Ci siamo: domani sera alle 20:45 Napoli e Juventus si giocheranno una buona fetta di campionato 2012/2013 nello scontro diretto del San Paolo. Ci arrivano in una situazione che vede i bianconeri in testa con 58 punti e i partenopei ad inseguire con 52; il distacco poteva essere minore se la squadra di Mazzarri non avesse pareggiato due partite consecutive (entrambe per 0-0), perdendo così la possibilità di tentare il sorpasso e caricare ancor di più la vigilia. All’andata le due formazioni avevano gli stessi punti (19), la Juventus vinse 2-0 e prese il largo; il Napoli si è trovato anche a 10 lunghezze di distanza, ma ha saputo risalire la china sfruttando qualche amnesie degli uomini di Conte a inizio 2013. Dunque, la possibilità di strappare lo scudetto alla Vecchia Signora c’è, ma gli azzurri questa volta non potranno permettersi di sbagliare perchè potrebbero non avere più le opportunità di prima; il tempo passa e le giornate al termine sono sempre meno.
Il Napoli non segna da due partite e Cavani da sei (era successo due anni fa: si sbloccò alla settima): è evidente che quando il Matador non è in giornata e non trova la via della rete è tutta la squadra a risentirne. Dipende anche e soprattutto da come i partenopei amministrano il pallone: quasi 26 minuti a partita ne fanno la settima squadra in Serie A, un dato buono ma non ottimo che spiega come la squadra di Mazzarri punti molto su ripartenze e tanto spazio davanti ai suoi attaccanti. Se questo spazio viene a mancare i gol arrivano meno regolarmente, nè lo stesso Cavani è così devastante e concreto. Anche i tiri nello specchio della porta sono in calo: 5,8 a incontro. Il Napoli gioca pochi palloni rispetto alle prime della classe e lo fa anche con una precisione non tra le migliori (il 65,8%): questo perchè come detto si cerca subito la soluzione in verticale che però per essere efficace ha bisogno di spaziature giuste e pressing ordinato (i partenopei aspettano dietro piuttosto che aggredire alti). Ne consegue che anche la supremazia territoriale è in deficit, non così la pericolosità offensiva che rimane su buoni livelli (quasi il 57%). Per il gioco del Napoli è vitale la condizione di Marek Hamsik, forse più decisivo di Cavani: il regista è Inler, ma l’uomo dell’ultimo passaggio rimane lo slovacco che ha 57 assist (uno meno di Pirlo) di cui 10 vincenti, e quando non trova l’uomo smarcato predilige la soluzione personale (59 tiri, secondo dei suoi, e 9 gol). Domani sarà regolarmente in campo, per una formazione che dovrebbe essere già delinata con l’unico dubbio del recuperato Gamberini, che potrebbe soffiare il posto a Britos. Pandev pare favorito su Insigne perchè Mazzarri ha ancora negli occhi la doppietta dello scorso anno. C’è la Juventus di fronte: giocano i migliori, ecco perchè Maggio e Zuniga hanno riposato nelle due gare precedenti.
Quelli dei bianconeri sono numeri impressionanti: i bianconeri sono primi in tutte le statistiche di squadra. Un possesso palla da 29 minuti a partita genera 8 tiri nello specchio della porta, che tradotto in supremazia territoriale significa quasi 14 minuti a incontro con una percentuale di pericolosità offensiva del 71%. Il segreto? Pressing alto, aggressività e una mentalità che porta a fare la partita sempre e comunque, più naturalmente la presenza in squadra di giocatori dall’alto tasso tecnico come Pirlo, che ha già messo sul piede dei compagni 58 palloni decisivi, Vucinic e Giovinco, che ne aggiungono altri 68. Ne consegue il più alto numero di palloni giocati con una percentuale superiore al 70% (unica in Serie A). L’unico difetto è ormai conosciuto: se di 58 assist del regista bresciano solo 4 si tramutano in gol appare evidente come la Juventus abbia un problema di realizzazione, ed è ormai un segreto di Pulcinella il fatto che i bianconeri sprechino tantissimo sotto porta. Alla lunga può costare caro: contro certe squadre avere occasioni da gol è più difficile, perciò bisogna assolutamente aumentare la media di conversione. Anche per un altro fattore: tra poco si entrerà nella fase decisiva della Champions League, e le energie disperse si faranno sentire soprattutto sulla costruzione del gioco e la fluidità della manovra, offuscando di conseguenza la concretezza della squadra di Antonio Conte. Il quale non ha intenzione di pensare al turnover: al San Paolo giocheranno ovviamente i migliori, con la sola eccezione di Chiellini che non recupera (dentro Peluso). Se Giovinco dovrebbe essere per la seconda volta in fila il partner d’attacco di Vucinic, stupisce la frequenza con la quale il tecnico salentino continui a ignorare un giocatore come Isla, continuando a far giocare Licthsteiner che in primavera inoltrata potrebbe pagare i tantissimi minuti in campo che lo rendono l’ottavo giocatore più impiegato in campionato (e quattro dei sette che lo precedono sono Buffon, un insostituibile come Pirlo e due difensori centrali). D’accordo che la propulsione dello svizzero sulla corsia destra è un’arma tattica di livello assoluto, ma in certe partite “minori” un po’ di fiducia al cileno non guasterebbe. In dubbio c’è anche Martin Caceres, oltre ad Anelka: dovrebbero farcela, ma andranno comunque in panchina.
De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Britos; Maggio, Behrami, Inler, Zuniga; Hamsik; Pandev, Cavani. All. Mazzarri
A disp: Rosati, Gamberini, Rolando, Grava, Mesto, Armero, Donadel, Dzemaili, El Kaddouri, L. Insigne, Calaiò
Squalificati: –
Indisponibili: –
Buffon; Barzagli, Bonucci, Peluso; Licthsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic, Giovinco. All. Conte
A disp: Storari, Rubinho, M. Caceres, Padoin, Marrone, Isla, Giaccherini, Pogba, Anelka, Quagliarella, Matri
Squalificati: –
Indisponibili: Chiellini, De Ceglie, Pepe, Bendtner