Genoa-Lazio finisce con uno spettacolare 3-2. In uno dei pochi stadi italiani in cui il ghiaccio non ha trasformato il terreno di gioco in una pista da pattinaggio, scendono in campo due tra le squadre più in forma del nostro campionato, che arrivano da due grandi vittorie e che, seppure con situazioni di classifica differenti, non hanno la minima intenzione di interrompere la propria striscia vincente. Allo stadio Marassi di Genova scendono in campo da una parte i padroni di casa del Genoa, 27 punti, che arrivano dalla splendida vittoria casalinga contro il Napoli ottenuta soprattutto grazie a un super Palacio e una grande intesa subito nata tra l’argentino e il neo acquisto Alberto Gilardino. Dall’altra parte, con ben 39 punti, una Lazio agguerrita e motivata dalla recente vittoria ottenuta sul Milan, la grande favorita per la vittoria finale dello scudetto insieme con la risorta Vecchia Signora. Ci sono tutti i presupposti per una grande partita, ricca di emozioni e di gol, dal momento che le due squadre segnano molto, 28 gol per il Genoa e 32 per la Lazio e, soprattutto i padroni di casa, non subiscono poco.
– Come da pronostico è una partita molto divertente e agguerrita tra Genoa e Lazio. I primi minuti sono stati equilibrati, le due squadre si sono studiate come i pugili sul ring per capire dove sferrare il colpo. Ma quando in una squadra ci sono giocatori di un livello superiore alla media, tra quelli che possono rientrare a tutti gli effetti nell’Olimpo di quei pochi che possono definirsi Dei del calcio, gli equilibri inevitabilmente saltano: all’11’, su calcio d’angolo di Jankovic dalla sinistra, Rodrigo Palacio devia il cross del compagno colpendo la palla di spalle alla porta a pochi metri dalla linea di fondo campo, all’altezza del primo palo, col collo del piede sinistro, inventando una traiettoria a palombella che scavalca tutti i difensori compreso Marchetti e si insacca in rete nell’angolo opposto. Un gol straordinario, sicuramente il gol della giornata, forse il gol dell’anno. La Lazio ha tuttavia la forza di reagire subito, e 5 minuti dopo sfiora il pareggio con diagonale rasoterra di Gonzalez, che lambisce il palo alla destra di Frey. Ma al 25′ è ancora Genoa, cinico nel concretizzare le uniche occasioni da gol avute a disposizione: Sculli viene servito da Kucka sulla sinistra, lascia partire un traversone sul quale Marchetti, ingannato dal vento, esce male e che raggiunge sul secondo palo Jankovic, il quale al volo di prima intenzione conclude a rete dopo una deviazione sulla linea di Stankevicius. Passivo di due gol un po’ troppo pesante per la Lazio per quanto si è visto fino al secondo gol del Genoa, ma il calcio è spietato, e chi non è cinico sotto porta ne subisce le conseguenze. Il primo tempo si conclude con un’altra occasione per il Genoa, con punizione di Jankovic che sfiora il palo alla sinistra di Marchetti, e con tre occasioni, una di seguito all’altra, per gli ospiti di accorciare le distanze, prima con tiro di Candreva dai 25 metri, poi con due colpi di testa su corner, il primo di Klose deviato in corner da Frey, il secondo di Lulic uscito a lato di pochi centimetri. Su queste ultime occasioni, si chiudono i primi 45′ di gara: al riposo sul punteggio un po’ pesante, per quanto si è visto nella prima frazione di gara, di 2-0 per il Genoa.
