L’apertura sarà, come già annunciato, il giorno di Natale con tre grandi sfide come New York-Boston, Dallas-Miami e Lakers-Chicago, regalo alla pazienza dei tifosi in questi mesi. Ma il resto del calendario Nba 2011-12, la stagione da 66 partite (contro le solite 82) salvata dal principio di accordo che proprietari e giocatori devono ora ratificare, resta ancora da definire. Anche se si conoscono già date e qualche dettaglio. Per i giocatori, come già successo nel 1998-99 (unico precedente di stagione ridotta causa lock-out), sarà una cavalcata lunga e intensa. L’Nba 2011-12, se l’accordo verrà ratificato in tempo dalle parti, inizierà ufficialmente il 9 dicembre con l’inizio di training camp e mercato. Dopo almeno due gare di preseason si inizierà a fare sul serio con le tre partite in programma nel calendario originale, perché il Natale per l’Nba è sinonimo di grandi ascolti tv e quindi servono sfide vere. La regular season si chiuderà il 26 aprile; i playoff inizieranno subito, due soli giorni dopo, e si protrarranno al massimo fino al 26 giugno, quando è prevista l’eventuale gara-7 delle finali. Ogni squadra giocherà 48 partite contro avversarie della stessa conference: due volte in casa e due in trasferta contro 6 squadre (tra le quali sicuramente le altre 4 della stessa division), una volta in casa e due in trasferta contro 4 squadre e due in casa e una in trasferta contro altre 4. Le altre 18 partite sono contro squadre dell’altra conference: contro 3 squadre doppia sfida in casa e in trasferta, contro altre 6 squadre solo in casa e contro altre 6 solo in trasferta. Tornano i “back-to-back-to-back”, le partite in tre sere consecutive, come già nel 1998-99: ogni squadra ne giocherà almeno uno, ma non potranno essere più di tre. Ogni franchigia giocherà in media 3,9 partite a settimana, circa due al mese in più del solito. Un calendario più pesante per i giocatori, speriamo non incida sulla qualità del gioco. L’Nba non ha ancora ufficializzato il calendario, ma prima dovrà essere approvato l’accordo di massima a cui proprietari e giocatori sono giunti venerdì. Il lock-out, infatti, non è ancora ufficialmente finito. Intanto sono stati resi noti i dettagli dell’intesa che lo ha sbloccato e che andrà ratificata dalle assemblee di proprietari e giocatori.
I giocatori nella prossima stagione metteranno le mani sul 51,15% del Basketball Related Income (i guadagni dell’Nba che nella scorsa stagione hanno superato i 4 miliardi di dollari) e riceveranno i 66/82 dello stipendio pattuito per la stagione. Ad esempio Kobe Bryant, il più pagato del 2011-12 con 25,2 milioni di dollari, vedrà il suo salario scendere a 20,3 milioni. Il salary cap resterà fino al 2013 attorno ai livelli della passata stagione (58 milioni), ma i team saranno scoraggiati a entrare nel territorio della luxury tax (la tassa per chi sfonda quota 70 milioni in salari). Ma la clausola che potrebbe cambiare da subito il mercato si chiama Amnesty: le squadre potranno scaricare un giocatore a loro scelta sotto contratto nella stagione 2010-11 senza far pesare il suo ingaggio nel monte salari e liberando quindi denaro per inseguire i free agent.
(Mauro Mantegazza)