IL SÌ DI PAPA FRANCESCO E QUALE RICHIAMO ALLA VITA DI TUTTI: ‘RISPONDE’ IL CARDINALE ANGELO SCOLA
Per alcuni il cardinale Angelo Scola è stato il vero “antagonista” all’ultimo Conclave prima dell’elezione di Papa Francesco: dodici anni dopo, uno degli ultimi scritti inediti del Santo Padre argentino prima della morte è stato proprio la prefazione all’ultimo libro dell’arcivescovo emerito di Milano sul valore della vita e dell’ultimo viaggio verso il Signore nella vecchiaia. In un breve editoriale firmato nel giorno dei funerali di Papa Francesco, è lo stesso Card. Scola a sottolineare come davanti al profluvio di commenti, ricordi e testimonianze sulla vita di Bergoglio si rischia di dimenticare quale effettivo richiamo è per tutti il passaggio alla vita oltre la morte.
Innanzitutto non bisogna mai celare il dramma che rappresenta la fine della vita terrena, un reale e “radicale” richiamo alla libertà secondo Scola: la libertà del Santo Padre nel suo abbraccio al Signore, ma anche la nostra libertà davanti alle dinamiche della vita attraverso la fede cristiana. Per l’arcivescovo emerito di Milano il punto non è tanto trarre un bilancio della vita e del Papato di Francesco, ma capire la domanda emersa bruciante in lui: «quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita attraverso Papa Francesco?».
Una conversione di fede, di vita e di libertà, attraverso l’incontro con il Santo Padre e in generale tramite il suo magistero in questi 12 anni di Pontificato: già in una recente autobiografia il cardinale Scola aveva indicato la particolare modalità di comunicazione della fede di Bergoglio. Ciò che lo interpellava nel pieno del suo Papato 5 anni fa, e che conferma oggi nella memoria dopo la sua scomparsa è quella totale «donazione di sé e vicinanza agli atri che testimonia Papa Francesco».
LA MORTE COME NUOVO INIZIO E IL VALORE DELLA LIBERTÀ NELLA CONVERSIONE A DIO
Come ha spiegato e scritto anche nel suo ultimo volume l’83enne cardinale Scola, le figure come Benedetto XVI e Papa Francesco testimoniano al mondo di oggi la piena donazione del proprio sé e rappresentano una guida per l’ultimo percorso terreno dello stesso arcivescovo, che sottolinea la sua posizione di «mendicante del Risorto» in questo «singolare tratto del mio percorso, la vecchiaia».
Una vita che diviene “anziana” non è sempre facile, sottolinea Scola, eppure la testimonianza di Jorge Mario Bergoglio dice a tutti come sia possibile un «più deciso sì a Cristo Risorto presente nella comunità cristiana». Questo tratto, questo donarsi totalmente al Signore è «la strada aperta alla nostra libertà». Tanto ieri, quanto oggi e sicuramente pure domani, la strada della piena libertà è ciò di cui la Chiesa di Dio ha sempre più bisogno: intesa sicuramente come istituzione (che si avvia verso un delicato Conclave nei prossimi giorni, ndr), ma anche come compagnia umana a Cristo, la Chiesa e i suoi fratelli hanno bisogno secondo il Card. Scola di questo “deciso sì a Cristo Risorto presenze in mezzo a noi”.
Come ha del resto scritto lo stesso Papa Francesco nella prefazione al libro di Scola, la morte terrena non è ma la fine di tutto, non è il termine di un percorso, ma è nella piena testimonianza cristiana un vero «nuovo inizio» e ciò contribuisce a donare speranza ai tanti fratelli negli ultimi anni della propria esperienza sulla Terra. La vecchiaia non è semplice, condividono Scola e Bergoglio, ma nella sequela di ciò che ha insegnato lo stesso cardinale Ratzinger, è un momento privilegiato di «dialogo con il Signore», riconoscendo la dimensione affettiva della fede in quel Cristo «che ci viene incontro e decide di chiamarci amici».