Il Chelsea stritola il Napoli e passa il turno. Ma la superiorità dei blues è tutta nei numeri, perché il punteggio e le statistiche non rispecchiano fino in fondo lo svolgimento della partita. Perché, come diceva Le Mazieler, “le statistiche sono come il bikini. Ciò che rivelano è suggestivo, ma ciò che nascondono è vitale”. Propprio così, perché altrimenti non si spiegherebbe il fatto che il Napoli, comunque, esce al passivo. Perché 4 gol al passivo sono tanti, così come un possesso palla di 56% a 44% e un predominio territoriale di 60% a 40%. Ma in realtà, si scopre poi che il Napoli ha tirato una volta in più del Chelsea, 23 a 22, che il 74% dei passaggi azzurri erano positivi, che sono stati fatti più di 400 passaggi, che i partenopei hanno azzardato il dribbling più volte delle stelle di Abramovich e Di Matteo, 28 a 24. E si capisce il motivo dell’eliminazione degli italiani: l’avere di fronte un cosiddetto top club, che fa colazione a pane ed esperienza, spalmato di qualità. Il che si vede nell’81% dei passaggi positivi (impressionante), nei 20 contrasti vinti in più, negli oltre 500 passaggi, per fare degli esempi. Insomma, queste statistiche, più che osannare il Chelsea, sembrano giustificare il Napoli, onorando dei guerrieri che, ancora una volta, hanno meritato gli applausi.
Nel momento migliore del Napoli, al 28’, ecco il vantaggio del Chelsea, firmato da un grande campione quale Drogba: cross di Ramires, l’ivoriano si beve Aronica e in torsione anticipa il difensore, frustando con la testa il pallone e infilando De Sanctis sul primo palo. 1 a 0, ghiaccio rotto.La tanto attesa rete del 2 a 0, il risultato giusto per passare, arriva al 47’ grazie a Terry, che sfrutta un gioco di blocchi in area per deviare in rete un cross da calcio d’angolo, anticipando Aronica, ancora una volta in ritardo.La speranza napoletana è firmata Inler, che realizza un gran gol, stoppando al limite di petto e colpendo di controbalzo tagliato con l’esterno un pallone che brucia il campo e insacca la rete: Cech immobile può solo raccogliere.Ma purtroppo la festa dura poco, e viene rovinata da un’ingenuità di Dossena, ancora su angolo, stoppa con un braccio troppo largo un’incornata del solito Terry. Rigore palese, Lampard dal dischetto sfonda portiere, rete e tribuna retrostante. Siamo al 75’, 3-1. La beffa arriva all’ultimo minuto del p.t.s., quando Ivanovic segna il gol decisivo: da destra Ramires ubriaca di finte Aronica, serve a Drogba che dal limite si gira e la butta dentro. La palla arriva al difensore, che è così solo sul dischetto del rigore che è libero di guardare, caricare e mirare. Il 4-1 è la naturale conseguenza. Così come l’eliminazione.
Ovviamente amareggiato alla fine Walter Mazzarri, che individua nell’infortunio di Maggio l’episodio chiave, e lamenta l’assenza di esperienza dei suoi: “Dispiace uscire così. Da un punto di vista del gioco, anche sullo 0-0 abbiamo creato tre-quattro palle gol. Dal’infortunio di Maggio, che stava andando bene, abbiamo capito che le cose si mettevano male. Loro sono stati più bravi di noi sulle palle inattive. Più che fare la marcatura a uomo non potevamo: loro ci sovrastavano, abbiamo incassato qualche calcio d’angolo di troppo. Lo sapevamo che era pericoloso. Ci è mancata un po’ di esperienza, dobbiamo crescere”. Inevitabile un bilancio di questa splendida avventura: “Dopo 21 anni siamo arrivati a eguagliare il record del Napoli di Maradona. Siamo orgogliosi di questo. Ora voltiamo pagina. Il mio Napoli in Champions è stato fantastico: abbiamo superato il girone alla grande, il voto giusto sarebbe 8 per quello che era stato detto a inizio stagione. Abbiamo commesso ingenuità dovute all’inesperienza. Avevamo quasi tutto da perdere, in mezzo a questa bolgia abbiamo fatto errori comprensibili, eppure abbiamo sprecato tanto contro una squadra che prima di oggi in casa non aveva incassato gol. Che dire? Noi siamo stati comunque fantastici in questa partecipazione in Champions League. I ragazzi hanno dato tutto e nello spogliatoio ho cercato di tirarli su di morale”.Concentrato sull’Italia e sulla posta ancora in palio il presidente De Laurentiis, che afferma: “Se lasci un minimo spazio al Chelsea ti punisce. Noi abbiamo sbagliato molto, ma questa avventura è tutta esperienza. Mica è finita: ora ripartiamo e pensiamo a campionato e Coppa Italia”.Infine il capitano, Paolo Cannavaro, deluso ma orgoglioso: “Hanno saputo sfruttare le loro occasioni, anche noi ne abbiamo avute e non siamo stati capaci di sfruttarle. Purtroppo a certi livelli queste cose si pagano. Ma noi usciamo da questa Champions League non a testa alta, ma altissima. C’è stata un’incomprensione in occasione del loro secondo gol. Avevamo tanta voglia di risalire in classifica per garantirci la Champions League anche l’anno prossimo. Ora più che mai”
Gongola invece un altro italiano, Roberto Di Matteo, neo allenatore del Chelsea che all’esordio in Champions League ha colto la terza vittoria in tre partite, capovolgendo gli schemi di AVB: “Non è una questione di senatori o di rapporti. C’è bisogno solo di undici giocatori e non è vero che nel passato ci sono stati questi problemi: il gruppo è sempre stato unito. Ci è voluta una grande prestazione per richiamare l’orgoglio di questi ragazzi. Dovevamo tornare a essere solidi in fase difensiva – spiega Di Matteo – Non bisognava subire gol, perché con quei giocatori sapevo che prima o poi noi l’avremmo trovato. E così è stato. Dovevamo mantenere un buon equilibrio per ridurre le forze del Napoli anche se loro hanno giocatori che possono sempre far male. Ci è andata bene”Il capitano dei blues, JT, spiega il motivo del netto cambio di passo: “Solidi, equilibrati, capaci di proiettarci in avanti – spiega John Terry – Abbiamo dimostrato di essere una squadra stasera. Quel desiderio, quella voglia di fare gruppo. Abbiamo fatto vedere cos’è il Chelsea stasera”. (Giovanni Gazzoli – @giogazzoli)