il ‘fattaccio’, tocca a Daniele De Rossi intervenire per mettere ordine nella vicenda che lo ha visto protagonista. “Sono stato un po’ disattento”, ha ammesso il centrocampista, dal ritiro della Nazionale, ai microfoni di RaiSport. Nulla da nascondere, a suo avviso, ciò che è successo è stato spiegato dall’allenatore e dalla società. Poi un chiarimento: “Non ho litigato, nè picchiato nessuno”. Già, perchè tra le mille voci corse nelle ultime ore, si era detto anche di un presunto scontro con Kjaer. “Nessuna rissa”, ci ha tenuto a precisare lo stesso De Rossi, che ha chiarito di non avere problemi con Luis Enrique. Anzi, è proprio il suo essere così inflessibile ad averlo conquistato: “Ieri il mister ha dimostrato che non guarda in faccia a nessuno e questo mi piace”. Il rapporto con il tecnico, dunque, rimane ottimo e improntato alla fiducia. L’importante, ha aggiunto, è che “anche i tifosi abbiano fiducia in lui”. Anche perchè all’orizzonte c’è una partita troppo importante: il derby con la Lazio, che a sua volta è appena uscita da un periodo turbolento e ora guarda con maggiore ottimismo al futuro. Una gara da non fallire, a maggior ragione dopo le dichiarazioni del difensore biancoceleste Biava, che ha acceso così la lunga settimana della vigilia: “Se vinciamo, li tagliamo fuori definitivamente dalla corsa Champions”. Parole che non saranno passate inosservate in quel di Trigoria, dove l’umore è già piuttosto nero dopo la brutta sconfitta con l’Atalanta. Se non altro, in casa giallorossa, almeno nell’immediato, proveranno a consolarsi con la convocazione in Nazionale di Fabio Borini: “L’ha saputo con certezza solo all’ultimo momento”, ha spiegato oggi sempre De Rossi, che ha consigliato al compagno di squadra di stare tranquillo “che tanto verrà accolto bene”. Sull’esclusione di Osvaldo, invece, non si sa se è stata motivata dalla forma ancora precaria dell’attaccante o dall’espulsione di Bergamo. In tempi di codice etico e casi disciplinari, tutto può essere. Anche Prandelli è un cultore delle regole, nè più nè meno rispetto al collega Luis Enrique. Gente d’ordine, che piace a De Rossi. Il quale sembra aver imparato la lezione…