La Juventus strappa un successo per 1-0 contro gli australiani dell’A.P.I.A. Leichhardt. Decide il gol di Alberto Libertazzi al 38′ della ripresa, che regala ai bianconeri il ticket per gli ottavi, complice la contemporanea vittoria del Nordsjaelland sul Città di Marino (2-0). Partita decisamente noiosa, condizionata dalla pochezza dell’A.P.I.A., che però è bastata a far penare una Juve in…riserva, farcita di seconde linee e povera di idee. Mezze delusioni assortite, da Margiotta a Spinazzola, troppo intermittente, sino a Bouy, trasparente nella ripresa. Poco male: l’importante era vincere, ma si volti pagina in fretta.
Baroni rivoluziona la formazione che ha stracciato l’esordio coi danesi, mantenendo dell’intero undici il solo portiere Branescu. In difesa spazio a Belfasti a sinistra al posto di Liviero; Ouasim Bouy, neoacquisto di Gennaio, trova la sua prima maglia da titolare a centrocampo mentre l’attacco viene privato del bomber principe Padovan, che lascia spazio a Libertazzi fiancheggiato da Spinazzola e Margiotta. Gli australiani rispondono in un 4-4-2 un po’ bigotto che non lascia scampo alla già smunta inventiva degli interpreti. La Juve coglie al volo la propria superiorità e parte forte. All’ 8′ Schiavone, perno della manovra, libera il destro da fuori, ma la palla sorvola di poco la traversa. Tre minuti dopo l’episodio che potrebbe sfondare la partita: Libertazzi lanciato in campo aperto sfrutta il varco sin dentro l’area, ma al momento di concludere viene sbilanciato dal difensore Bartens concludendo fuori col sinistro. Peccato anche perché la Juve progressivamente si sgonfia, addormentando inspiegabilmente il ritmo sulla resistenza-materasso opposta dall’A.P.I.A., di cui questo primo tempo ha denudato gli evidenti limiti tecnici. L’ultima spiaggia di frazione piomba sulla testa di Libertazzi, che alza di poco la zuccata su corner di Bouy.
Con Ruggiero a destra per Margiotta, Barone prova a dare consistenza all’attacco. In realtà cambia poco, l’implosione di gioco prosegue e ci vogliono i calci piazzati: sul cross dai 30 metri, Emanuello gira bene di testa ma la palla pizzica il palo e rimbalza fuori (5′). Dentro anche Beltrame per dare una scossa: l’interno si produce in un bell’assolo al 16′, ma il suo diagonale mancino trova la respinta di Giglio, mentre il successivo tap-in di Libertazzi è viziato da offside. L’A.P.I.A. si accontenta e comincia a pregustare il colpaccio; di contro la Juve agita manovre nervose, con poca logica, che non smuovono più di tanto la difesa avversaria. Sembra chiaro che, nel bene o nel male, saranno gli australiani a decider la partita. E così avviene: il clamoroso errore di Denko a tu per tu con Branescu (bravissimo nell’uscita disperata, al 36′), pone le basi per l’ennesima applicazione della dura legge del gol. Gol sbagliato, gol subito: sul corner seguente Magnusson fa sponda di testa e Libertazzi insacca di destro nell’area piccola. Sollievo e tre punti, timidamente legittimati dall’ulteriore doppia occasione capitata a Padovan (dentro per lo sfortunato Ruggiero): pescato in area al 40′, il bomber batte due volte col destro trovando sempre reattivo Giglio. Dopo 4′ di recupero Rapuano pone fine alle ostilità (si fa per dire…).
Il tabellino
Reti: 38’st Libertazzi.
Branescu; Carfora, Garcia, Magnusson, Befasti; Emanuello (14′ Beltrame), Schiavone, Bouy; Margiotta (1’st Ruggiero, 27’st Padovan). All.Baroni.
Arbitro: Rapuano di Rimini
Ammoniti: Garcia (J) per gioco scorretto.
Espulsi: nessuno