Campionato di Serie A 2012-2013. Atalanta-Lazio gara valida per la prima giornata di campionato termina 0-1. Agli ospiti basta il gol di Hernanes nel primo tempo. I laziali conquistano i primi tre punti stagionali, mentre i bergamaschi non scuotono la classifica restando a quota -2 considerata la penalizzazione.
L’avvio di gara mostra due compagini determinata fin da subito a far bene. L’Atalanta in pochi minuti prende in mano il pallino del gioco e schiaccia la Lazio costruendo diverse occasioni. A partire dal quarto d’ora, però, i sincronismi e le giocate importate dal bosniaco Petkovic si iniziano a intravedere; i biancocelesti si muovono molto senza palla e non danno punti di riferimento in attacco agli avversari che faticano a contenerli. È il preludio al gol di Hernanes. La Lazio rischia di raddoppiare più volte, ma non riesce a consolidare il vantaggio. Il primo tempo offerto dalle due squadre è emozionante e promette bene. Nella ripresa i nerazzurri provano a riequilibrare il match senza troppa convinzione e i capitolini tengono bene il campo, non disprezzando la fase di copertura. La Lazio ha la meglio in una partita tutto sommato equilibrata.
Il pubblico di Bergamo ritrova in avvio di gara lo stesso ritmo di gioco che ha scandito la scorsa stagione nerazzurra. L’onda d’urto atalantina viene però interrotta dalla rete di Hernanes. Di lì in poi, una volta scemato l’entusiasmo, la squadra di Colantuono si ritrova priva di idee e poco brillante nel giro palla. La Lazio contiene bene la reazione dei padroni di casa, anche quando si passa a un 4-2-4. È solo la prima giornata di campionato, nessun allarme.
Nonostante in estate a Formello siano piovute più critiche che speranze, la squadra biancoceleste zittisce tutti prendendosi l’intera posta in palio all’Atleti Azzurri d’Italia. Una vittoria inaspettata frutto di una prestazione a tratti brillante. La manovra offensiva degli ospiti spesso non dà punti di riferimento alla retroguardia atalantina garantendo fluidità di gioco e numerose azione. Se questa è la Lazio di Petkovic, il tecnico bosniaco alla vigilia aveva ragione: questa squadra è competitiva.
Arbitra bene seppur spesso pare troppo impaziente. Non disdegna l’uso del cartellino giallo, ma comunque la partita non gli sfugge mai di mano. Da rivedere il tocco di mano di Mauri all’inizio dell’azione vincente dei biancocelesti.
All’ingresso dei giocatori tutto lo stadio si impegna in una bellissima coreografia che carica l’Atalanta fin dalle prime battute. Nonostante un secondo tempo poco convincente il pubblico bergamasco spera fino alla fine di evitare la sconfitta, incitando i propri beniamini.
Effettua poche parate, ma si fa trovare sempre in posizione quando c’è bisogno.
Senza infamia e senza lode. Mai incisivo quando si spinge in avanti. Sbaglia diversi traversoni.
Impulsivo e poco freddo rischia più volte di creare grattacapi ai compagni di reparto.
Piuttosto confuso e forse distratto dalle voci di mercato che da mesi lo rincorrono.
Meglio in fase offensiva che in copertura. Fatica spesso a contenere Candreva.
Perde il duello con Lulic che lo sovrasta fisicamente e non solo. Negli inserimenti spesso sbaglia il movimento traendo in inganno i suoi stessi compagni (dal 22’ s.t. TROISI 5,5 Non riesce a trovare il giusto impatto sulla gara e sbatte diverse volte sugli avversari. Gli capita sui piedi la palla del pareggio, ma Marchetti è in condizione super.)
Poco motivato. Spesso lascia colpevolmente l’impegno di impostazione a Biondini, emarginandosi dalla fase di gioco.
Non più abituato a stazionare in un centrocampo a 4 si perde fin da subito tra le maglie avversarie. Il suo apporto alla squadra per la stagione in corso può essere importante, ma qualcosa va rivisto (Dal 45’ s.t. CAZZOLA s.v.)
Si accentra troppo spesso e più volte sbaglia l’ultimo passaggio verso l’area (dal 30’ s.t. FACUNDO PARRA 5,5 Un po’ troppo timido, sbaglia diversi cross regalando palla ai laziali.)
Unico fascio di luce tra i nerazzurri. Dinamico e incontenibile quando parte palla al piede. Semina più volte il panico nella difesa avversaria. Peccato che sia l’unico a farlo.
Corre, sbatte e si arrampica dove può. Va apprezzato l’impegno, ma non incide efficacemente nella manovra offensiva.
Più di qualcosa da rivedere. La squadra è parsa stanca e poco motivata soprattutto nel secondo tempo.
Interventi plastici che a fine gara risultano essere determinanti. Da rivedere le parate su Troisi e Maxi Moralez.
Macina chilometri e avversari ad inizio gara per poi ricompattarsi dietro non rischiando troppo. Prestazione costante.
Rischia spesso di combinarla grossa, ma in qualche modo se la cava.
Ragiona poco e spesso si dimentica degli avversari attorno a sé. Rimedia con un paio di interventi in anticipo.
Interpreta bene il ruolo di terzino annullando Schelotto. Sulla sua fascia non si passa.
Conserva palla quando deve, trova i compagni in profondità quando nessuno se lo aspetta. Intelligente e pronto alla nuova stagione.
Si impegna a “più non posso” nella prima frazione subendo un brusco calo fisico nel secondo tempo. Resiste però mantenendosi nel vivo del gioco.
Tatticamente utile. Pur vedendosi poco nella manovra laziale il suo apporto è significativo.
Trova il gol dopo un’azione da manuale. Imposta e resiste alla pressione degli avversari bene. Si sacrifica molto e recupera più volte palla.
Partita elegante. Numerose giocate sull’esterno, diversi tocchi a liberare e preziosi interventi in difesa.
Sembra trovarsi a perfetto suo agio nella posizione di unica punta. Movimenti senza palla ormai collaudati e giocate a memoria verso le correnti laterali.
Risponde alle critiche mostrando una Lazio di fine agosto che promette bene. Il gioco c’è e l’organizzazione pure. La qualità a sua disposizione non manca e se Lotito mette mano al portafoglio in questi giorni si può anche puntare ad un posto in Europa.
(Francesco Davide Zaza – twitter@francescodzaza)