L’ipotesi di poter agire diversamente sul terzo mandato per i presidenti eletti direttamente dal popolo nelle Regioni a statuo speciale rispetto a quelle a statuto ordinario, è giuridicamente irrisolta e politicamente problematica.
Irrisolta, in quanto la Corte Costituzionale si è pronunciata solo sulla legge della Campania, una Regione ordinaria. Problematica, perché vorrebbe preparare il terreno a un cambio di maggioranza nelle Regioni del Nord, quattro delle quali governate da un presidente della Lega. Su tali Regioni si appuntano le aspettative di Fratelli d’Italia e, al momento, anche di Forza Italia.
Questo rende il tema particolarmente intricato e richiede qualche chiarificazione, almeno per quanto riguarda i presupposti che stanno alla base delle diverse ipotesi.
Il testo di riferimento è l’art. 122 della Costituzione, il quale stabilisce che “il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità ed incompatibilità del presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi”.
La legge della Repubblica in questione è la legge 165/2004 la quale, nel dare attuazione all’art. 122 della Costituzione, stabilisce che “non è immediatamente rieleggibile alla carica di Presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi” e che il numero dei mandati si calcola a partire dall’entrata in vigore della legge in esame.
Tutto molto chiaro in apparenza: bene il vincolo di due mandati, un po’ più problematico il sistema di calcolo per la decorrenza del divieto. Da quando si calcola infatti la decorrenza? Dal momento dell’entrata in vigore della legge regionale o dall’entrata in vigore della legge statale?
Il problema non si porrebbe se non ci fosse ridondanza sul concetto di “principio fondamentale”: posto che il limite dei due mandati è certamente fondamentale, è altrettanto fondamentale anche la decisione sull’entrata in vigore del limite?
La domanda è posta ad arte. Non a caso, infatti, è stata “usata” dalla Regione Campania per aggirare il limite dei due mandati: fondamentale o no, è chiaro che se un dettaglio può consentire di porre dal nulla un principio, tale “dettaglio” va interpretato come un ausilio per la validità e l’efficacia del principio, e non come un ostacolo – forse meglio dire un vero e proprio elemento distruttivo – al buon funzionamento del medesimo.
E fin qui nulla questio. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato incostituzionale la legge della Regione Campania, con ciò distruggendo le speranze di un presidente di Regione di essere eletto per la terza volta.
Altro passo avanti: i principi fondamentali devono essere rispettati dalle Regioni nelle materie di competenza concorrente, tra cui va annoverata la competenza in materia elettorale. Ora, come è noto, le Regioni a statuto speciale dispongono anche di competenze esclusive, a norma dei loro statuti (che sono leggi costituzionali) ed è in forza di questa competenza “esclusiva” che il Trentino ha emanato una legge su sistema elettorale che consente un terzo mandato per il presidente. Come è noto, il governo ha impugnato la legge in esame perché ritenuta non esclusiva e non coerente con i principi fondamentali stabiliti dalla legge nazionale.
Giuridicamente, quindi, il problema è aperto: come si muoverà la Consulta?
A leggere tra le righe della sentenza n. 64/2025 che ha deciso per l’incostituzionalità della legge della Campania, vi è chi sostiene che la Corte si orienterà nello stesso modo. Il che è plausibile, visto che, principi fondamentali o no, competenza esclusiva o concorrente, sarebbe abbastanza curioso che un divieto così pesante come quello del terzo mandato valga solo per alcune delle Regioni e non per altre. E tuttavia – per restare nell’ambito delle Regioni speciali – va ricordato che a Bolzano, che ha un sistema elettorale proporzionale puro, vi sono stati in 65 anni tre Presidenti di provincia, compreso l’attuale, senza che questo abbia minato le radici della democrazia locale.
Comunque sia, le istituzioni – di qualunque natura esse siano – devono avere un sostrato costituzionale comune, soprattutto per quanto riguarda gli organi di vertice, soprattutto se eletti allo stesso modo (elezione diretta del presidente della Regione); le regole fondamentali non possono che essere eguali per tutti e, se da un lato, in forza della loro specialità, le Regioni a statuto speciale è giusto che abbiano competenze esclusive in alcune materie, è altrettanto vero che occorre una certa omogeneità per i loro vertici, soprattutto se il motivo per cui si giustifica il divieto del terzo mandato attiene alla tutela della libertà degli elettori, la quale potrebbe essere falsata per il vantaggio competitivo di cui gode un candidato che è stato a lungo al potere.
Tramite il divieto si esprime dunque una sorta di sfiducia, quella secondo cui chi è al potere da un po’ di tempo potrebbe usare tale potere per prolungare la sua permanenza al vertice. E, pertanto, sfiducia per sfiducia, questa dovrebbe valere per tutti, per i buoni e per i cattivi. Alla base del divieto di terzo mandato c’è dunque il sospetto: meglio prendere qualche precauzione. Così ha ragionato il legislatore.
Avrà avuto ragione? Non è forse tempo di ripensare a questo sistema e sostituire la fiducia alla sfiducia? La fiducia, ad esempio, nella capacità di discernimento degli elettori o nella buona fede degli eletti, che si prodigano per il bene comune e che quindi possono avere buone ragioni per richiedere agli elettori il rinnovarsi della fiducia in loro?
Resta che, giusto o sbagliato che sia, il divieto deve valere per tutti o per nessuno, soprattutto se il sistema elettorale è per tutti lo stesso. E su questo punto la politica è chiamata a decidere. Se lascia che sia la Corte a farlo, la Corte, che è – non dimentichiamo – un legislatore “negativo”, che può porre nel nulla le leggi e non farne di nuove, l’esito della querelle è probabilmente scontato.
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