Il doppio ex Carlo Ancelotti non sarà tra gli spettatori di Milan-Juventus: “Sarò impegnato a Lione con il Psg quella stessa sera”. Il tecnico del club parigino ha accettato comunque di presentare la grande sfida, che per lui rappresenta un autentico tuffo nel passato. “Vedo una Juve con grandissimo entusiasmo, anche se non la darei per favorita”, ha spiegato ai microfoni di Mediaset Premium, nel corso del programma ‘La Tribù del calcio’ (l’intervista andrà in onda domani sera alle 23). Ancelotti, personaggio notoriamente diplomatico, non ha disdegnato, comunque, una bella bacchettata nei confronti di Allegri e della dirigenza rossonera, ‘rei’ di aver sbolognato Andrea Pirlo, per di più ad una diretta concorrente: “Pirlo? Non l’avrei mai ceduto, o al massimo l’avrei dato al Chelsea o al Psg, visto che avrebbe trovato me”, è stata la sua conclusione, in tono chiaramente scherzoso. Può anche darsi che la cessione del centrocampista della Nazionale – da lui ‘reinventato’ come playmaker basso – sia stata motivata esclusivamente da ragioni economiche. Magari Andrea “voleva più soldi e il Milan non glieli voleva dare. E’ andato a prenderli alla Juventus”. Società che ad Ancelotti evoca tantissime cose, a partire dalla fascinazione assoluta per Zinedine Zidane, “in assoluto il giocatore più forte che abbia mai allenato”. Peccato solamente – ha poi aggiunto – che “raramente, in partita, riusciva a fare le cose mostruose mostrate in allenamento”. Conciso su Alex Del Piero: “Da me ha avuto quello che era giusto avesse, vista la sua grande e unica professionalità”. L’onestà intellettuale di Ancelotti si evince nell’autocritica su Thierry Henry, che il tecnico di Reggiolo si ostinava a schierare da esterno sinistro di centrocampo: “E invece era un fortissimo centravanti, con lui ho preso una cantonata”. Nessun rancore, comunque, verso Luciano Moggi, che decise di sollevarlo dopo due anni senza tricolore: “Anzi, fu lui a bloccarmi mentre stavo andando in Turchia ad allenare il Fenerbahce”. Il benservito ricevuto da Madama non è stato troppo traumatico. Chiusa la porta Juve, si è aperto il portone Milan, come sottolineato dallo stesso Carletto con una felice metafora.
A Milano Ancelotti ha poi vinto uno scudetto e due Champions: mica male. Vinto il titolo, Allegri firmerebbe subito per le seconde…