DAL “MESSAGGIO” AI “DOPPI AUGURI”: COME HA VISSUTO LA VIGILIA DEL CONCLAVE IL CARDINALE PAROLIN
Un breve messaggio, mandato ad un amico, ma che aiuta a far capire come davanti ad un Conclave “chiacchierato” sui media e tra i non credenti, in realtà vi sia tutta l’attesa e la sacralità di un momento delicato per la Santa Chiesa di Cristo: così il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato uscente, ha vissuto gli ultimi giorni prima dell’inizio del Conclave 2025 davanti ad un vociare mondiale che lo vedevano come il “favorito” in testa ad ogni “totonomi” che sono impazzati fin dal primo attimo della morte di Papa Francesco.
Secondo quanto raccontato oggi dal “Giornale”, uno degli amici di infanzia del cardinale Parolin – Roberto Apo Ambrosi, oste ed ex compagno di scuola – le parole che si sono scambiate negli scorsi giorni fanno ben capire il momento di forte spiritualità e “tensione” interna che lui, come gli altri cardinali elettori, stanno sperimentando nel grande momento di responsabilità cristiana. «Gli ho mandato un messaggio», spiega l’amico di Parolin, svelando anche la risposta del porporato che guida in questi minuti i lavori del Conclave dopo il giuramento collettivo, «Gli ho detto che non sapevo quale fosse la cosa migliore per lui. Mi ha risposto che neppure lui lo sa».
Sempre il compagno e amico di infanzia del Segretario di Stato uscente in Vaticano ha poi spiegato che lo stesso Parolin gli ha confidato di essere «un po’ turbato», senza specificare ovviamente il resto della conversazione: il turbamento può ovviamente essere dovuto a tanti elementi, la sacralità del momento per la Chiesa, la direzione del Conclave in assenza del Decano e vice Decano dei Cardinali, ma è innegabile anche il tanto parlare del suo nome in queste settimane.
PAROLIN E IL “TOTONOMI”: “DON PIERO” E L’ATTESA PER IL CARDINALE IMPORTANTE MA UMILE
Oltre alle scommesse e ai totonomi sul prossimo Papa, il cardinale Pietro Parolin avverte molto probabilmente il “peso” del momento: secondo alcuni avrebbe anche il turbamento di chi sa che potrebbe divenire Pontefice, confermato in tal senso da quel doppio “auguri” detto spontaneamente oggi dal Card. Re durante la Santa Messa Pro Eligendo Romano Pontifice in Vaticano. Il peso del momento storico per la scelta di un nuovo Papa si aggiunge alla “tribolazione” personale di cosa può passare davvero nel proprio cuore chi sa che potrebbe essere un effettivo “papabile”.
Come lui ama farsi chiamare nella sua Marostica in Veneto – “Don Piero” – resta uno dei profili più autorevoli e interessanti all’interno del Conclave 2025 che potrebbe realmente essere quel 267esimo Vicario di Cristo in terra: questa contemporanea presenza di umiltà e senso della responsabilità potrebbe dunque essere alla base di quel “turbamento” raccontato all’amico di infanzia.
Ma Parolin ha sottolineato anche di non sapere bene in questo momento quale sia la scelta migliore per lui, sebbene resti la piena obbedienza al bene di Cristo e della Sua intera Chiesa: umiltà e obbedienza, assieme al “timor” dell’incarico e alla sacralità totale dell’evento che si apre oggi in Cappella Sistina. Dentro l’animo di Pietro Parolin, potenzialmente, vi è l’animo e il cuore di tutti i cardinali elettori chiamati da qui a qualche giorno a succedere al Soglio Pontificio di San Pietro.