La Fondazione Humanitas per la Ricerca sta approfondendo alcuni studi sulla biopsia liquida per il cancro dell’ovaio, i cui numeri sono critici soprattutto in virtù del fatto che, nell’80% dei casi, a causa della sua asintomaticità, esso viene diagnosticato tardivamente. La tecnica, come riportato da Il Sole 24Ore, consiste nell’analizzare il sangue invece che i campioni di tessuto come avviene con le metodologie tradizionali.
I frammenti di Dna tumorale circolanti nel sangue di un paziente oncologico, che sono troppo piccoli per essere osservabili da un dispositivo di imaging medico, rappresentano un indicatore importante sia per stabilire se il tumore avrà delle recidive sia per prevedere quali terapie potrebbero funzionare meglio. I vantaggi dunque sono numerosi. I dati preliminari, in tal senso, mostrano che la biopsia liquida identificherebbe in anticipo di quattro o sei mesi il rischio di ritorno della malattia. Al momento la tecnica non è ancora affidabile per il rilevamento di nuovi tumori, ma potrebbe essere utilizzata per il monitoraggio di coloro che hanno già ricevuto una diagnosi.
Cancro, studi su biopsia liquida: i vantaggi della nuova tecnica
Il primo obiettivo degli studi sulla biopsia liquida per il cancro dell’ovaio condotti dalla Fondazione Humanitas per la Ricerca per un futuro prossimo è quello di ridurre i tempi delle diagnosi e di riconoscere subito le diverse tipologie. Per il momento, però, l’attuazione della tecnica si limita al monitoraggio. “Cerchiamo di rilevare nel plasma sanguigno, anziché nei tessuti tumorali, come normalmente accade, elementi che aiutino a capire se una paziente sta rispondendo positivamente alla terapia o se invece occorra virare verso un’altra opzione terapeutica”, ha spiegato Maurizio D’Incalci, responsabile del Laboratorio di Farmacologia antitumorale.
“Lo studio, in particolare, ci permetterà di validare l’efficacia diagnostica della biopsia liquida in combinazione con gli esami radiologici. Secondo i nostri dati preliminari, questo protocollo permetterebbe anche di identificare il rischio di ricomparsa di malattia. Ciò aprirebbe una preziosissima e importante finestra terapeutica in cui mettere in atto specifiche strategie farmacologiche per contrastare la ripresa della malattia. La biopsia liquida fornirebbe quindi diversi vantaggi: un monitoraggio più accurato delle pazienti, il risparmio di terapie inutili e inefficaci, laddove queste produrrebbero solo tossicità e non un reale beneficio”, ha concluso.