Sono ore cruciali in casa Milan. Il club rossonero starebbe negoziando la cessione del suo pezzo più pregiato, ovvero Thiago Silva, al Paris Saint-Germain. Sulla vicenda, per la verità, stanno circolando diverse versioni, anche in contrasto tra di loro. “Solo chiacchiere giornalistiche”, ha fatto sapere Ariedo Braida, e pure sulla presunta presenza del brasiliano a Parigi non c’è concordanza di vedute. Al di là dei dettagli della vicenda, il tifoso milanista è sinceramente preoccupato: cedere il difensore più forte al mondo sarebbe un inequivocabile segnale di ridimensionamento. Anche il nostro campionato, che ha già perso Lavezzi – pure lui ‘rapito’ dal Psg – sarebbe infinitamente più povero. Per fare ordine sulla telenovela Thiago, abbiamo chiesto, dunque, l’intervento di uno dei più stimati ‘milanologi’ in circolazione, Tiziano Crudeli, telecronista-tifoso del Diavolo: sentiamo cosa ci ha raccontato, in esclusiva per IlSussidiario.net.
Allora, Crudeli: che fa, Thiago Silva, parte o non parte? In queste ore se ne stanno sentendo di tutti i colori…
Guardi, al momento non ho certezze, né in un senso né in un altro. La logica, però, mi dice che il Milan non può avallare un’operazione del genere. Prendi 45 milioni (la cifra che il Psg dovrebbe sborsare, ndr), e va bene, ma poi chi compri? Dove sono in giro difensori del calibro di Thiago?
Per di più, in un reparto che ha già perso un certo Nesta.
Appunto, vai ad indebolire un reparto come la difesa, che è la base per costruire qualsiasi grande squadra.
Sulla vicenda, c’è chi, come Braida, che bolla il tutto come chiacchiere e chi, come i media francesi, che danno l’affare in dirittura d’arrivo. A chi dobbiamo credere?
E’ difficile credere a Tizio piuttosto che a Caio. Se l’affare è dettato da ragioni economiche, lo posso capire, ma allora in quel caso bisogna andare davanti ai tifosi e dire chiaramente come stanno le cose. Cedere un asso di questo calibro, che per me è assolutamente insostituibile, starebbe a significare un ridimensionamento delle ambizioni del club.
Certo, adesso quelle dichiarazioni di Ibrahimovic (“Il Milan non ha soldi”) che tanto fecero infuriare la società suonano beffarde.
Altro che Ibra, ora il mal di pancia verrà a tutti i tifosi. Immagino le polemiche, se davvero questa cessione dovesse andare in porto. Io dico che il Milan non può e non deve cedere i suoi due pilastri, che sono appunto lo svedese e Thiago.
Senza il brasiliano i rossoneri rischiano di lasciare campo libero in Italia alla Juve, che invece prenderà Isla e Asamoah.
Sì, ma a quel punto il Milan diventerebbe inferiore non solo alla Juventus, ma anche ad altre squadre. No, il Milan senza Thiago perde tantissimo. (continua)
C’è chi lo vede a Parigi (i francesi) e chi smentisce tutto, come i colleghi di Milan Channel. Cos’è, un fantasma?
Su questo non saprei risponderle. Io, in definitiva, mi sento come San Tommaso: se non vedo, non ci credo. Non posso pensare che il Milan dia l’ok ad un’operazione di questo genere.
Si consoli: magari potrebbe finire come nel caso della telenovela Kakà-City del 2009…
Erano altri tempi, e poi all’epoca c’erano tantissimi giocatori di qualità in giro, tanto che il Milan ha dimostrato di saper vincere anche senza il brasiliano. Il problema è sempre quello: oggi, con una quarantina di milioni, chi vai a comprare? Si fanno tanti nomi per la difesa – Acerbi, Dedè eccetera – ma con tutto il rispetto siamo lontani anni luce da Thiago Silva.
Ci faccia la sua previsione sulla telenovela.
Certezze, come le dicevo, non ce ne sono, ma credo e spero che alla fine il Milan non faccia l’errore di cederlo.
Magari partirà Ibra…
Da mie fonti so per certo che per lo svedese non è mai arrivata alcuna offerta.
L’eventuale cessione di Thiago Silva, comunque, non le sembra un segnale di debolezza da parte di Berlusconi? Potrebbe essere lui a lasciare, forse, visto che c’è pure l’emiro Al Maktoum nei paraggi di via Turati…
I problemi finanziari ci sono, è inutile nasconderlo, ma credo che Berlusconi, per come lo conosco, sia ancora innamorato del Milan. Non ci credo ad un suo addio. Quanto all’emiro, vedremo cosa ci riserverà il futuro. In questo momento sono in attesa, non sono né tranquillo né agitato.
(Alessandro Basile)