Se c’è un reparto della Juventus che appare a tutt’oggi nettamente inferiore rispetto agli altri è indubbiamente l’attacco. Al di la del ritorno alla base di Sebastian Giovinco e di un Vucinic che nel finale di stagione ha trovato anche la via della rete (9 per lui a fine campionato), la linea offensiva dei campioni d’Italia è costituita di buoni calciatori che però non hanno reso come si sperava durante la stagione scorsa. Manca in particolare, e ormai lo sappiamo fin troppo bene, il bomber che da solo possa garantire 15-20 gol in campionato. Lo scorso anno i numeri sono stati quasi impietosi: capocannoniere Matri con 10 reti, poi appunto 9 di Vucinic, 4 di Quagliarella e 2 di Borriello (in sei mesi). Vero che Conte ha fatto molto turnover lì davanti e che i bianconeri hanno comunque vinto lo scudetto con il secondo attacco della serie A, ma quest’anno c’è anche la Champions League e gli scenari cambieranno notevolmente. L’amministratore delegato Beppe Marotta, insieme al braccio destro Paratici, al presidente Agnelli e a mister Conte, deciderà nelle prossime ore come muoversi; fatto sta che, archiviata la partenza di Borriello, Quagliarella e Matri non sono affatto sicuri di restare a Vinovo, anzi sono sacrificabili in nome del giocatore di cui sopra (volendo, lo si può chiamare top player). Quagliarella piace un po’ a tutti, a cominciare da Sampdoria e Fiorentina, ma potrebbe anche finire in Russia, in particolare allo Zenit San Pietroburgo di Spalletti, che lo stima molto. Sempre lo Zenit, però, non ha mai fatto mistero (anche tramite offerte concrete) di ammirare Vincenzo Iaquinta che, rientrato dal prestito a Cesena, al 99% lascerà la Juventus. Non è da escludere che il club russo faccia un ulteriore tentativo per l’attaccante crotonese. Tra gli attaccanti attualmente in rosa, detto che Vucinic è incedibile e che Giovinco dovrebbe rimanere (a meno di un grosso sacrificio, vedi eventuale possibilità di arrivare a Cavani), chi ha più mercato e quindi rischia di essere ceduto per fare cassa e lasciare spazio al “big” è Alessandro Matri. L’attaccante milanese classe 1984 ha vissuto una stagione 2011-2012 in chiaro/scuro: un’ottima prima metà, ma una seconda da dimenticare, ad eccezione della rete (pesantissima) proprio contro il Milan, che però è risultata essere l’ultima della stagione. Antonio Conte non è un grande estimatore dell’ex Cagliari: più volte gli ha preferito Quagliarella e addirittura Borriello nel finale di stagione. Gli indizi di una possibile partenza di Matri ci sono tutti: il suo nome è sempre stato presente nei vari “pacchetti” che Marotta ha proposto al Napoli per arrivare a Cavani. Chi potrebbe farsi avanti è il Milan, che lo ha avuto nelle giovanili per otto stagioni e poi lo ha fatto esordire in serie A (fu Ancelotti a farlo: era il maggio del 2003, quattro giorni dopo ci sarebbe stata la finale della Champions League proprio contro la Juventus e il turnover premiò Matri: i rossoneri persero 4-2 a Piacenza). A livello tecnico, il Milan sta cercando un sostituto di Ibrahimovic: il nome più caldo rimane quello di Carlos Tevez, ma la volontà di risanare il bilancio potrebbe far pensare a Galliani che sia meglio puntare a un colpo al risparmio piuttosto che coprire la falla lasciata dallo svedese con un altro top player dallo stipendio esagerato. Inoltre, c’è sempre la suggestione del precedente:
Nell’estate del 2001 la Juventus vendette al Diavolo Filippo Inzaghi, che in bianconero aveva realizzato 57 gol in campionato in quattro stagioni ma era stato sacrificato per dare spazio a Trezeguet: Superpippo in rossonero si è rigenerato, diventando uno dei calciatori più amati dai tifosi. Il Milan ci sta pensando seriamente: di sicuro Matri non ha l’appeal che ai tempi aveva uno come Inzaghi, ma la capacità di far gol l’ha ampiamente dimostrata (55 reti in 5 stagioni tra Cagliari e Juventus) e come tipologia di giocatore è decisamente più adatto a giostrare da prima punta di movimento rispetto a Tevez, che parte più da lontano. Semplice suggestione, o realtà? Aspettiamo per capire.