FIORENTINA-JUVENTUS/ News, l’importanza di chiamarsi Padoin
La Juventus batte la Fiorentina e vola in finale di Coppa Italia dopo aver ribaltato la sconfitta interna dell’andata. Merito di Allegri e di come ha saputo inserire gregari alla Padoin

Nella Juventus che schianta la Fiorentina al Franchi, ribalta la sconfitta dell’andata e si regala la seconda finale di Coppa Italia negli ultimi quattro anni c’è un giocatore che rappresenta alla perfezione la stagione bianconera e un Triplete che pur tecnicamente difficile resta ancora possibile. Si chiama Simone Padoin: i bianconeri lo hanno acquistato per 5 milioni di euro nel gennaio 2012, per volere di Antonio Conte che lo aveva allenato all’Atalanta. Si disse: tutta questa spesa per un gregario? I numeri dicono che quest’anno Padoin ha giocato 23 partite per un totale di 1053 minuti, praticamente un tempo a ogni uscita in poco più della metà delle gare disponibili: sì, un gregario. Ma è il simbolo di questa Juventus: in che modo? Semplice: intanto, dove lo metti sta. In questa stagione ha giocato come interno di centrocampo, regista arretrato, terzino destro e sinistro, esterno in mediana; sempre con esiti incoraggianti. Un fenomeno non lo è, ma il punto è che per arrivare in fondo alle competizioni e sollevare i trofei servono anche e soprattutto i gregari. Che sono i giocatori che magari non vengono scelti per le partite che pesano, ma concedono minuti e partite di riposo ai titolarissimi. Nel caso del friulano a più di un titolare, senza farli troppo rimpiangere. Ricordate la Juventus di Marcello Lippi? Vinse una Champions League schierando Torricelli e Pessotto in finale, prese scudetti e coppe con Porrini e Iuliano, Birindelli e Padovano. Non fenomeni, ma servivano anche loro (per esempio, nella semifinale di Champions League 2003 Birindelli nascose la palla a un certo Luis Figo). Quello che conta è l’impostazione, la mentalità, l’organizzazione: in questo Massimiliano Allegri è molto simile a Lippi, perchè è riuscito a forgiare una Juventus nella quale tutti gli effettivi portano il loro mattoncino. E’ chiaro ed evidente che non si possa pensare di vincere tutto con Padoin, Coman, Marrone e De Ceglie sempre titolari; ma si può pensare di arrivare a giocarsi i titoli con gli elementi di cui sopra che quando sono chiamati in causa tengono lo stesso livello. Il Triplete resta distante: onestamente, in Champions League la storia è molto complicata. Se però a metà aprile lo si può ancora sognare è grazie non soltanto ai Tevez e ai Pogba, ma anche ai Padoin della rosa.
(Claudio Franceschini)
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