– La seconda frazione di gara incomincia allo stesso modo di come era finita la prima. Dopo 12”, neanche il tempo per il presidente Lotito di accomodarsi nel posto a lui riservato in tribuna, su lancio lungo di Kucka il terzino laziale Garrido scivola concedendo a Jankovic l’opportunità di entrare palla al piede in area di rigore e lasciar partire un diagonale debole ma preciso che si infila alle spalle di Marchetti all’angolino basso alla sua destra. La Lazio in un primo momento incassa il colpo, ma ancora una volta, dando dimostrazione di grande carattere e determinazione, riesce a reagire, conquistando con un dribbling di Lulic in mezzo a due difensori avversari un calcio di rigore, trasformato da Ledesma all’8′ di gioco. Tuttavia i bianco- celesti non riescono a dare continuità alla loro pressione offensiva sull’onda dell’entusiasmo del gol di Ledesma. La partita perde di spettacolarità nella fase centrale della ripresa, lasciando il posto a interventi duri, contrasti in mezzo al campo e grande intensità agonistica. Gli unici lampi nel buio sono un tiro di Candreva al 25′ di poco a lato del palo alla destra di Frey, e un tiro di Kucka al 35′ che fa la barba al palo alla sinistra di Marchetti. Le ultime intense emozioni sono riservate però al finale di partita: dopo che Diakitè viene espulso dall’arbitro Tagliavento per proteste eccessivamente offensive nei suoi confronti, la Lazio inaspettatamente trova la forza di accorciare ulteriormente le distanze con un gol di Gonzalez, il quale finalizza una grande azione iniziata dai piedi di Ledesma, che con un lancio di 20 metri trova la sponda di Klose in area di rigore all’indietro per la conclusione forte e tesa dell’autore del gol. Purtroppo gli ospiti non hanno tempo a sufficienza per lanciarsi in un ultimo assedio, e la partita, spettacolare come le attese lasciavano presagire, si conclude sul punteggio di 3-2 per i genoani: la legge di Marassi colpisce anche la Lazio, dopo Udinese e Napoli. Il grifone vola a quota 30 punti in classifica, agganciando il Napoli in zona Uefa.
GENOA-LAZIO 3-2 (primo tempo 2-0)
MARCATORI: Palacio al 9′ p.t., Jankovic al 24′ p.t. e 1′ s.t., Ledesma rig. all’8′, Gonzalez al 44′ s.t.
GENOA (4-4-2): Frey; Mesto, Granqvist, Kaladze, Constant; Jankovic (dal 40′ s.t. Birsa), Kucka, Biondini, Sculli (dal 33′ s.t. Belluschi); Palacio, Gilardino. (Lupatelli, Sampirisi, Carvalho, Jorquera, Ze Eduardo). All. Marino.
LAZIO (4-4-2): Marchetti; Konko, Diakité, Stankevicius (dal 22′ s.t. Biava), Garrido (dal 16′ s.t. Rozzi); Gonzalez, Matuzalem, Ledesma, Lulic; Rocchi (dal 16′ p.t. Candreva), Klose. (Bizzarri, Zauri, Scaloni, Hernanes). All. Reja.
ARBITRO: Tagliavento di Terni (Niccolai-Barbirati/Banti).
NOTE: espulso Diakité al 36′ s.t.; ammoniti Constant al 7′ p.t., Stankevicius al 32′ p.t., Biondini al 42′ p.t., Rozzi al 18′ s.t., Kucka al 20′ s.t., Mesto al 29′ s.t., tutti per c.n.r.. Recuperi: 1′ nel p.t., 4′ nel s.t.
