CHAMPIONS LEAGUE/ Zenit San Pietroburgo-Milan (2-3): la cronaca e il tabellino con marcatori e ammoniti (gruppo C)

- La Redazione

La cronaca della partita con marcatori e ammoniti di Zenit San Pietroburgo-Milan, partita valida per la seconda giornata del gruppo C di Champions League, giocata allo stadio Petrovskij.

Spalletti_Zenit Foto: InfoPhoto

Il Milan batte lo Zenit San Pietroburgo 3-2 e passa momentaneamente al comando del gruppo C di Champions League, in attesa della sfida tra Anderlecht e Malaga. E’ stata una partita molto bella, che i rossoneri hanno mandato in porto grazie a un autogol nel finale di partita, quando sembrava che lo Zenit di Spalletti avesse assunto il comando delle operazioni e potesse centrare i tre punti. Ottimo avvio dei rossoneri, che poi si sono seduti ma al momento giusto hanno trovato la via del gol. Lo Zenit ha ancora 0 punti nel girone e si complica la vita, ma la prestazione è stata importante e da qui si può ripartire per il futuro prossimo, anche perchè è stato ritrovato Witsel che ha giocato una partita importante (clicca qui per le pagelle di Zenit San Pietroburgo-Milan).

Allegri sceglie Bojan al centro dell’attacco: dietro di lui Emanuelson, Boateng ed El Shaarawy, De Jong-Montolivo in mediana con Zapata confermato al centro della difesa. Nello Zenit si vede finalmente Axel Witsel, che prende in mano le chiavi della squadra, Hulk è nella linea dei tre attaccanti insieme a Kerzhakov. Il Milan inizia che meglio non si può: fa girare palla e attacca la porta di Malafeev con grande costanza, si guadagna subito un’occasione con Boateng che alza l’esterno su cross basso di Bojan. E’ il preludio al gol: il giro palla circolare e continuo produce una punizione al limite da sinistra. Batte Emanuelson, che trova la deviazione di Shirokov in barriera: Malafeev è spiazzato. Ci vogliono solo tre minuti per vedere il secondo gol, ed è un capolavoro: il Faraone parte dalla trequarti, punta tutta la difesa, aggira Lombaerts come un paletto e chiude con il piatto alle spalle del portiere. Sembra che la serata sia una formalità per il Milan, e invece lo Zenit non ci sta: Spalletti sprona i suoi, che alzano il baricentro e cominciano a farsi vedere dalle parti di Abbiati con regolarità. Un paio di conclusioni di Hulk e Shirokov finiscono alte, ma poi i russi aggiustano la mira e si fanno decisamente pericolosi: la baracca regge solo grazie all’estremo difensore, che sventa da campione su Bystrov, Hubocan, una spizzata maligna di Montolvo e una sassata su punizione di Hulk, che vede sbucare all’ultimo. Passano i minuti, lo Zenit non segna e il Milan sembra reggere; anzi, nel finale torna ad affacciarsi dalle parti di Malafeev. Ma è un fuoco di paglia, perché Bojan è lasciato solo e non tiene palla, e la pressione dello Zenit continua. Fino a risolversi nel gol che riapre i giochi: Shirokov è bravo a servire Hulk che scatta sul filo del fuorigioco (forse oltre?) e, entrato in area, non può sbagliare con un sinistro sul quale stavolta nemmeno uno strepitoso Abbiati può fare qualcosa. Si va negli spogliatoi con lo Zenit galvanizzato, e il Milan che deve riprendere in mano le fila del discorso.

La doccia fredda per il Milan arriva subito: angolo di Hulk a rientrare, Montolivo si perde Shirokov sul secondo palo e il centrocampista russo può infilare di testa. Il 2-2 scalda il Petrovksij e mette ancora più paura ai rossoneri, che abbassano ulteriormente il loro baricentro e non riescono a uscire. Allegri si gioca la carta Pazzini (per Bojan) e successivamente Nocerino (per Emanuelson) ma le cose non cambiano perchè nel frattempo anche Hulk e Witsel crescono esponenzialmente e mettono a ferro e fuoco la difesa. Peccato per Spalletti che la mira scarseggi e che la difesa del Milan faccia massa al limite dei 16 metri e non faccia più entrare niente; la partita è comandata dallo Zenit, che ha il solo demerito di non chiuderla quando ne avrebbe tutte le possibilità. Così il Milan prende coraggio negli ultimi venti minuti, cominciando a farsi vedere dalle parti di Malafeev con una serie di azioni tambureggianti. Spalletti prova Zyrianov per la vittoria, ma al 76′ deve addirittura capitolare quando Montolivo mette al centro basso da destra: Pazzini non ci arriva, ma il suo movimento disturba Hubocan che va in crisi e goffamente mette nella propria porta. Incredulo, lo Zeniti si butta in avanti, ma stavolta manca la lucidità necessaria per far male all’avversario. L’ultima palla buona ce l’ha Anyukov sul destro: botta al volo su respinta fuori area, Abbiati se la vede sbucare all’ultimo ma allunga una manona non si sa come e smanaccia in angolo. Sulla sua parata si spengono le speranze russe e il Milan può esultare: nel fine settimana c’è il derby, la squadra ci arriva in fiducia e Allegri si rinsalda sulla panchina.

Marcatori: 13′ Emanuelson (M), 16′ El Shaarawy (M), 47′ p.t. Hulk (Z), 49′ Shirokov (Z), 76′ aut. Hubocan (M)

Malafeev; Anyukov, Hubocan, Lombaerts (89′ Bukharov), Criscito; Fayzulin (79′ Kanunnikov), Shirokov, Witsel; Bystrov (72′ Zyrianov), Kerzhakov, Hulk. All. Spalletti

Abbiati; Abate, Bonera, Zapata, Antonini; De Jong, Montolivo; Emanuelson (64′ Nocerino), Boateng (81′ Yepes), El Shaarawy; Bojan (52′ Pazzini). All. Allegri

Arbitro: Bryck (Germania)

Ammoniti: Fayzulin (Z), Anyukov (Z), Bonera (M), El Shaarawy (M), Hubocan (Z), Yepes (M), Shirokov (Z)

Recupero: 2′ primo tempo, 4′ secondo tempo







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