Il consumo di cannabis è sempre più accentuato tra i giovani e gli adolescenti italiani, spesso ignari dei possibili effetti collaterali a cui potrebbero andare incontro. A dirlo è una nuova rilevazione del Ministero della Salute, secondo il quale in età scolare (genericamente intesa tra i 6 i 14 anni) il 28% di un campione intervistato ha fatto uso di sostanze stupefacenti, che per il solo Thc ha un peso di circa 600mila giovani.
Oltre alla cannabis e alle droghe, secondo il Ministero, l’11% del campione ha dichiarato di assumere psicofarmaci, mentre il 50% alcool, talvolta mischiati tutti assieme nel corso di una singola serata. Non solo, perché sempre secondo il più recente rilevamento del Ministero della Salute, sono state prese in carico dal Servizio per le Dipendenze Patologiche (il cosiddetto Serd) quasi 130mila persone nel solo 2022, e tra queste, prendendo in esame solamente i giovanissimi, il 70% di loro vi è finito proprio a causa della cannabis. Dato, quest’ultimo, che dimostra come nella realtà il THC potrebbe non essere così tanto “benefico” come viene presentato, sia dai giovani che dalle ormai numerose campagne per la legalizzazione (l’ultima delle quali per la coltivazione domestica).
Bolognese: “La cannabis non è innocua”
Danni, quelli della cannabis, dei quali ha parlato anche Antonio Bolognese, professore di Chirurgia generale del Policlinico Umberto I, nonché responsabile della Commissione per i danni del THC presso l’Ordine dei medici di Roma, in un’intervista sull’Avvenire, sottolineando che “la scienza ne parla ormai da anni, per lo più inascoltata”. Il problema principale ultimamente, spiega, è che “il contenuto di Thc dal 5% è passato al 30%, se non addirittura al 50%“, mentre l’età della prima volta si è abbassata, in alcuni casi ad 11 anni.
Il danno che la cannabis, specialmente con così alte concentrazioni di Thc, può provocare, spiega Bolognese è “incommensurabile e sempre più spesso irreversibile”, specialmente “su cervelli ancora in via di sviluppo, quali sono quelli dei nostri ragazzi fino ai 24 anni”. Il Thc, infatti, rischia di interferire sulla maturazione cerebrale, modifica i comportamenti e la capacità decisionale, oltre a causare deficit di memoria e concentrazione. In alcuni casi, inoltre, in seguito al consumo di cannabis si è rilevata una diminuzione del quoziente intellettivo fino ad 8 punti e, conclude Bolognese, “innesca danni permanenti sulla salute mentale aumentando il rischio di depressione, attacchi di panico e schizofrenia“.