Uno dei capi del movimento no vax e no green pass ha patteggiato un anno. Si tratta del tatuatore Gabriele Molgora, detto Zeno, che il 28 novembre 2022 ha patteggiato una pena sospesa di un anno per istigazione a delinquere aggravato dal mezzo telematico. ‘Zeno’ è infatti amministratore di una chat Telegram e di un gruppo Facebook di riferimento nell’ambiente dei no vax e dei no green pass. In più, già nel novembre 2021 era stato indagato e perquisito con l’accusa di essere tra gli ideatori dei cortei No Green Pass, che tra luglio 2020 e fino al 2021 per 18 sabato consecutivi hanno paralizzato il centro di Milano.
Gabriele Molgora, detto Zeno, è il 29enne di Milano che gli investigatori e la Digos hanno individuato come un vero e proprio punto di riferimento per gli attivisti no vax. Con il coordinamento della Sezione distrettuale antiterrorismo, lo hanno ritenuto l’ideatore principale del corteo che per 18 settimane consecutive partiva ogni sabato pomeriggio da Piazza Fontana. Come riferisce l’Ansa, ‘Zeno’ avrebbe invitato i no vax a “trovare metodi di protesta nuovi ed eclatanti per avere una nuova visibilità”.
Capo dei no Green Pass patteggia un anno: “condizionava scelte attivisti e incitava a iniziative illegali”
Gabriele Molgora, detto Zeno, ha patteggiato un anno, pena sospesa. Il patteggiamento è stato ratificato oggi, 28 novembre 2022. Il 29enne di Milano ha già alle spalle una denuncia per aver partecipato a cortei e iniziative non preavvisate, sempre nell’ambito dei no vax e no green pass, ed era quindi stato sottoposto dal questore di Milano a Daspo urbano. Come hanno comunicato le forze dell’ordine, il 29enne è “da considerarsi senza dubbio uno dei protagonisti delle proteste in atto, in grado di condizionare le scelte degli attivisti grazie all’intensa attività di proselitismo ed incitamento allo svolgimento di iniziative illegali”.
Il telefono di ‘Zeno’, finito nelle mani degli inquirenti, ha infatti rivelato un intenso traffico di Green Pass scaricati dalla rete e distribuiti illegalmente agli iscritti del suo canale Telegram, sebbene fossero intestati ad altre persone. Questo fatto gli aveva procurato una denuncia per ricettazione, che ha coinvolto anche la sua fidanzata e un’altra persona. Sui propri canali social, ‘Zeno’ si era sfogato lanciando un appello ai follower: “Sono sempre stato incensurato e ad oggi sono nella m*rda perché devo pagare avvocati per Daspo denunce ecc” chiedendo soldi per sostenere le spese per gli avvocati e la sua famiglia.