“SFORZI DI PACE USA MERITANO ATTENZIONE”: LE PAROLE DEL CARD. PAROLIN ALLA VIGILIA DEL VERTICE CON VANCE
Fin dall’inizio delle due guerre atroci di questa nostra epoca, sia in Medio Oriente che in Ucraina, il Vaticano con Papa Francesco non ha mai cambiato la linea, umana e politica: serve diplomazia, e non solo a parole ma con fatti concreti. Il Segretario di Stato della Santa Sede, Cardinale Pietro Parolin, è stato il principale artefice diretto di tale diplomazia e oggi rivendica ancora una volta la necessità di condurre i negoziati di pace senza imporre nulla ma avendo in mente che per trattare serve pazienza e tempo.
Intervistato da “La Repubblica” alla vigilia dell’incontro in Vaticano con il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance, il Card. Parolin dice di apprezzare i tentativi e gli sforzi profusi dall’amministrazione repubblicana per provare a fermare gli scempi a Gaza e in Ucraina: «ogni sforzo negoziale è utile e merita attenzione», sottolinea il prelato dalla Santa Sede, ricordano però che serve sempre un «compromesso tra il dialogo e il rispetto». Come del resto ricordato più volte in questi anni da Papa Francesco, la pace non può essere imposta, ma serve lavorare pazientemente giorno dopo giorno, «con il dialogo e il rispetto reciproco».
Quello che Parolin condivide appieno con gli Usa di Trump e Vance è il fatto che queste guerre non possono continuare, anche se ammette che le posizioni dell’amministrazione americana sulle varie politiche messe in campo dopo l’insediamento sono un punto di svolta assai diverso dal passato: «La Santa Sede si sforza sempre di mettere la persona umana al centro e sono tante le persone vulnerabili che soffrono enormemente», con riferimento esplicito ai tagli della Casa Bianca verso i programmi di aiuti umanitari federali. L’approccio proposto da Parolin e dal Vaticano resta quello del multilateralismo, in modo che diritto internazionale e consenso degli Stati «siano sempre favoriti e coltivati».
DA GAZA ALL’UCRAINA: “LA PACE NON PUÒ ESSERE IMPOSTA”. LA DIPLOMAZIA DEL VATICANO
Di contro, serve sempre ricordare che una pace imposta è l’esatto contrario della giustizia che richiedono invece le vittime delle guerre in Ucraina e Medio Oriente: «testimoniarne l’importanza e praticarlo in prima persona», è il valore del dialogo professato dalla Chiesa Cattolica anche in questi tempi difficili, anche quando risulta impopolare parlare di pacificazione e negoziati con il nemico. Se le stoccate a USA e Russia restano sullo sfondo, il cardinale Parolin si permette un passaggio molto critico anche all’Europa di Von der Leyen in merito al programmi di riarmo: «infelice l’espressione», rileva il porporato, che porta a nuovi conflitti e chiusure, l’esatto contrario della necessità di approcci multilaterali, specie «alla luce di un disimpegno statunitense» per le vicende internazionali.
Dialogo, rispetto, multilateralismo: in poche parole, diplomazia è la vera cifra richiesta dalla Chiesa agli Stati e agli attori internazionali impegnati nelle complesse vicende belliche. Sull’Ucraina il Card. Parolin richiede l’immediata fine del conflitto, per evitare ulteriore escalation, ma definisce assurdo l’impedire che possa difendersi Kiev, «disumano togliere agli ucraini il diritto di difendersi». Per quanto riguarda invece la ben più complicata vicenda in Medio Oriente, con la guerra nella Striscia di Gaza che non sembra vedere un termine, il Segretario di Stato in Vaticano definisce sempre lecita e legittima la difesa di Israele, ma ricorda che essa non può mai portare all’annichilimento totale di un altro popolo, negando il diritto di vivere nella propria terra.