C’è il derby di Torino fra i Granata e la Juventus domani alle ore 12.30, e chi meglio di un torinese doc come Claudio Marchisio può raccontarci le sensazioni pre-stracittadina? Il Principino è stato protagonista di una lunga intervista concessa a diversi quotidiani sportivi in cui appunto ha parlato del big match dell’Olimpico ma non solo. Fra le prime parole rilasciate, un consiglio di mercato all’amministratore delegato Beppe Marotta. Nelle file Granata c’è un giocatore che a Marchisio piacerebbe moltissimo vedere con la casacca della Juventus: «Beh, Cerci: è normale – confessa riferendosi all’esterno d’attacco del Toro – Sta facendo benissimo. E poi a me piace molto Immobile, lo dicevo: è cresciuto nel nostro settore giovanile, si sacrifica molto per la squadra». Sarà un derby particolare soprattutto per Immobile e Ogbonna, visto che i due si sono di fatto scambiati la casacca durante il mercato estivo. Marchisio però non si sbilancia su chi ha fatto meglio in questa operazione: «Sono giocatori diversi. Angelo ha già dimostrato, anche in Nazionale, di essere un ottimo calciatore. Idem Ciro: grande stagione al Pescara, è stato un po’ sfortunato al Genoa, ma gli auguro che l’esperienza al Torino possa essergli utile».
Su una cosa però è certo il Principino: vuole la Juventus. Nonostante le voci di mercato circolanti continuino ad associare il nome del centrocampista bianconero alle big estere, in particolare al Manchester United, la realtà sembra ben differente: «La mia speranza è di chiudere la carriera alla Juventus – non si nasconde lo juventino – Rinnovo? No, non ancora. C’è tempo. Poi, è normale che se mi arrivasse…». Marchisio non soffre eccessivamente la pressione, nonostante la presenza in squadra di un certo Paul Pogba, che sta facendo sentire il proprio fiato sul collo a tutti i componenti del reparto di mezzo dei campioni d’Italia. Il centrocampista bianconero, però, la pensa diversamente: «No, non è questione di fiato sul collo – spiega Marchisio – E’ questione di squadra competitiva: è giusto che ci sia la caccia al posto, e non siamo neppure così abbondanti. Quattro-cinque, basta una squalifica e torni di nuovo contato. Più siamo, meglio è. Tutti vorrebbero giocarle tutte, ma un po’ di turnover è inevitabile». Più semplice di così…