Campionato diserie A 2012/2013, secondo anticipo della prima giornata: la Juventus batte il Parma 2-0 grazie alle reti di Stephan Lichtsteiner e Andrea Pirlo, maturate nella ripresa rispettivamente ai minuti 52 e 57.
Sebbene un po’ impacchettata tatticamente, la gara è stata vivace sin dalle prime battute: la Juventus ha cercato costantemente varchi offensivi senza indugiare troppo a lungo nella gestione e lavorazione della manovra. Meriti anche al Parma che soprattutto nel primo tempo ha organizzato una resistenza ordinata ma senza perdere di vista la metacampo avversaria. Nella ripresa la Juventus ha decisamente accelerato l’offesa mettendo alle corde gli emiliani: il doppio schiaffo in cinque minuti ha sciolto l’organizzazione del Parma mozzandone la verve offensiva, ravvivata solo da un paio di lampi nel finale. Globalmente Juventus-Parma è stata una partita gradevole da vedere.
Mezzo in più per la mezz’ora di fuoco che ha incendiato un match altrimenti complicato dall’accorta tenuta difensiva del Parma. Quest’anno la Juventus parte coi favori del pronostico: gli avversari conoscono le possibilità dei campioni d’Italia e cercheranno sempre di prevenirne l’impeto anziché curarlo come poteva succedere la scorsa stagione. In ogni caso la campagna acquisti è stata mirata proprio a questo, a migliorare ed allargare le soluzioni in faretra: non a caso un grosso contributo è arrivato da Asamoah, simbolo della nuova Juventus per duttilità (ha giocato da esterno) e qualità delle giocate (vedi assist per Lichtsteiner). Globalmente la sfida col Parma ha dimostrato che un po’ di zavorra in più non farebbe male là davanti, per scoperchiare partite del genere che a occhio e croce dovrebbero ricorrere quest’anno, perlomeno in campionato.
Bel primo tempo, concluso meritatamente in parità. Il Parma ha mostrato organizzazione ed una chiara idea di gioco, volta a valorizzare la qualità degli interni (Valdes, Parolo) e la rapidità degli attaccanti (Biabiany, Pabon). Proprio per questo ha forse un po’ stupito il calo repentino nei primi minuti della ripresa, dovuto senz’altro anche all’ingrossarsi della mole juventina. In ogni caso, anche nel secondo tempi gli emiliano hanno avuto due-tre palle gol, nate da contropiedi o calci d’angolo che sono ingredienti base in partite come queste. Il Parma visto questa sera ha dimostrato di potersi giocare la salvezza con tranquillità.
Responsabilità ben distribuite tra gli assistenti, che lo condizionano nel bene (segnalazione corretta del giudice di porta su rigore e gol di Pirlo) e nel male(fuorigioco prima del penalty su Lichtsteiner). Ciò che è prettamente suo (cartellini, gestione scintille) lo fa con logica.
In assordante silenzio dopo il rigore sbagliato da Mirante, si riprende assieme alla squadra dopo la sterzata di inizio ripresa. Cori vari ed eventuali tra cui uno per Del Piero ed altri meno affettuosi per la giustizia sportiva.
Come al solito, presente allorchè chiamato in causa: la sua forza è questa.
Sufficienza che scricchiola, per due-tre svarioni imprevisti che innescano Biabiany.
Sicurezza da veterano in un ruolo non suo: da riproporre, può essere un’ipotesi concreta.
Glaciale, pulito, essenziale: la solita garanzia, pur senza straordinari.
Procura un rigore, apre il match col gol del vantaggio, esce coi crampi: trascinatore nella ripresa dal 33’st PADOIN 6 Entra a giochi quasi fatti.
Sufficienza sporcata dall’errore dal dischetto: il resto è palleggio di raccordo e un assist non sfruttato da Vucinic
Primo tempo lineare, secondo più arioso facilitato dai compagni che raddoppiano movimenti e gli offrono più soluzioni. Raddoppio d’astuzia.
Quest’anno deve diluire le forze: eccolo meno principe attivo e più sovrintendente. Accompagna ogni iniziativa ponderando le accelerate in modo intelligente. In più qualche chicca in palleggio che entusiasma la platea.
Forza della natura: si mangia Rosi e chiunque gli capiti a tiro dominando nelle due fasi la fascia sinistra, che pure non è il suo ufficio. Col suo assist la Juventus svaligia il caveau.
Ben braccato sparge movimenti volitivi e buone giocate tecniche, al tirar delle somme però ininfluenti. Esce nella ripresa per una distorsione alla caviglia sinistra: nulla di grave per fortuna dal 42’st DE CEGLIE s.v.
Utile (e dilettevole) in fase d’assistenza e preparazione al tiro, meno nelle conclusioni ma questo è un classico. Risente dello stretto controllo avversario allargandosi spesso e volentieri alla ricerca d’aria dal 35’st MATRI 6 Ha una voglia matta e inversamente proporzionale alle energie dei compagni, che non riescono ad imbeccarlo a dovere.
All.CONTE (in panchina CARRERA) 6,5 La Juventus gode subito del nuovi acquisti: Asamoah è stato decisivo. Reazione da campioni d’Italia, ma dopo l’intervallo.
Nautralizza Vidal ma accompagna Pirlo al raddoppio.
Generoso anche in aiuto all’attacco ma in sofferenza nelle retrovie.
Dei tre dietro è l’unico a tener botta costantemente, pur nelle ruvidezze che talvolta lo contraddistinguono.
Il saccone di mestiere lo aiuta nell’allargare Giovinco e Vucinic, che non hanno la scaltrezza del centravanti classico. Più in difficoltà se puntato palla a terra.
ROSI 4,5 – Macinato da Asamoah, non attacca nè difende Giornata no dal 36’st PELLE’ 6 – Sportellate e una spizzata pericolosa.
Deve limitare l’irruenza, che lo porta, tra le altre cose, a commettere falli troppo duri dal 13’st BELFODIL 5,5 – Entra nel momento peggiore e non può far molto. Vicino al gol sottoporta.
Riferimento puntuale ma raramente illuminato, soffre la fisicità dei vari Marchisio, Vidal e Asamoah che ne incrociano la rotta.
Ordinato ma mai troppo intraprendente, soprattutto nel secondo tempo quando ci sarebbe bisogno di osare.
Più vivo di Rosi ma si perde Lichtsteiner, che nella ripresa lo mette i riga.
– I pericoli maggiori del Parma portano il suo nome, in calce o da qualche parte.
Inizio promettente, si scioglie in fretta: rimandato dal 13’st NINIS 6 – Come Belfodil entra in un momento non facile, si va notare con un bel sinistro da fuori respinto da Storari.
All.DONADONI 5,5 Parma ben organizzato ma dura un po’ poco: lavori sulla tenuta anche mentale.
(Carlo Necchi)