Con l’edizione 2019 dei mondiali tenuti in Francia che hanno visto la vittoria delle ragazze statunitensi, possiamo dire senza ombra di dubbio che questo sia l’anno del calcio femminile.
Un movimento che ha saputo conquistare le luci della ribalta grazie alle “ragazze mondiali”, abilmente guidate dalla CT Bertolini, e che ha fatto battere il cuore del grande pubblico italiano, sempre più appassionato di vittoria in vittoria.
Nonostante la scoperta ai più del calcio femminile sia relativamente recente, è importante sottolineare che nel corso di questi anni sono nate e cresciute diverse realtà calcistiche, molto spesso di quartiere, che pur non essendo blasonate e non potendo ricorrere a ingenti risorse economiche, hanno saputo essere pionieri e, con estrema tenacia, costruire qualcosa di importante che vada al di là del calcio stesso.
Un esempio è sicuramente la SSD Minerva Milano, nata nel 2015 con sede in Via Treviglio 6 a Milano, che nel corso del tempo ha saputo ben svilupparsi grazie all’impagabile impegno ed entusiasmo dello staff e dei volontari, forza propulsiva della società.
Con 8 squadre femminili che militano in tornei di vari livello, Minerva Milano ospita ogni settimana gli allenamenti di più di 100 ragazze tra i 7 e i 36 anni. La prima squadra gioca nel girone di Eccellenza Femminile Lombardia e si è classificata, nella stagione appena trascorsa, terza dopo le blasonate Cortefranca e Agrate, raggiungendo il record di vittorie e di punti nella propria storia.
Oltre al calcio femminile, attività principale di Minerva, sono molteplici le iniziative in cui è sempre coinvolta con lo spirito di concepire lo sport come uno strumento di integrazione e divertimento in grado, anche e soprattutto, di annientare ostacoli e barriere socialmente imposti.
Proprio in quest’ottica, infatti, nell’ottobre 2015 è nato il progetto “TUKIKI: diamo insieme un calcio alla disabilità”, in collaborazione con Special Olympics Italia Onlus e con il patrocinio della Regione Lombardia e del Municipio 2 di Milano. TUKIKI, che nella lingua del Madagascar significa sorridere, si propone di proseguire l’interazione sociale di ragazzi e ragazze con disabilità cognitive attraverso la scuola calcio. Ad oggi sono circa 44 i ragazzi/e che si allenano al centro 2 volte a settimana. Tutto lo staff svolge un lavoro immenso di costruzione di una squadra-comunità sulle solide basi dell’amicizia, fiducia e rispetto delle regole condivise, favorendo la maturazione, il miglioramento dell’immagine di sé e della sicurezza personale, aspetti importanti su cui lavorare ancor di più per chi convive con disabilità.
L’iniziativa, infatti, non è passata inosservata, tanto che ha vinto premi come: “Il Campione”, riconoscimento patrocinato dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia, destinato a chi migliora il proprio ambiente professionale o sociale e rappresenta un esempio positivo per l’opinione pubblica; “Costruiamo il futuro”, volto a favore delle associazioni che intendono lo sport come valore sociale ed educativo; e il premio “Fratelli di Sport”, istituito dal CONI e dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Minerva è anche questo. Minerva è UBUNTU, termine africano che sintetizza la seguente espressione: “io sono quello che sono grazie a quello che siamo tutti insieme”.
è per tutto questo e molto altro che Minerva è riuscita a siglare con Milan Academy, proprio in queste ultime settimane, l’accordo che l’ha fatta diventare scuola calcio femminile AC Milan.
Le sfide non si fermano qui. Infatti, il prossimo obiettivo della società è quello di riqualificare l’intera struttura affiancando al calcio e al sociale anche il mondo culturale, allestendo un teatro, insieme a una palestra, un nuovo bar e un campo a 11 completamente nuovo. Le speranze dei dirigenti e di tutto il team Minerva sono quelle di creare un polo attrattivo che soddisfi tutti i tipi di esigenza possibili, facendosi affiancare da chi crede nello sport, nelle emozioni che sa trasmettere e nei tanti progetti che hanno la grande ambizione di far venire il buon umore.