PAGELLE
Genoa
Frey 6,5: incolpevole sul rigore perfetto di Ledesma e sul gol rasoterra imprendibile di Gonzalez, autore di due grandi interventi nel primo tempo su tiro di Candreva indirizzato all’angolino e su colpo di testa di Klose da pochi passi direttamente da calcio d’angolo di Ledesma
Mesto 5,5: prestazione opaca del terzino genoano, insufficiente in fase di spinta, seppur fosse un compito non richiestogli da Marino dal momento che aveva di fronte a sé un esterno molto offensivo come Sculli, e appena discreta in fase di copertura, in difficoltà sulle continue percussioni sulla sinistra di Gonzalez
Granqvist 6: buona partita del centrale che riesce a marcare al meglio Miro Klose durante tutto l’arco della partita. Unica sbavatura al 90′ sul lancio lungo di Ledesma, in occasione del quale si perde Klose che ha il tempo di prendere posizione in area di rigore e fornire un assist di sponda per il gol di Gonzalez
Kaladze 5: non una grande prova dell’ex milanista il quale, nonostante il suo uomo da marcare si infortuni dopo pochi minuti di gara, non riesce a trovare posizione al centro della difesa e a fornire sufficiente supporto ai due mediani nella marcatura dei trequartisti bianco-celesti. È anche l’autore del fallo su Lulic che ha comportato l’assegnazione del calcio di rigore per la Lazio che ha portato il risultato sul 3-1
Constant 5,5: come Mesto non è tenuto alla fase di spinta, mentre in fase di copertura non riesce a star dietro alle continue incursioni dell’ottimo Lulic, al punto da lasciarsi saltare, insieme a Kaladze, in occasione del fallo da rigore commesso poi dal georgiano
Kucka 6,5: buona la partita del giovane mediano, sia in fase di copertura, fornendo un ottimo supporto ai due centrali, sia in fase offensiva, con diverse incursioni nella metà campo avversaria, arrivando anche in due occasioni al tiro, uno in particolare molto pericoloso che sibila alla destra del palo della porta difesa da Marchetti
Biondini 6: non si vede molto, ma dà tanta sostanza al centrocampo rossoblu: non si tira mai indietro in un contrasto vincendone diversi nella zona centrale del campo e fornisce un aiuto prezioso, insieme al compagno di reparto Kucka, ai due centrali
Sculli 6,5: è la sua partita, è la sfida dell’ex, passato prima dal Genoa alla Lazio nel mercato di gennaio dello scorso anno, poi dalla Lazio al Genoa in questa sessione di mercato invernale. Continue le percussioni sulla fascia sinistra, arriva diverse volte al cross, puntando soprattutto al secondo palo. È l’autore del traversone proprio sul secondo palo in occasione del primo gol di Jankovic
Belluschi s.v.: subentrato a Sculli
Jankovic 8: è il migliore in campo, autore di una doppietta e di continue incursioni sulla fascia destra. Il primo gol è una conclusione di prima sul cross di Sculli sul secondo palo, il secondo gol è un diagonale debole ma preciso che si infila all’angolino basso alla destra di Marchetti. Da segnalare anche un suo calcio di punizione di mezzo esterno dalla traiettoria ad uscire che passa a pochi centimetri dal palo. Grande prestazione, ci mette fisico e tecnica
Birsa s.v.: subentrato a Jankovic
Gilardino 6,5: manca solo il gol ad un’altra grande prestazione di Gilardino, che sembra un altro giocatore rispetto a quello stanco e appesantito di Firenze. La sua intesa con Palacio è delle migliori, sembra che i due giochino insieme da anni, quando invece è solo la seconda partita che giocano l’uno a fianco all’altro
Palacio 8: semplicemente strepitoso. Non è il migliore in campo, è il migliore, punto. È uno di quei giocatori che possono essere annoverati nell’Olimpo degli Dei del calcio. Non per niente lo voleva fortemente Gasperini all’Inter, non per niente lo voleva Rijkard al Barcellona da affiancare in un tridente d’attacco a due signori quali Ronaldinho ed Eto’o. Oggi ha segnato un gol che si commenta da solo: un tocco di classe assoluta di collo esterno del piede sinistro su corner di Jankovic che scavalca con un pallonetto la difesa e il portiere. Non contento, per tutta la partita ha dispensato assist brillanti per i suoi compagni. Non ci sono più aggettivi per descriverlo. In una parola: un fenomeno
