IL “MISTERO BECCIU” TIENE IN ANSIA IL CONCLAVE 2025: LE DUE LETTERE A FIRMA “F” E LA REPLICA DEL CARDINALE
A pochissimi giorni dall’inizio del Conclave 2025 – nella giornata di domani i cardinali diranno al mondo la data della prima riunione in Cappella Sistina – a tenere ancora banco, oltre agli immaginabili “totonomi” sui papabili, è il caso del cardinale Angelo Becciu. Come noto il prelato condannato in primo grado dal Tribunale del Vaticano per la vicenda del Palazzo di Londra, in attesa del processo d’appello, non è stato ufficialmente “deposto” dalla carica di cardinale e dunque avrebbe il pieno diritto di partecipare alle votazioni per il nuovo Papa.
Il punto però è che nell’elenco dei cardinali elettori al Conclave 2025 non figurerebbe il suo nome, con già lo stesso Becciu che nelle ore successive alla morte di Papa Francesco aveva sentenziato di avere «tutto il diritto di partecipare, il Santo Padre mi aveva detto che aveva trovato una soluzione per la mia situazione». Il “mistero” si ingrossa ulteriormente in queste ore con l’uscita di due presunte lettere di Papa Bergoglio che invece porrebbero la volontà di escludere il cardinale Angelo Becciu dalla nomina del prossimo Pontefice.
Lo “scoop” è stato dato dall’ex direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, sul quotidiano “Domani” e portano a conoscenza di questi due scritti firmati “F” che il Camerlengo Farrell (il “reggente” in Vaticano dopo la morte del Pontefice) avrebbe in suo possesso: addirittura il Segretario di Stato Pietro Parolin avrebbe mostrato queste stesse lettere a Becciu durante la riunione dei Cardinali lo scorso giovedì 24 aprile, per confermargli la linea del Vaticano dopo che già il Santo Padre aveva negato i diritti del cardinalato al sacerdote sardo (dopo la condanna in primo grado).
I CARDINALI DIVISI SU BECCIU: LA ‘MOSSSA’ DI PAROLIN-FARRELL E IL POSSIBILE PRE-CONCLAVE PER DECIDERE
Alla Reuters però è stato il cardinale Becciu a replicare a tali presunte lettere del Papa spiegando che saranno i suoi fratelli cardinali a decidere in merito, visto che Francesco negli ultimi giorni prima del suo ricovero al Gemelli avrebbe confidato al prelato ex Segreteria di Stato di aver trovato una soluzione per la sua situazione tale da riportarlo a pieno diritto nel Collegio dei Cardinali (dopo che gli aveva permesso di prendere parte all’ultimo Concistoro lo scorso dicembre 2024).
Insomma, come si può evincere il tema resta dirimente e si aggiunge alla problematica del numero legale di cardinali elettori (120) che è attualmente ampiamente superato dai 135 legittimi partecipanti al prossimo Conclave: tanto sui numeri quanto sul “caso Becciu” dovrà essere un pre-Conclave (forse già domani, assieme all’annuncio della data di inizio delle votazioni) a dirimere la “matassa” tutt’altro che semplice da sbrogliare.
Secondo la rivista spagnola “Vida Nueva”, citando fonti del Vaticano, spiega che alla fine si arriverà ai voti nel “pre-Conclave” per stabilire se il cardinale Angelo Becciu potrà o non potrà far parte degli elettori per il nuovo Papa: saranno probabilmente mostrate le lettere siglate “F” che per Farrell e Parolin darebbero la piena esclusione del soggetto dalla Sistina. Una risale al 2023, l’altra invece sarebbe addirittura del marzo 2025 quando Papa Francesco si trovava in condizioni critiche al Gemelli.
Il tema però è che tali lettere, sebbene dattiloscritte con la firma “F.”, non hanno ad oggi alcun valore per il diritto canonico della Santa Sede: Becciu fa leva su questo per avanzare le proprie ragioni, mentre i cardinali si dividono in un momento già molto delicato per la imminente decisione su chi potrà essere il nuovo successore di San Pietro alla guida della Chiesa Cattolica.
Secondo il “Corriere della Sera”, il Decano dei Cardinali, Giovanni Battista Re, sarebbe incline ad accettare l’ingresso di Becciu, mentre il Camerlengo Farrell è molto più scettico (assieme al Segretario di Stato Parolin) e vorrebbe far valere la (presunta) volontà di Papa Francesco dopo la condanna per truffa e peculato nei confronti del Card. Becciu, il quale si professa da sempre innocente a pieno titolo e che è pronto a mostrare le prove del presunto complotto ordito contro di lui durante le indagini del primo processo.