Napoli-Siena si chiude con il risultato di 2-1. Novanta minuti di pure emozioni quelli del San Paolo perché nell’impianto di Fuorigrotta si giocano tre partite: quella tra Napoli e Siena, quella tra i tifosi azzurri ed il Pocho Lavezzi ed infine quella sulle radioline, ad ascoltare le notizie dagli altri campi. La prima la vince il Napoli, con una partenza lampo e qualche sofferenza di troppo sul percorso. La terza la vincono le rivali che si impongono nei rispettivi incontri e lasciano immutati i discorsi di classifica. Per quanto riguarda il Pocho, invece, la sensazione a caldo è che perdano davvero tutti.
Privo degli squalificati Aronica, Dzemaili e Cavani, Mazzarri si presenta all’appuntamento con il Siena rilanciando Lavezzi dal primo minuto ed abbassando Hamsik nella linea mediana, al fianco di Inler e del recuperato Gargano. In difesa il ballottaggio per il ruolo di esterno sinistro viene vinto da Britos, mentre la sorpresa assoluta è il recupero di Campagnaro che riprende il suo posto sul centro destra. Nel Siena, invece, il malconcio Sannino, limita al minimo il turn over e predispone un 3-4-2-1 a specchio, nel quale Brienza e D’Agostino fanno il pendolo tra le due linee per supportare l’unica punta: Destro, fresco di convocazione in nazioanale e voglioso di ben figurare. La partenza lenta e compassata sembra lasciar presagire una partita bloccata tecnica, in realtà i tifosi azzurri non hanno nemmeno il tempo per prendere posto sui sediolini perché al primo affondo il Napoli passa. Pandev cambia campo per Hamsik che dalla fascia sinistra entra in area e trova il rimorchio di Dossena; l’esterno di Lodi è abile nel tenere basso il pallone e non lasciare scampo a Farelli sul primo palo, siglando l’immediato vantaggio degli azzurri (3′). Così come in occasione del vantaggio però, i supporters azzurri ancora una volta non hanno il tempo per riprendere le loro posizioni dopo l’esultanza che ecco arrivare il nuovo scossone dopo nemmeno due minuti. La frittata la combina De Sanctis che su un lancio, apparentemente innocuo dalle retrovie, manca completamente il tempo dell’intervento e confeziona un’uscita insensata; Destro raccoglie il regalo ed a porta vuota insacca eludendo il tentativo in extremis di Cannavaro. Nell’occasione il capitano partenopeo si infortunia ed è costretto ben presto a fare spazio a Fernandez. Il Napoli a questo punto ha una fase di sbandamento, ulteriormente alimentata dalle notizie che arrivano dal Massimino. Il vantaggio dell’Udinese mette infatti fretta ai partenopei, esponendoli alle pericolose ripartenze senesi. Giorgi avrebbe sui piedi il gol del ribaltone, ma cincischia troppo e perde l’attimo. Con lui perde l’attimo anche il Siena, la cui pressione svanisce con il trascorrere dei minuti. La bravura e fortuna della squadra di Mazzarri sta allora nel riuscire a concretizzare immediatamente una nuova occasione. La spinta decisiva arriva anora una volta dalle fasce, dove Campagnaro ricorda i tempi remoti in cui giocava d’attaccante ed imbastisce uno slalom gigante tra i paletti della difesa bianconera. Il cross del toro di Moron viene respinto alla men peggio da Farelli, ma sul pallone vagante si fionda ancora Dossena che da pochi passi confeziona la doppietta e conferma la sua giornata di grazia. Prima del duplice fischio di Celi c’è però spazio per il rammarico del San Paolo che assiste incredulo all’errore dal dischetto di Gomez ed inizia già a presagire la beffa.
Al rientro dagli spogliatoi, il mormorio indistinto del pubblico napoletano cela ancora speranza. La volontà di credere in una qualificazione Champions ai limiti dell’immaginabile. L’inizio di ripresa è un monologo azzurro. La squadra di Mazzarri ci prova spesso dalla medio-lunga distanza con Inler ed Hamsik che suonano la carica, ma trovano le orecchie da mercante di Farelli, poco propenso a regalare altre gioie al pubblico partenopeo. Intanto da Catania e Roma piovono solo brutte notizie ed il silenzio tombale del San Paolo è la legittima conseguenza. Un errore di Gargano all’undicesimo del primo tempo apre la strada al contropiede, l’ennesimo, del Siena. Brienza serve a Destro un pallone invitantissimo, la differenza rispetto al primo tempo la fa solo De Sanctis: superlativo nella deviazione. Su quest’azione il Siena prende coraggio ed il Napoli arretra il suo baricentro. La rabbia del San Paolo si sfoga tutta su Lavezzi, i cui tentativi, già di per sé poco efficaci, vengono evidenziati dai fischi irriverenti delle curve partenopee. L’amante tradito si vendica ai danni dell’argentino e quasi non si accorge che la squadra di Sannino meriterebbe il pari nella ripresa. Una punizione intrigante di D’Agostino fa la barba al palo della porta napoletana, mentre un recupero in extremis di Britos evita il peggio sulla conclusione di Giorgi. Nel finale, con i risultati in ghiaccio provenienti dagli altri campi, Mazzarri concede la passerella a Grava che nella giornata dei grandi addii si ritaglia un suo piccolo ed umilissimo spazio. Prima dei titoli di coda c’è però spazio per l’ultimo brivido del campionato partenopeo. L’azione del Siena è da manuale del calcio. Brienza cambia campo per Vergassola che, di prima intenzione rimette al centro. D’Agostino prova la mezza rovesciata e la trova, sembrerebbe gol, ma De Sanctis non è dello stesso avviso e toglie il pallone dalla porta. Una parata che vale la vittoria, inutile, ma pur sempre vittoria. Gli azzurri chiudono al quinto posto e non ottengono né i preliminari di Champions, né l’accesso diretto ai gironi di Europa League. Domenica prossima ci sarà la finale di Coppa Italia con la Juventus che ci darà un quadro più complessivo sulla stagione dei partenopei.
Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro (45′ st Grava), Cannavaro (17′ pt Fernandez), Britos; Maggio, Inler, Gargano, Dossena; Hamsik, Pandev (23′ st Zuniga); Lavezzi. A disposizione: Rosati, Fideleff, Dezi, Vargas. All.: Mazzarri
Siena (3-4-2-1): Farelli; Vitiello, Contini, Terzi; Giorgi (12′ st Sestu), Bolzoni (9′ st Parravicini), Vergassola, Rossi; D’Agostino, Brienza; Destro (38′ st Larrondo). A disposizione: Brkic, Belmonte, Gazzi, Grossi. All.: Sannino
Arbitro: Celi
Marcatori: 4′ e 34′ pt Dossena (N); 6′ pt Destro (S)
Ammoniti: Destro, Terzi (S); Campagnaro, Dossena, Hamsik, Lavezzi (N)
Napoli
De Sanctis 6: Due miracoli nel secondo tempo annullano l’infortunio in occasione del gol di Destro.
Campagnaro 7: Torna sul centro destra e sfodera una prestazione superlativa. Il migliore in difesa ed inventa anche l’assist per il secondo gol di Dossena. (Dal 46’st Grava sv)
Cannavaro sv (Dal 17’st Fernandez 6: Con qualche affanno riesce a limitare i danni).
Britos 6: Nulla di eclatante, ma si guadagna la pagnotta. C’è da dire che quando Destro orbita dalle sue parti va a dir poco in affanno.
Maggio 6: Inizio di puro contenimento, poi guadagna metri e fiducia alla distanza.
Gargano 6: Recuperato in extremis non fa mancare il suo moto perpetuo. Resta comunque qualche errore di troppo con il possesso del pallone.
Inler 5.5: Poco preciso e lucido nel momento di smistare l’azione. Prova a suonare la carica con un paio di conclusioni dalla distanza, non ci riesce.
Dossena 7.5: Serata da protagonista. Una doppietta che scaccia le critiche piovute sulla sua testa durante la stagione.
Hamsik 6.5: Piuttosto ispirato quando c’è da avviare l’azione. Confeziona l’assist per il primo gol partenopeo.
Lavezzi 4.5: Partitaccia condizionata dall’ostilità del San Paolo. Non gli riesce nulla e fa calare mestamente il sipario sulla sua esperienza partenopea.
Pandev 6: Ha vissuto giornate migliori, ma nel ruolo di prima punta riesce comunque a regalare qualche spunto, nonostante sia evidentemente a disagio. (Dal 23’st Zuniga sv)
All. Mazzarri 6: La vittoria non è sfuggita come in altre occasioni. I rammarichi sono ovviamente da cercare altrove.
Siena
Farelli 5.5: Qualche responsabilità soprattutto sul secondo gol del Napoli.
Belmonte 5.5: Dal suo lato Dossena non trova opposizioni.
Contini 5.5: Ritorno al San Paolo tutt’altro che indimenticabile per il centrale ex-Parma, Lavezzi si annulla da solo, ma gli inserimenti sfuggono spesso alla sua marcatura.
Terzi 6: Il meno peggio del pacchetto arretrato.
Giorgi 5: Discorso simile a quello fatto per Belmonte. La catena di destra non funziona e le sue colpe appaiono evidenti. Spreca anche un paio di buone occasioni lì davanti. (Dal 16’st Sestu 5.5: Si vede pochissimo).
Vergassola 6.5: Tra i migliori interpreti del motto “chiusura e ripartenza” disegnato da Sannino.
Bolzoni 5.5: Non fa sentire la sua presenza in mezzo al campo. (Dal 9’st Parravicini 5.5: Entra subito in campo e mostra voglia di fare. Combina però poco e rimedia un giallo).
Brienza 6: Si disimpegna bene nel ruolo di collante, a metà tra l’ala ed il trequartista.
Rossi 6: Diverse discese interessanti, ma anche poca concretezza al momento dell’ultimo tocco.
D’Agostino 6.5: Prova ottima del regista ex-Udinese. La sua lucidità palla al piede permette le verticalizzazioni al Siena. Nel finale sfiora l’eurogol, negato da un prodigioso De Sanctis.
Destro 7: Crede nell’errore di De Sanctis sul primo gol e festeggia la sua convocazione in nazionale. È, senza ombra di dubbio, lo spauracchio numero uno per la difesa napoletana. (Dal 38’st Larrondo sv
All. Sannino 6.5: Si presenta al San Paolo con un paio di costole incrinate ma concede comunque spettacolo puro: sia nel modo in cui vive la partita, sia per come il suo Siena onora l’impegno.
(Massimiliano de Cesare)