All’Atleti azzurri d’Italia va in scena una partita divertente, ricca di gol e colpi di scena, che condanna forse eccessivamente la Roma ed esalta un’Atalanta che veniva da un periodo difficile, rilanciando sul trono il suo argentino preferito, il tanque Denis, man of the match con una tripletta all’attivo. Essendo la Roma in campo, il dato del possesso palla è scontato: i giallorossi lo detengono per il 65%, ma come troppo spesso accade, è un possesso palla sterile, fine a se stesso, di quelli maturati in cerca del pertugio per verticalizzare che però non si trova. Tanto è vero che, in realtà, il vantaggio territoriale è quasi uguale, con un 24% a 26% a favore degli ospiti. Che però, appunto, non rendono oro quello che toccano, anzi, sprecano quello che hanno: tutto questo possesso, è ridicolizzato dal singolo tiro in porta in 90 minuti, peraltro vincente, dato che porta al gol di Borini. In realtà, gli avversari non è che facciano molto meglio, con soli 6 tiri nello specchio, ma quantomeno per 4 volte vanno in gol, colpendo anche un palo. La Roma ha una qualità tecnica molto superiore, nonostante alcune esclusioni eccellenti, ma questa non è unita alla precisa consapevolezza del proprio compito, visto che le azioni offensive sembrano assalti alla spera in Dio: e così, il doppio dei dribbling effettuati (19 a 10) e il doppio dei passaggi riusciti (480 a 251), diventano inutili, e resi vani dal più 5% di contrasti vinti da parte dell’Atalanta. Tutto ciò a dimostrazione di come il calcio moderno sia sì determinato da classe e fantasia, ma anche che non può prescindere da atleticità e determinazione, oltre a grinta e fisicità. Infine, 8 cartellini: 4 gialli per i bergamaschi, due gialli (di cui uno che porta a squalifica per Gago) e due rossi per la Roma, che rendono evidente come siano sporche le acque del Tevere: il pilota Luis Enrique dovrà essere abile e saldo al timone, facendosi gli scogli sempre più vicini e appuntiti. Riuscirà ad evitare il naufragio? Se no, abbandonerà la nave come qualcun altro? In Catalogna, sono sicuri di sì. – Partita ricca di gol, ben 5, quella di Bergamo, 4 per i padroni di casa, uno solo per gli ospiti. Tutti regolari e senza macchie, specificazione importante dopo le polemiche di questi giorni. Il vantaggio atalantino arriva al decimo, con Denis che lancia Marilungo nella metà campo sguarnita della Roma. La prateria vviene divorata dal giovane attaccante, che beffa Stekelenburg con un preciso piattone destro sul secondo palo. Il raddoppio nove minuti dopo: Marquinho perde palla a centrocampo, e Maxi Moralez si invola verso la porta. Arrivato al limite dell’area, aspetta il taglio di Denis che puntualmente arriva: palla in profondità, e “Tanque” che incrocia di sinistro trafiggendo il portiere ex Ajax. La Roma però sembra rialzarsi, e al 36′ si fa sotto: grande azione di Taddei a sinistra, che riesce a crossare teso in mezzo. La palla viene allontanata al limite dell’area, da dove Osvaldo prova il tiro: questo però impatta su un difensore, e la palla resta al limite dell’area piccola, dove Borini è lesto a tirare, bucando Consigli sotto le gambe, e riaprendo la partita. Ma la reazione della Roma viene ricacciata indietro due minuti dopo l’inizio del secondo tempo: al limite dell’area Marilungo la da centrale a Denis, che serve nuovamente il compagno sul suo movimento in profondità. Quindi, Denis va a raccogliere il successivo traversone teso di Marilungo, anticipando due difensori giallorossi e insaccando da posizione ravvicinata. La partita viene chiusa definitivamente al 66′, quando un lancio dalle retrovie si trasforma in assist per Denis, che data l’altezza della linea difensiva romana si invola solitario verso la porta. Arrivando un attimo prima di Stekelenburg sul pallone, riesce ad anticiparlo con uno scavetto delicato, che indirizza la sfera in rete, e fa da preludio alla festa sua e di tutti i tifosi della dea.
– Ovviamente, le dichiarazioni più attese sono quelle di Luis Enrique, chiamato a giustificare l’esclusione di De Rossi e a difendere ancora una volta il suo progetto. Ai microfoni di Sky Sport risponde: “La squadra viene prima di qualsiasi calciatore. Io la penso così. E non l’ho visto pronto, semplicemente. Nessuno mi può assicurare che con l’uno o l’altro calciatore questa sconfitta non ci sarebbe stata. Mi dispiace tantissimo, il primo dispiaciuto sono io, ma non l’ho visto pronto. Se tornassi indietro, rifarei lo stesso”. Poi, analizzando invece la partita, afferma con un certo sconforto: “Ci sono poche cose da salvare. Una partita da dimenticare. Oggi purtroppo per me, per la società e i tifosi, siamo stati distratti dal primo minuto e questo mi da’ tantissimo dispiacere. E questo inizia ad essere un problema difficile da combattere ogni volta che giochiamo in trasferta”. Per l’Atalanta, interviene a Sky Sport Stefano Colantuno: “Roma facile da attaccare? Non lo so, io voglio parlare dell’Atalanta. La Roma ha una sua filosofia, gioca così, sfruttando il possesso palla ed alzando molto la difesa. Facendo così lasci spesso l’uomo dietro e lasci possibilità di uno contro uno. La Roma ti fa abbassare, ma poi lascia molto campo libero da poter sfruttare in attacco. La nostra classifica è quella di una squadra che si deve salvare, non possiamo fare voli pindarici. Chiaro, con i sei punti della penalizzazione potevamo essere in lotta per un altro obiettivo, come l’Europa League, ma dobbiamo avere sempre fame e mettere tutti a servizio della squadra. Solo così puoi fare un grande campionato pur essendo una squadra piccola.” (Giovanni Gazzoli)