Il fisico Franco Prodi è tornato a parlare di cambiamenti climatici per negare che l'uomo e l'attività antropica siano gli unici responsabili
Il fisico atmosferico Franco Prodi è tornato a parlare del tema dei cambiamenti climatici sulle pagine del quotidiano La Verità, criticando – come fa da sempre – l’idea che gli sbalzi nelle temperature e tutti gli eventi meteorologici ai quali stiamo assistendo siano causati solo ed esclusivamente dell’uomo, mettendo (non a caso) da subito in chiaro che si tratta di fenomeni “connaturati all’esistenza del nostro pianeta” dai quali non possiamo prescindere.
Secondo Franco Prodi, infatti, il cambiamento climatico e – in generale – il clima è un fenomeno “complesso” che “dipende dal sole, dall’astronomia, dall’effetto gravitazione degli altri pianeti” e, tra le altre cose, “dalla composizione dell’atmosfera, dalle nubi, all’aerosol e dai gas serra triatomici”: proprio in tal senso, a suo avviso sarebbe del tutto falso sostenere che “il 98% della causa del cambiamento climatico sia dovuto esclusivamente all’uomo”.
“Abbiamo avuto – ricorda ancora il fisico entrando ancor più nel merito del suo ragionamento sui cambiamenti climatici – un periodo di raffreddamento (..) tra il 1600 e il 1800″ che è stato rinominato “piccola glaciazione” e da qui deriverebbe la singolare “sovrapposizione di due circostanze” alla base delle attuali osservazioni climatiche predominanti: da un lato “abbiamo iniziato a registrare serie storie delle temperature” proprio dopo quella piccola glaciazione e, dall’altro lato, “si è affermata la moderna civiltà industriale“.
Franco Prodi: “Gli attuali modelli su cui si basano le teorie sui cambiamenti climatici antropici sono fallimentari”
Insomma, la critica di Franco Prodi è che il tema del cambiamento climatico non si può ridurre a “un’equazione semplicistica” che vede nella causa l’uomo e le attività industriali e nell’effetto l’aumento delle temperature, perché altrimenti diventerebbe del tutto inspiegabile il fatto che “la temperatura aumenta pure su Marte” dove l’uomo non è mai arrivato: il tema – spiega ancora – “non può essere attribuito esclusivamente all’azione dell’uomo” e quando si parla di clima si deve tenere anche conto del “naturale aumento delle temperature” annuali.
Dal punto di vista di Franco Prodi, insomma, “il riscaldamento globale antropico (..) è una congettura non dimostrata e dedotta solo da alcuni modelli teorici” che a suo avviso sarebbero – peraltro – fallimentari “nel riprodurre il cima degli ultimi mille anni” e nel fare “previsioni avanzate sull’evoluzione climatica futura” e per fare ragionamenti più solidi sull’argomento – conclude il fisico – si dovrebbe tenere anche conto “dei grandi cicli millenari, secolari e pluridecennali dell’attività solare e della circolazione oceanica“.