Il ministro del Lavoro Marina Calderone boccia l'idea di un Reddito di cittadinanza regionale e al Messaggero, da Cernobbio, spiega perché
La ministra del Lavoro Marina Calderone non ne vuole proprio sapere di Reddito di cittadinanza in forma regionale. Con le elezioni regionali all’orizzonte, diversi candidati di centrosinistra stanno avanzando questa proposta, ma la ministra, che ha introdotto l’assegno di inclusione dopo l’abolizione del Reddito di cittadinanza, l’ha bocciata.
Pur riconoscendo che le Regioni hanno la facoltà di “intervenire con strumenti propri di sostegno e inclusione“, usando ad esempio fondi regionali ed europei, ciò deve avvenire “in coordinamento con le politiche nazionali“.
Inoltre, il rischio con questa forma di Rdc regionale è di “creare sovrapposizioni, platee diverse e disomogeneità di trattamento“, in altre parole disparità. Ma per Calderone non è neppure sostenibile dal punto di vista economico.

L’unico rimedio alla povertà per la ministra è il lavoro, per cui le misure vanno legate alla formazione e a percorsi di attivazione. Gli interventi devono essere mirati e ingrati a livello nazionale, per cui avverte: “Se l’idea è riproporre a livello locale un reddito assistenzialista, questo non sarebbe né sostenibile né utile al Paese“.
LE MISURE SUL LAVORO SECONDO CALDERONE
Marina Calderone ne ha parlato al Messaggero da Cernobbio, dove è arrivata per il Forum Ambrosetti. Nell’intervista ha delineato la vera sfida, che è quella dei Neet, i giovani che né studiano né lavorano, nonostante una grande disponibilità a livello lavorativo. Ma l’impegno andrà portato con la Manovra, perché il governo si sta occupando anche di interventi mirati e investimenti su giovani e donne.
La legge di Bilancio avrà anche misure per sostenere il ceto medio, una delle priorità della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come precisato dalla stessa Calderone. A livello pratico, ciò vuol dire lavorare al taglio del cuneo, sostenere la contrattazione di secondo livello, potenziare il welfare aziendale, favorire i rinnovi di contratto, ampliare le soglie e plafond per la tassazione agevolata. Sono tutti temi su cui bisognerà confrontarsi e che richiedono valutazioni a livello di sostenibilità.
