Polemica Inter-arbitri/ Thohir, il dossier di Mazzarri e quel vizietto evitabile
L’Inter ha espresso dissenso dopo la partita contro il Torino: secondo i vertici societari le decisioni arbitrali hanno indirizzato la partita lontano dai binari nerazzurri. Anche Thohir…

L’era Thohir è iniziata sotto il segno X. Un punto nella Torino granata quasi benaugurante, perché a ben vedere espressivo di tutto quello che è stata l’Inter morattiana. Un misto di sfiga, errori, rimonte e prove di carattere, per un 3-3 forse non da manuale del calcio ma appassionante dall’inizio alla fine. Come dire, da Moratti a Thohir l’Inter è sempre la stessa, con un pò di soldi in più che male non faranno. Ciò che stona sono i lamenti successivi: dall’assenteismo di Mazzarri nel post partita alla stizza dello stesso Thohir e al presunto dossier arbitrale infornato dall’allenatore, passando dai toni contrariati ma sempre soft del presidente (sì, lo chiamiamo ancora così) Moratti. Di cosa si lamenta l’Inter? Relativamente alla partita col Torino, gli argomenti scarseggiano. Solo il rosso di Handanovic desta sospetto: la palla toccata da Cerci sembrava persa e non più giocabile, ma il rigore era netto. Si può discutere forse sull’ammonizione di Cambiasso (contatto in velocità con Cerci che “cerca” la gamba dell’argentino), ma non sul fallo di Wallace da cui la punizione del 3-3. O forse, se proprio bisogna interrogarsi, meglio farlo sull’entità dell’errore di Carrizo (mezzo o intero? Lui è fuori posizione ma la traiettoria è beffarda), o dello stesso Wallace che in fase di protezione molla un calcione all’avversario. L’Inter aveva una buona occasione per considerare il suo bicchiere mezzo pieno (il doppio recupero in 10 uomini, una tenuta del campo dignitosa, i contributi di Guarin e Belfodil) ma ha preferito lagnarsi, pur se in modi pacati, davanti alle telecamere. Un vizietto quasi storico negli ultimi cicli: da Mancini a Mourinho fino al buon Stramaccioni nessuno si è mai tirato indietro se c’era da accusare un arbitro. Dinamica umana e figlia anche di Calciopoli, che ha dato lustro alla coccarda di globale onestà di cui i tifosi interisti possono fregiarsi; ma di questi tempi un pò esagerata. Meglio: lamentarsi sì ma
dinanzi all’evidenza, come fece Gigi Simoni proprio a Torino, nell’Aprile 1998. In fondo quale squadra non ha un suo dossier carico di errori a svantaggio? La nuova Inter di Mazzarri e Thohir non ha (per ora) bisogno di dare peso a queste cose.
(Carlo Necchi)
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