Lazio
Marchetti 5: incolpevole sul capolavoro di Palacio, colpevole in modo assoluto sul primo gol di Jankovic, in occasione del quale calcola male il tempo dell’uscita, ingannato forse anche dal vento, e concede a Jankovic l’opportunità di infilare il gol del raddoppio. Qualche responsabilità anche in occasione del tiro di Jankovic che ha portato il Genoa sul 3-0, sul quale il numero 1 bianco-celeste avrebbe forse potuto fare qualcosa di più
Konko 5,5: prestazione scialba del terzino, insufficiente in fase di spinta, appena sufficiente in fase difensiva, soprattutto nelle diverse occasioni in cui si lascia sfuggire Sculli permettendogli di arrivare sul fondo e crossare, come avvenuto in occasione del secondo gol del Genoa
Stankevicius 6: della difesa laziale è l’unico che si salva, con una prestazione solida, puntuale e precisa, non supportata, purtroppo per i suoi, da quella dei compagni di reparto. Riesce a impedire a Gilardino di segnare e a Palacio di segnarne più di uno (calcolando che nessuno avrebbe potuto impedirgli di realizzare il capolavoro del primo tempo), e per di più si rende pericoloso in occasione dei calci piazzati in fase offensiva
Diakitè 5: non aiuta a dovere il compagno di reparto, spesso in ritardo e impreciso negli interventi di chiusura e di rifinitura. Nel finale, quando la squadra tentava il tutto per tutto, lascia i compagni in dieci uomini per una protesta scomposta e fuori luogo nei confronti di un Tagliavento impeccabile per tutto l’arco della partita
Garrido 4,5: chiamato a sostituire l’infortunato Radu, nel primo tempo non è pervenuto sul terreno di gioco: dalle volte in cui è stato nominato, si direbbe non sia nemmeno sceso in campo. Il secondo tempo inizia, se possibile, anche peggio: su innocuo lancio lungo di Kucka, scivola concedendo lo spazio per la conclusione a rete a Jankovic, che fissa il punteggio sul momentaneo 3-0. Sostituito quando Reja tenta il tutto per tutto dal giovanissimo Rozzi
Rozzi 5: subentrato a Garrido, fa in tempo a prendere un’ammonizione pochi secondi dopo il suo ingresso in campo e a produrre poco altro. Prestazione non sufficiente, ma siamo cauti nel giudicare un ragazzo classe ’94 che ha esordito in seria A la scorsa giornata a 17 anni. Avrà le sue occasioni
Gonzalez 7,5: il migliore in campo dei suoi. È un pendolino sulla fascia destra, non si ferma un attimo, mette in mezzo continui cross per la testa di Klose e, purtroppo per lui con un po’ di ritardo, arriva al gol del definitivo 3-2
Ledesma 6,5: prestazione discreta del capitano e del regista bianco-celeste. È il cuore del centrocampo, è il pittore che disegna le trame e le traiettorie per i compagni di squadra. Dai suoi piedi arriva il gol su rigore del 3-1, sempre dai suoi piedi arriva l’assist per la sponda di Klose sul gol di Gonzalez del definitivo 3-2
Matuzalem 6: impeccabile nei contrasti in mezzo al campo, è un lottatore. Su ogni pallone non tira mai indietro il piede e inscena dei duelli molto intensi con Kucka e Biondini. Fa il suo, e lo fa bene: pienamente sufficiente
Lulic 7,5: grande prestazione del bosniaco, come Gonzalez dall’altra parte non si ferma un attimo e riesce sempre a saltare il terzino diretto marcatore e ad arrivare sul fondo per il cross. In occasione del rigore poi trasformato da Ledesma, dribbla e salta non uno, bensì due uomini, per poi venire steso da dietro e conquistarsi il penalty. Ottima prova dell’esterno Rocchi s.v.: esce dopo pochi minuti per infortunio muscolare, sostituito da Candreva
Candreva 6: non una grandissima prova la sua, seppur si renda pericoloso in due occasioni, su due bei tiri dalla distanza che impensieriscono Frey costringendolo alla deviazione in corner
Klose 6,5: gli manca il gol, ma come al solito in questa stagione è assolutamente decisivo per la manovra offensiva della Lazio. Si muove moltissimo tra le linee, incontro ai centrocampisti per fare la sponda e nello spazio in profondità per ricevere i lanci lunghi e i cross dei compagni. È proprio su lancio lungo di Ledesma che il tedesco fa la sponda per l’assist a Gonzalez in occasione dell’ultimo gol del match
(Pietro Macchiarella)