Barbata – piccolo paese della provincia di Bergamo – si prepara a ospitare la prima edicola votiva dedicata a Carlo Acutis, il giovane che morì nel 2006 a soli 15 anni e che la Chiesa ha proclamato beato nel 2020; nonostante il rinvio della canonizzazione, dovuto alla morte di Papa Francesco, la cerimonia di benedizione della cappella avverrà come previsto e all’interno saranno posizionati una statua a dimensioni naturali di Acutis e una reliquia che contiene frammenti del suo cuore, simboli tangibili della sua vita e della sua fede.
A volere questo omaggio è stato il sindaco Vincenzo Trapattoni, che, dopo aver affrontato un serio problema di salute, ha deciso di dedicarsi alla costruzione dell’edicola votiva come segno di riconoscenza per la guarigione; Trapattoni racconta che – durante il suo ricovero ospedaliero – ha cominciato a leggere sulla vita di Carlo Acutis e ha sentito un forte legame con la spiritualità del giovane. “Mi sono appassionato alla sua storia e, quando ho visto la sua tomba ad Assisi, ho avuto un’emozione indescrivibile” ha spiegato il sindaco.
Nel gennaio successivo, una nuovo problema di salute ha messo a rischio la sua vita: il sindaco ha pregato Acutis, promettendo che se fosse sopravvissuto, avrebbe costruito un santuario in suo onore e una volta guarito, ha mantenuto la promessa portando avanti un progetto che richiedeva un impegno economico non indifferente. A sostenerlo è stato Angelo Valaperta – un imprenditore di Caravaggio ma originario di Barbata – che ha contribuito alla realizzazione della cappella che – nonostante il poco tempo a disposizione – è riuscita a essere completata in tempo per la benedizione.
Carlo Acutis e la devozione che travalica i confini: un culto che cresce
Quella di Barbata non è solo una edicola votiva tradizionale ma è il simbolo di come la devozione a Carlo Acutis stia crescendo, non solo in Italia, ma anche oltre confine: in pochi anni, la figura di Acutis è diventata un punto di riferimento spirituale per molti giovani tanto che le sue reliquie sono richieste in tutto il mondo, da Cuba all’India.
Il giovane beato – con la sua passione per i computer e i videogiochi – ha conquistato il cuore di tanti, diventando il santo dei millennials: “Carlo Acutis è un ponte tra la tradizione cristiana e la modernità” – afferma don Marco Bergamaschi, teologo – “Un ragazzo che ha vissuto nel mondo digitale e ha usato la tecnologia per diffondere il messaggio di Cristo”.
Ma non mancano anche le critiche in quanto alcuni ritengono che la santità non debba essere trasformata in un prodotto commerciale ma nel frattempo più di 200 parrocchie italiane hanno già dedicato luoghi di culto a Carlo Acutis, e la devozione si sta diffondendo sempre di più a livello globale; intanto il sindaco spera di accogliere presto la madre di Carlo Acutis, Antonia Salzano, in un evento che celebrerà la santificazione del giovane.