LA CHIESA DI LEONE XIV ALL’INSEGNA DELL’UNITÀ: LA “PROFEZIA” DEL CARDINALE EIJK
Non solo la potrà unire, ma in qualche modo è come se in questo primo mese esatto dalla sua elezione Papa Leone XIV abbia già contribuito ad unire la Chiesa di Cristo richiamando di continuo l’azione dello Spirito Santo per la comunione in un solo corpo e in un solo Dio: in preparazione al giorno di Pentecoste (celebrato dal Pontefice stamane in Piazza San Pietro con il Giubileo dei Movimenti 2025), il cardinale olandese Wim Eijk sulle colonne del “Foglio” ha ribadito quanto già sottolineato dall’eminenza arcivescovo di Utrecht dopo il Conclave.
«Papa Leone XIV ridarà unità alla Chiesa»: considerato tra i principali esponenti dei conservatori, Eijk è rimasto colpito da questo primo mese del Santo Padre al Soglio Pontificio per i costanti richiami alla fede cristocentrici, alla centralità del Signore in ogni ambito, dando pieno seguito a quanto promesso fin dai primi discorsi, «il Papa deve sparire per far posto a Cristo». Secondo l’arcivescovo di Utrecht nei Paesi Bassi, il Pontefice Robert Prevost sarà ripristinare l’unità nella Chiesa, oggi profondamente divisa in diversi ambiti.
In primo luogo, Papa Leone XIV può rappresentare molto sul fronte della bioetica, tema molto caro al Card. Eijk nel Paese dove la cultura della “morte” e dell’autodeterminazione è ormai diffusissima: le questioni della morale nei matrimonio, così come sulla morale sessuale e sociale, «vi sono questioni di disaccordo nella Chiesa e la discordia interna non fa bene». Per questo ripristinare l’unità come sta tentando di fare Leone è una autentica preoccupazione legittima: lo dice anche il sempre (forse troppo) citato tema della sinodalità, che viene dai termini “insieme” e “via”, «sinodalità è camminare nella fede verso un’unica direzione».
“MORALE, ETICA, FEDE NEI GIOVANI”: LA VERA COMUNIONE DI CRISTO IN UN MONDO ALLA DERIVA
L’unica vera missione è Cristo e il Suo Vangelo, ed a questo Papa Leone XIV richiama costantemente trovato forte apprezzamento nel cardinale Wim Eijk e in tutto coloro che hanno a cuore l’unità della Chiesa come corpo attuale del Signore: l’annuncio della Resurrezione di Gesù è il vero e unico “obiettivo” del cristianesimo e per questo forse il mondo di oggi potrà avere qualche “resistenza” nel sentire parlare e dichiarare Papa Leone XIV.
Secondo il cardinale olandese se il mondo “adulto” potrebbe vedere con diffidenza il costante richiamo a Gesù e alla centralità dell’amore cristiano nella ricerca dell’unica Verità, è tra i giovani che si intravede un interesse maggiore in questi ultimi anni, non solo in Olanda: al di là che il Card. Eijk si dice molto lieto che le omelie del Papa siano sempre più «cristocentriche», nella crisi generale dell’Occidente ciò non può che fare bene proprio per un interesse rinato tra i più giovani.
La generazione dei “vecchi credenti” si sta esaurendo, si va verso una minoranza globale ma non per questo meno incisiva: le persone che rimangono, e che si avvicinano al cristianesimo, lo fanno perché «realmente convinte». Le giovani generazioni, aggiunge Eijk, spesso «non hanno un punto fermo nella loro vita, non hanno un significato o una destinazione più profonda». E in questo senso, la Chiesa si pone come una risposta, una presenza davanti a chi continua a cercare un proprio significato.
Come ripete non da oggi lo stesso cardinale olandese, e come in qualche modo ebbe a profetizzare anche l’allora Card. Ratzinger prima di divenire Papa Benedetto XIV, la Chiesa è e può divenire sempre più una «minoranza creativa» nel mondo in modo da poter fare la differenza nella vita di domani. Solo Cristo, ravvisa Eijk, offre gratuitamente sé stesso e la salvezza: davanti al vuoto del mondo secolare, conclude il cardinale, la speranza permane grazie al Signore che si pone come risposta davanti ad una secolarizzazione che sembra aver fatto il proprio corso esaurendosi in quanto «priva di finalità positiva».