Terminato il girone di andata nel campionato di Serie A di basket, è tempo di bilanci. Le prime 15 giornate sono state giocate: siamo a metà del guado, ma abbiamo già il tabellone della Final Eight di Coppa Italia (clicca qui per il dettaglio) e un minimo di considerazioni su sorprese, delusioni e conferme si possono fare. E allora, voce per voce, andiamo ad analizzare il girone di andata del campionato.
D’accordo: forse partiva con i favori del pronostico, e quindi sta facendo sostanzialmente quello che ci si aspettava. Che però, corrisponde al primo posto in classifica con 11 vittorie e 4 sconfitte, e la sensazione che sia anche più forte dell’anno scorso. La transizione tra Andrea Cinciarini e Stefano Gentile (7,8 punti e 2 assist) è stata assorbita grazie all’acquisto di Pietro Aradori (12,3 punti e 6,2 rimbalzi) che a questi livelli può fare la differenza; confermare lo zoccolo duro che ha conquistato la finale scudetto si è rivelato vincente, perchè il gruppo si conosce e gioca quasi a memoria. Completa e profonda, se la giocherà fino in fondo; per ora ha retto la pressione del doversi migliorare, in primavera vedremo se sarà ancora così.
Ha centrato la qualificazione alla Final Eight, ma dall’Umana ci si aspettava nettamente di più. In estate era stata salutata come la regina del mercato: le conferme di Peric e Goss, gli arrivi di Mike Green e Josh Owens, interessanti giovani come Ruzzier e Tonut. Raramente però Venezia è stata efficace e affidabile: troppi alti e bassi, un ruolino esterno deprimente (2-6), un record appena sopra il 50%. Da tempo la Reyer è attesa al salto di qualità: ne ha i mezzi economici e tecnici, ha un allenatore vincente come Carlo Recalcati e una piazza storica. Il campo sta dicendo che quest’anno la semifinale playoff potrebbe non essere confermata.
Chiude l’andata al terzo posto, con un record di 10-5 e una striscia record di 8 vittorie consecutive (interrotta a Varese, dove non ha mai vinto). La Vanoli di Cesare Pancotto per il momento ha fatto jackpot: di questo passo i playoff, sfiorati più volte ma mai centrati, sono una realtà più che concreta. Intanto le Final Eight, per la prima volta nella storia: un bel traguardo per un gruppo che ha in due italiani come Marco Cusin (11,7 punti e 7,6 rimbalzi) e Luca Vitali (9,2 punti e 4,4 assist) due leader che hanno spazzato via tutti i dubbi sulla loro forza mentale. Gli americani fanno il loro dovere e Cremona vola; non solo al PalaRadi ma anche e soprattutto in trasferta (5-3). Durerà? Lo scopriremo passo dopo passo.
I campioni d’Italia soffrono. Anche un anno fa la Dinamo non era partita benissimo, ma aveva girato a 11-4 alla boa di metà stagione; oggi è 9-6 e ha ancora tanti nodi da sciogliere. Ha in David Logan (17,8 punti) il secondo miglior realizzatore del campionato, ma intorno a lui c’è il deserto: i nuovi acquisti presi singolarmente sono di grido, ma ancora non si sono trovati come gruppo. La sensazione è che la partenza di Jeff Brooks e Rakim Sanders, grandi collanti tecnici, sia stata pagata a caro prezzo; Brent Petway (5 punti e 3,9 rimbalzi) sta deludendo, Christian Eyenga (9,5 punti e 4,2 rimbalzi) non è quel difensore arcigno che servirebbe. L’inizio pessimo, coronato dallo 0-10 in Eurolega, è anche costato la panchina al mito Meo Sacchetti; Sassari è ripartita da Marco Calvani, capace di portare la Virtus Roma alla finale scudetto. Lo farà anche questa volta?
Qualche passaggio a vuoto c’è stato, ma per una squadra del tutto nuova e con poche certezze il cammino è quello giusto. Secondo posto (sarebbe primo, al fianco di Reggio Emilia) con record 11-4, un Jamel McLean (14,1 punti e 6,9 rimbalzi) sempre più leader di una squadra che anche in assenza di Alessandro Gentile (13,9 punti e 4 assist in 10 partite) ha saputo compattarsi e giocare forse anche meglio.
Se si esclude il flop in Eurolega, Milano ha forse anche bruciato le tappe: non era facile per Jasmin Repesa assemblare un roster che non si conosceva e farlo rendere al punto di avere il secondo attacco del campionato (81,8 punti) e la miglior difesa (68,9 punti concessi). Il problema è che da queste parti l’obiettivo minimo è lo scudetto; si può fare, a patto di mantenere questo livello fino a giugno perchè battere 4 volte, in un’eventuale finale, Reggio Emilia non sarà affatto semplice.
Sei partite saranno anche troppo poche per giudicare, ma il figlio del grande Darren (due scudetti e una Coppa Italia a Pesaro) sta dominando questo campionato, lasciando pensare a un futuro (prossimo) in Eurolega se non addirittura in NBA. Le medie parlano di 21,3 punti, 10 rimbalzi e una stoppata a partita, con anche 1,7 assist e una valutazione di 22,7 cui fanno da corredo un plus/minus di +14 e il 54,3% da oltre l’arco. In una parola: devastante (anche se deve sistemare il tiro da 2 punti). Alle sue spalle mettiamo James Nunnally: ad Avellino si sta dimostrando non soltanto un leader, ma anche un all-around fatto e finito con 17,7 punti, 4,9 rimbalzi e 1,9 assist ai quali aggiunge il 51,4% da 2 punti, il 41,2% da 3 e una valutazione media di 14,9. Appena sotto il miglior marcatore del campionato, quel JaJuan Johnson che oltre a 18 punti a partita aggiunge 8,9 rimbalzi; benissimo anche Ronald Moore, playmaker di Pistoia: per lui 7,3 assist a partita, il numero uno in questa statistica. Il suo compagno di squadra Alex Kirk sta stupendo tutti, ma per un centro tirare appena sopra il 50% non è proprio il massimo.
La classifica ci dice che a giocarsela sono più o meno tutte, forse con la sola eccezione di Capo d’Orlando, Torino e Pesaro che hanno qualcosa in meno. A essere sostanzialmente certe di un posto tra le prime otto a fine stagione sono Reggio Emilia, Milano, Cremona, Pistoia, Trento e Sassari; per le altre due posizioni sarà lotta apertissima. Venezia ha qualcosa in più nel roster, Avellino ha individualità in grado di puntare in alto, Varese e Cantù tra alti e bassi sono sempre lì, i destini di Caserta dipendono dalla salute di Peyton Siva (12,3 punti e 7,3 assist, ma solo 6 partite giocate).
A meno che la Dinamo Sassari non faccia quello che ha fatto l’anno scorso, marciamo spediti verso una finale Reggio Emilia-Milano. Il campionato è ondivago e ci sarà spazio per tante, ma quando arriveranno i playoff conteranno profondità del roster e capacità di studiare accorgimenti nelle serie; non vediamo squadre in grado di battere quattro volte queste due, a parte appunto il Banco di Sardegna che deve però risolvere i suoi problemi.
(Claudio Franceschini)