Il cardinale Kurt Koch mette in guardia Papa Leone XIV: "Preoccupato per come è utilizzato in Germania". I timori riguardano le posizioni sulla sinodalità
I timori di possibili divergenze tra i vescovi tedeschi e la Chiesa trovano conferma nelle dichiarazioni rese dal cardinale Kurt Koch nell’intervista alla rete cattolica EWTN. Infatti, è diffusa la preoccupazione per il modo in cui la sinodalità viene interpretata in Germania rispetto alla visione di papa Leone XIV, in quanto in Germania ci sono alcuni ambienti ecclesiali che sembrano promuoverne una che ridimensionerebbe il primato del pontefice, mentre Prevost ha evidenziato una sinodalità radicata nella tradizione cattolica, citando sant’Agostino e ribadendo l’importanza dell’autorità papale come garanzia dell’integrità della fede.
Potrebbe non esserci un allineamento tra la Chiesa tedesca e quella di Roma: infatti, Koch suggerisce di “ascoltare attentamente se ciò che la maggioranza dei vescovi tedeschi intende per sinodalità e ciò che intende per essa papa Leone XIV siano congruenti“. Lo stesso Koch si è detto “un po’ preoccupato per il modo in cui si stanno appropriando della sua figura in Germania. Sono ovviamente contento che siano così grati per questa elezione, ma penso che si debba ascoltare con attenzione per vedere se ciò che la maggioranza dei vescovi tedeschi intende per sinodalità e ciò che papa Leone intende per sinodalità siano semplicemente congruenti al 100%“.
LE POSIZIONI DIVERSE SULLA SINODALITÀ
Il cardinale svizzero, prefetto del Dicastero per l’Unità dei Cristiani, ha spiegato come il significato della sinodalità per il nuovo papa sia emerso sin dalle sue prime parole, come nella benedizione Urbi et Orbi, quando ha citato Agostino per spiegare che con i fedeli è cristiano, per loro è vescovo. In questa contrapposizione tra essere-con ed essere-per potrebbero nascere le tensioni in Germania, perché Koch ha segnalato come non sia sicuro che la visione di Leone XIV sia condivisa dai vescovi tedeschi.
Se in Germania si sta promuovendo un’idea di sinodalità che indebolisce il primato petrino, con il pontefice che è garanzia della trasmissione dell’integrità della fede, Prevost ritiene invece che il vescovo di Roma debba cercare il dialogo e costruire ponti, essere una figura che serve e regge. Peraltro, per il cardinale della Curia svizzera non c’è contrapposizione tra gerarchia e sinodalità, perché “non sono opposti, ma devono coesistere“, ma non è sicuro che in Germania ci sia questa visione. La sua è una preoccupazione non trascurabile, visto che dal 2010 è il responsabile del dialogo all’interno della Chiesa.
KOCH, DALL’ELEZIONE DI PAPA LEONE XIV AL SUO FUTURO
Per quanto riguarda l’elezione del papa, Koch si è detto sorpreso della rapidità con cui è avvenuta, anche per via del numero dei cardinali, alcuni dei quali non si conoscevano neppure, ma lo ritiene un segnale positivo della capacità di Leone XIV di “mettere insieme opinioni diverse“. Infatti, riconosce la capacità dialogica di Prevost, che “mira al consenso e all’armonia“, pur avendo una posizione chiara, che però non impone. “Da un lato, è molto amichevole, socievole, a volte un po’ riservato, ma molto aperto e, secondo me, molto intelligente e molto sveglio“, ha aggiunto Koch.
Inoltre, si è detto sorpreso per la riunione convocata con i cardinali dopo la sua elezione, perché non era mai successo prima. “Ha sempre voluto sentire cosa pensavamo, e credo che sia stata una buona indicazione di come avrebbe guidato“. Koch non esclude un nuovo slancio per l’evangelizzazione: infatti, auspica che l’impulso missionario caratterizzi il nuovo pontificato.
Infine, Koch ha parlato del suo futuro, visto che nei mesi scorsi aveva presentato una lettera di dimissioni a papa Francesco, avendo raggiunto i 75 anni. “Ho ricevuto una risposta, quando il papa era ancora vivo, che mi aveva confermato fino a nuovo avviso. Papa Leone ha fatto lo stesso. Sta a lui decidere cosa fare. Se giungerà alla conclusione che devo continuare ancora un po’, lo accetterò con gratitudine“.