«Peterson è stato per me un maestro, ho imparato a fare l’allenatore studiando sui suoi libri. E’ un orgoglio poter lavorare con lui». Giorgio Valli pesa ogni parola quando parla del suo capo allenatore. Non vuole essere retorico, non vuole descrivere con frasi fatte chi è considerato, in casa Olimpia, una leggenda. «Sono orgoglioso di poter lavorare con lui e della stima che ha per me» ci racconta il vice allenatore dell’Armani Jeans Milano. Il suo sorriso e il volto sereno dopo le ultime vittorie in campionato la dicono lunga su come l’aria in casa biancorossa sia più profumata e frizzante. E in questa intervista concessa in esclusiva a ilsussidiario.net, Valli racconta l’impatto del “terremoto” Peterson. Svelando anche qualche curioso anedotto.
Valli chi è per lei Dan Peterson?
Per quelli della mia generazione è stato colui che ha cambiato il modo di allenare. Ha portato il basket alla forma essenziale. E’ stato il mio primo maestro nel senso letterale del termine. Quello che ho imparato lo devo ai suoi insegnamenti.
Da studente sui libri di Dan a suo vice allenatore: com’è lavorare con lui?
Ci stiamo ancora conoscendo visto che lui è qui da meno di un mese. Ha una grandissima fiducia sia nei miei confronti che in quelli di Mario Fioretti. Ci ha poi diviso nei compiti. Mario studia molto l’avversario, io lavoro più sui fondamentali. Ci fa anche operare in prima persona sia in allenamento che in gara. Per me è motivo di grande orgoglio e stimolo per far bene.
Com’è cambiato il vostro modo di allenare e su cosa punta Peterson?
Lui è molto attento al lavoro che facciamo sia per l’attacco che per la difesa: focalizza ogni nostro particolare. La sua attenzione è sulle palle recuperate, sui rimbalzi, il contributo che ogni giocatore dà a livello di passaggi. E’ molto concentrato sugli “ingranaggi” della squadra.
Cos’ha portato Peterson nel gruppo?
Una grande positività, come è nel suo carattere di americano. Non si ferma mai su un fatto negativo o su qualcosa che non funziona ma ripete che il migliorarsi avviene sempre attraverso le cose buone che ognuno di noi fa. E’ da qui che lui parte sempre. E poi ci ha fatto capire che quest’anno è un anno importante per l’Olimpia Milano
Ci racconta qualche aneddoto, come si comporta…
Ha un dialogo continuo con i giocatori, mai una parola fuori posto. Concetti sintetici, una frase, un paio di aggettivi, che vanno dritti al cuore e alla testa. I ragazzi apprezzano questo modo di fare e il grande entusiasmo che si respira nello spogliatoio è dovuto anche a questi fatti.
A che punto siamo con la 1-3-1?
Ci lavoriamo ogni giorno. E’ una difesa a zona ma molto aggressiva, che incarna lo spirito di Peterson. Si difende in modo collettivo, cercando di togliere ritmo all’attacco e di modificare le attitudini dell’avversario.
In panchina l’abbiamo vista molto sereno, sorridente…
Sono tranquillo perché vedo che la squadra sta dando il massimo. Io sono concentrato sugli episodi della partita, ma quando vedi che i tuoi ragazzi danno il 110%, tu sei sereno. Questo è quello che sta avvenendo.
Non sarà sempre tutto rose e fiori…
Assolutamente. Dobbiamo anche mettere in conto che ci saranno momenti di difficoltà e che dovremo affrontarli. Ma lo spirito è quello giusto. E’ per questo che sono tranquillo…
(Francesco Montini)