LA VISITA DEL CARDINALE PAROLIN IN SUD SUDAN
Dal Niger al Ciad, dal Mali al Sud Sudan e l’Angola: il Sahel e l’Africa (non da oggi) sono in tumulto e molto degli intricati equilibri geopolitici mondiali dei prossimi anni si giocano nel Continente Nero attraversato da venti di guerra molto pericolosi, tanto per la popolazione quanto per i destini delle alleanze mondiali. In questo contesto inizia oggi la visita del Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, in Sud Sudan: dal 14 al 17 agosto il massimo rappresentante diplomatico di Papa Francesco prosegue la sua missione di pacificazione in Africa dopo la recente visita in Angola.
A sei mesi dalla visita importante del Santo Padre, Parolin visita i luoghi non distanti dai focolai “potenziali” (Ciad) ed “esplosivi” (Niger) per riaffermare l’impegno di pace promosso da Papa Francesco nel suo Viaggio Apostolico: Monsignor Stephen Ameyu Martin Mulla – arcivescovo della capitale sud sudanese Juba – sarà a breve nominato cardinale dal Concistoro del Papa il 30 settembre e a Vatican News commenta la visita del Segretario di Stato, «una finestra di opportunità per la pace». A Malakai, su invito del vescovo di quella diocesi, il cardinale Parolin andrà per sincerarsi di persona della situazione in una zona definita dal prossimo cardinale Mulla come teatro di «disastri naturali, di inondazioni e di molto altro, assieme ai disastri causati dall’uomo».
“APRIRE LA FINESTRA DI PACE”: L’AFRICA IN TUMULTO E L’IMPEGNO DELLA CHIESA
Lavorare per una riconciliazione per quella «finestra di pace» che la Chiesa Cattolica intende donare all’Africa nei tumulti purtroppo non solo in Sud Sudan: «Ha ripetuto questa parola – ‘insieme, insieme, insieme’ – per tre volte, perché insieme significa unità», ricorda il vescovo Mulla riandando con la mente alla Messa di congedo di Papa Francesco lo scorso 5 febbraio. La Chiesa, sottolinea ancora il capo della diocesi di Juba, insiste sul processo di pace cercando di «incoraggiare tutti ad attenersi ai protocolli dell’accordo, invitando i politici a innervare il valore della pace nel tessuto della società del Paese».
In questa direzione si profilano le elezioni di fine 2024 in Sud Sudan, chiosa mons. Mulla: «So che le elezioni ci daranno una forte spinta». Negli impegni dei prossimi giorni il cardinale Parolin incontrerà il presidente Salva Kiir e siederà a colloquio con diversi funzionari governativi e la visita in un centro di accoglienza per i rifugiati di ritorno dal Sudan, il tutto culminante il 17 agosto con «la Messa per la pace e la riconciliazione a Rumbek». Nella recente visita in Angola il Segretario di Stato Vaticano ha ringraziato la comunità per l’accoglienza, tanto nella comunità religiosa quanto in quella politica: in particolare, «la comunità ecclesiale angolana è portatrice di una ricca tradizione spirituale, che l’ha nutrita in tempi di prova. Ai cristiani l’incoraggiamento a superare ogni paura e a costruire legami autentici, anche in mezzo a difficoltà e delusioni». Inevitabile sarà l’attenzione massima che il cardinale Parolin riserverà a quanto avviene nel “vicino” Niger e nell’ancor più “vicino” Ciad, dopo i tumulti esplosi in questi giorni con il golpe del generale Tchiani a Niamey e con la crescente preoccupazione per la situazione potenzialmente esplosiva in Ciad, come documentato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia missionaria Fides.