Silvio Berlusconi ha pranzato con la famiglia, come ogni lunedì, nella sua villa di Arcore; erano presenti anche i vertici Fininvest e a tema c’è stata anche la cessione del Milan, sullo sfondo di una riunione che ovviamente ha toccato come punto principale i ballottaggi delle elezioni amministrative. Quello che esce da Villa San Martino, come riporta la Gazzetta dello Sport, non è positivo per la trattativa che dovrebbe portare alla cessione del 70% delle quote del Milan: di fatto Berlusconi non ha ancora sciolto le riserve che aveva sulla cordata cinese e il suo effettivo impegno, e – ricorda la Gazzetta – dopo le tante parole spese nell’ultima settimana l’ultima dichiarazione diretta sul tema rimane quella sui cinesi che “mangiavano i bambini”, una battuta ovviamente ma che ha ben fotografato il momento di perplessità del presidente. Tra 9 giorni scade il contratto di esclusiva che Fininvest aveva firmato per la durata di un mese: ovviamente potrà arrivare una proroga, ma Nicholas Gancikoff e Sal Galatioto, che rappresentano gli investitori cinesi, non darebbero certo un bel segnale se non dovessero firmare entro questa data. Staremo a vedere, ma per il momento non ci sono novità sostanziali.
Altre novità nell’ambito della cessione Milan: stando a quanto riporta SportMediaset, la firma del contratto preliminare potrebbe slittare anche oltre il 15 giugno. Non casuale visto che, come abbiamo già riportato, si tratta del giorno in cui scadrà l’esclusiva che Fininvest aveva concesso al gruppo cinese per trattare la cessione delle quote di maggioranza. Le ultime notizie ci dicono che si potrebbe andare oltre questo giorno: i documenti da esaminare sono molto complessi ed è necessario avere il tempo giusto. Inoltre si sta lavorando sull’unico punto che ancora frena Silvio Berlusconi, ovvero la garanzia che la cordata cinese investa ogni anno una cifra ben precisa per rinforzare il Milan e riportarlo ai livelli cui aveva abituato i suoi tifosi. Le notizie in questo senso sono contrastanti: si era detto in precedenza che una delegazione cinese sarebbe in arrivo a Milano nella giornata di lunedì 13 giugno, e che quella potrebbe essere la data giusta per firmare il contratto di esclusiva. Sia Fininvest che Nicholas Gancikoff, rappresentante del gruppo cinese, hanno comunque invitato a essere flessibili sul giorno delle firme.
Non ci sono novità per quanto riguarda la cessione Milan: come abbiamo già riportato Silvio Berlusconi si è incontrato a pranzo con i figli e i vertici Fininvest ma, come ha riportato Marco Nosotti di Sky Sport, oggi le priorità sono altre. Ovvero, valutare i risultati delle elezioni amministrative, dove il suo partito non ha decisamente fatto bene (nonostante qualche highlight, come i ballottaggi ottenuti a Napoli e Milano, ma con il flop di Roma). Le ultime novità dunque sono quelle già riportate: ormai c’è accordo totale sulle cifre che dovrebbero essere inserite nel contratto, la scadenza dell’esclusiva (15 giugno) dovrebbe essere rispettata ma al momento Berlusconi dovrebbe ancora sciogliere le riserve relative all’effettivo impegno che la cordata cinese metterebbe nel Milan, ovvero quanto gli investitori abbiano in mente di mettere sul piatto per garantire ai rossoneri un grande futuro.
