Forte del 2-0 ottenuto in Slovenia, Petkovic ricorre ad un ampio turn over che strizza l’occhio al campionato. Il passo finale che divide i biancocelesti dai gironi di Europa League è tempo di esperimenti. La Lazio si schiera con un inedito 4-4-2 in cui spicca il ritorno di Mauro Zarate all’Olimpico dopo una stagione di esilio all’Inter. In casa Mura, invece, l’obiettivo unico della trasferta nella città eterna è non sfigurare. Evitare una Waterloo odierna affidandosi ad un catenaccio d’altri tempi, perfettamente esemplificato dal 4-5-1 con il quale gli sloveni si dispongono sul terreno di gioco. Ciprioti tutti chiusi dietro la linea della palla e Lazio che, dall’alto di una qualificazione già archiviata non preme sull’acceleratore nella prima fase di gioco. Lasciato libero di ragionare il Mura mostra ben presto la sua pochezza e per i biancocelesti è sufficiente mettere la testa fuori dal guscio. Hernanes suona la carica al 23esimo. Zarate scalda i guantoni di Drakovic su punizione due minuti dopo, poi la Lazio passa (30′). L’azione dei biancocelesti è confusa, la retroguardia ospite lo è ancora di più. Zarate mastica una conclusione dalla trequarti, la palla vaga verso Kozak che da solo contro tre uomini, fornisce un saggio dal titolo “difesa del pallone e mina in rete”. L’ottimo Drakovic alza le mani, forse per parare, forse in segno di resa è 1-0. La reazione degli ospiti è tutta racchiusa in un errato disimpegno di Biava che concede democraticamente il pallone a Fajic: finta di sinistro e botta di destro sulla quale Bizzarri si mostra tirannico salvando i suoi (33′). Resterà l’unica traccia di marca slovena nei quarantacinque minuti di gioco, perché nel finale arriva il raddoppio. Scaloni si affaccia nella metà campo avversaria e serve per Zarate, Kramar si toglie in segno di rispetto e regala la luce dei riflettori per il Maurito-bis: diagonale sul palo lungo e 2-0 con il quale si rientra negli spogliatoi.
Fine primo tempo: Lazio, voto 6.5
Fine primo tempo: Mura 05. voto 4
Migliore in campo: Kozak, voto 7
Peggiore in campo: Kramar, voto 4.5
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