LA “PREVISIONE” DEL CARDINALE RE SULLA FINE DEL CONCLAVE 2025
Con la protezione della Madonna e con l’appello allo Spirito Santo: per il cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio, il Conclave 2025 in corso in Cappella Sistina potrebbe essere terminato entro la sera di oggi: dopo la fumata nera di ieri sera e dopo il doppio voto della mattina conclusasi con un’altro comignolo “annerito”, per uno dei più importanti cardinali rimasti “fuori” dal Conclave tutto potrebbe decidersi tra il quarto e il quinto scrutinio di oggi 8 maggio 2025.
Al di là del fatto che proprio negli ultimi due Conclavi l’elezione del nuovo Papa è avvenuta rispettivamente alla quarta votazione per Benedetto XVI e alla quinta per Francesco, il pensiero rivolto dal Card. Re dal Santuario di Pompei stamattina guarda al comignolo della Sistina con una rinnovata speranza: prima di presiedere le celebrazioni della Santa Messa per la Supplica alla Madonna di Pompei, il Decano dei Cardinali è uscito dal “diplomatichese” per sottolineare di attendersi entro il suo ritorno a Roma stasera l’elezione del nuovo Pontefice.
«Spero di trovare già la fumata bianca»: il Card. Re ha poi ringraziato il bagno di folla davanti al Santuario di Pompei, aggiungendo tutta la letizia di celebrare la giornata per la Madonna Regina del Rosario affinché protegga il mondo intero mentre lo Spirito Santo «abbia a soffiare forte». Il dono dello Paraclito può far sì che quanto prima, rileva il Decano, «il nuovo Papa possa essere eletto, ne ha bisogno la Chiesa di oggi e l’intero mondo».
LA CHIESA E IL PAPA PER SALVARE IL MONDO CHE DIMENTICA DIO: IL VERO AUSPICIO DEL CARDINALE DECANO
Riprendendo quanto già aveva sottolineato ieri nell’omelia per la Santa Messa “Pro Eligendo” davanti ai 133 cardinali pronti poi all’ingresso in Cappella Sistina nel pomeriggio, il cardinale Giovanni Battista Re da Pompei ha concentrato l’attenzione sull’esigenza di un nuovo Papa che possa guardare con comunione e rinnovata fede ad un mondo moderno sempre più “in progresso” ma sempre meno memore del rapporto con Dio.
Il prossimo Pontefice, il 267esimo della storia della Chiesa, dovrà cercare quanto prima di rafforzare la fede nell’unico Dio: ne è convinto il n.1 dei cardinali, specie in un mondo come quello odierno «caratterizzato dal progresso tecnologico» ma sempre più a rischio di «dimenticare Dio». Per questo serve un risveglio, serve una fede riaccesa nel centro dell’Europa e di quell’Occidente che pare aver dimenticato le proprie origini e il proprio rapporto con il divino.
Sempre da Pompei è ancora il cardinale Re a spiegare il misunderstanding avvenuto ieri con mezzi media mondiali dopo quei «auguri doppi» fatti al cardinale Pietro Parolin durante lo scambio della pace nella Santa Messa pre-Conclave: per il cardinale Decano quell’augurio era semplicemente il modo fraterno di accompagnare la funzione di decano del Conclave che il Segretario di Stato uscente sta svolgendo in queste votazioni in Sistina. Certo, ammette Re, Parolin è una persona «di grande qualità» e potrebbe benissimo essere il nuovo Papa, ma ve ne sono «molti altri come lui».