Situazione di stallo per quanto riguarda la cessione Milan. Come ha raccontato Marco Nosotti, inviato di Sky Sport, si attende qualche novità dal pranzo di Arcore nel quale Silvio Berlusconi incontrerà i figli e i vertici Fininvest, prendendo probabilmente la sua decisione definitiva circa la cessione delle quote di maggioranza della società alla cordata cinese, rappresentata da Sal Galatioto. Una situazione che ovviamente tiene in stallo anche il calciomercato: tutte le strategie infatti saranno decise di comune accordo con gli investitori cinesi, e dunque bisogna attendere che arrivi la firma sul contratto (abbiamo già detto che la scadenza è quella del 15 giugno, data in cui avrà termine il contratto di esclusiva firmato lo scorso mese). Dunque anche la situazione legata all’allenatore per il momento è bloccata: il Milan punta Unai Emery ma c’è la concorrenza del Psg, nell’ombra – ma nemmeno troppo – rimane Cristian Brocchi che si è già detto disponibile a riprendere in mano il Milan qualora la cessione ai cinesi dovesse saltare. Per il momento, ad ogni modo, bisognerà aspettare ancora.
Sono giorni decisivi per la cessione del Milan: l’orologio corre, sta scadendo l’esclusiva – della durata di un mese – che Silvio Berlusconi aveva firmato con la cordata cinese rappresentata da Sal Galatioto. Ieri avevamo raccontato di un possibile e clamoroso dietrofront da parte del presidente rossonero, ma i contatti proseguono; c’è tempo fino al prossimo 15 giugno ma, come riporta Repubblica, la firma del contratto preliminare potrebbe essere anticipata di qualche giorno. Il prossimo 13 giugno – lunedì – dovrebbero arrivare a Milano alcuni rappresentanti cinesi; una data che potrebbe essere utile per apporre le firme aprendo così una nuova era per la società Milan. Nel frattempo attendiamo indicazioni e novità dal pranzo di Berlusconi con i figli e i vertici Fininvest in programma oggi ad Arcore.
Altre possibili novità in arrivo oggi dalla cessione del Milan. Oggi, come riporta la Gazzetta dello Sport, è previsto un altro vertice ad Arcore; ci sarà un pranzo a Villa San Martino e sarà presente anche Silvio Berlusconi, che si incontrerà con i figli e con i vertici Fininvest. Potrebbe essere il giorno decisivo, o comunque quello in cui il presidente del Milan deciderà una volta per tutte di cedere le quote di maggioranza alla cordata cinese; negli ultimi giorni Berlusconi ha sempre lasciato intendere la sua convinzione di come sia necessario trovare nuovi finanziatori per riportare il Milan ai vertici italiani ed europei, anche se non sono mancate parole maggiormente improntate allo scetticismo e ai dubbi su questa operazione. Adesso però è arrivato il momento di chiarire tutto con gli interlocutori diretti; decidere se proseguire nel suo progetto, improntato sui giovani e su una crescita graduale di una squadra con forte impronta italiana, oppure se vendere seguendo l’esempio dell’Inter, che in poco tempo ha rotto gli indugi e passato la mano al gruppo di investimento cinese. Ora si vedrà; oggi in ogni caso sono attese delle novità importanti.
Sono ore caldissime per la trattativa tra il patron del club rossonero Silvio Berlusconi e la cordata di industriali cinesi intenzionati all’acquisto del Milan. La data decisiva sembra essere fissata al 15 giugno, giorno in cui scadrà l’esclusività per i cinesi dell’accordo. molto si è ipotizzato sui protagonisti di questa cordata che viene dall’Oriente e molti nomi sono spuntati agli onori della cronaca ma senza grosse conferme. E’ però degli ultime ore la notizie che Kweichow Moutai portebbe far parte di questo gruppo di dirigenti: lo riferische chinadaily.com, confermando così un sospetto alimentato da qualche tempo. L’azienda in questione, la principale produttrice di liquori in Cina, è un’impresa di proprietà statle guidata dal presidente Yuan Renguo. Gli interessi della società sono però molto variegati e oltre i liquori produce e vende bevande non alcoliche, prodotti alimentari e sviluppa nuove tecnologie anti contraffazione. L’impresa Kweichow Moutai si era quotata in borsa a Shanghai già nel 2001 e le sue disponibilità finanziarie sono assai notevoli, come quelle di Baidu ed Evergrande che già si erano fatte avanti con la società rossonera.
L’ipotesi di un Milan autarchico piace: piace soprattutto a Silvio Berlusconi, il quale potrebbe ritrovare nuove energie da spendere nel progetto del nuovo Milan, autonomo, ricostruito da zero con tanti giovani cresciuti nel vivaio. Un nuovo esperimento in cui l’ex cavaliere potrebbe quindi riconoscersi, accompagnato da aluni suoi fidati come per esempio il tecnico ed ex rossonero Cristian Brocchi. il rinnovo con l’allenatore potrebbe essere il primo segnale di un serio raffreddamento delle trattative con la cordata cinese, messa in serio pericolo nelle ultime ore. Decisivi i prossimi giorni, in cui Berlusconi prenderà tempo per riflettere sulla cessione milionaria, contratto sul quale potrebbe eventualmente oesare anche il risultato elettorale delle elezioni amministrative in programma oggi in 1342 comuni italiani.
In queste gornate così intense, in cui voci e ipotesi si rincorrono senza però trovare conferma. L’impressione che oggi si vive è che la trattativa tra Berlusconi e cinesi stia vivendo una fase di stallo. Probabilmente per l’ex cavaliere oggi la sua attenzione è completamente assorbita dalle elezioni amministrative di oggi. In ogni caso i colloqui, almeno ufficialemnte continuano, anche se probabilmente molto si vedrà nel corso della giornata di domani, probabilmente dopo il consueto pranzo del lunedì ad Arcore. La propota della cordata degli industriati cinese è di mettere sul piatto come controparte 400 milioni di euro in cinque anni da investire totalmente nella squadra, ma al momento l’idea di seguire l’esempio del Leicestre affascina non poco il patron rossonero: Berlusconi si è infatti detto pronto anche a ripartire da zero con un nuovo progetto Milan, giovane e italiano, con molti ragazzi cresciuti nei vivai delle primavere e delle giovanili.
La cessione del Milan si farà? Fino a pochi giorni fa la risposta affermativa sembrava scontata e c’erano al massimo dubbi sui tempi, invece le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi hanno rimesso tutto in discussione anche perché sembra che dopo le ultime esternazioni del presidente del Milan si siamo decisamente raffreddati i rapporti con Sal Galatioto, l’advisor italo-americano che sta portando avanti la trattativa con Fininvest per conto della cordata cinese che ambirebbe appunto ad acquisire il pacchetto di maggioranza del Milan. Di certo ha fatto molto rumore la battuta di Berlusconi sui “cinesi comunisti che mangiavano i bambini”, ai quali dunque non vorrebbe affidare il suo amatissimo Milan. Al di là di queste affermazioni colorite, il nocciolo della questione sulla cessione del Milan sono gli investimenti: il patron vuole essere certo che i cinesi investano in modo continuativo cifre importanti per riportare il Milan ad essere protagonista “in Italia, in Europa e nel mondo”, che d’altronde è l’unico motivo che potrebbe portare Berlusconi a farsi da parte. Una cosa è certa: il patron è innamorato della sua “creatura”, ma proprio per questo motivo gli risulta difficilissimo separarsene e vuole avere ogni possibile garanzia, fin nel più piccolo dettaglio.
La cosa evidentemente sta dando fastidio a Galatioto, che ha già gestito passaggi di proprietà anche di grandissima importanza, ad esempio quello che ha portato i Golden State Warriors (i vincitori dell’ultima Nba, in finale anche quest’anno) agli attuali proprietari, che tra l’altro hanno dato una svolta a una franchigia che fino a quel momento non era certo di primo piano. Nemmeno questo biglietto da visita evidentemente basta a Berlusconi: come minimo i tempi per la cessione del Milan si allungheranno e questa non è una buona notizia per una società che finora non ha deciso nemmeno il nome dell’allenatore per la prossima stagione – a questo punto salgono le quotazioni di Cristian Brocchi? Il dubbio però è che la trattativa possa addirittura saltare del tutto: in fondo c’è il freschissimo precedente di Bee Taechaubol, finito nel dimenticatoio dopo essere stato per molti mesi vicinissimo all’acquisto del Milan, a insegnarci che portare via a Berlusconi la sua squadra non sarà facile per nessuno…